21 agosto 2006

Lo Stivale puzzolente


Lo stivale perde terreno, al quarto posto in classifica per numero di presenze
Medio Oriente, Asia e Pacifico. Sono queste le località più di moda
Sempre meno turisti in vacanza in Italia
Servizi cari ma scadenti e poco puliti

ROMA - Lo stivale non va più di moda: alberghi troppo cari, servizi scadenti, poca pulizia. L’industria mondiale del turismo cresce a ritmi sostenuti come mai prima d’ora, le mete e le offerte da tutto il pianeta sono sempre più accattivanti, solo l’Italia sembra in affanno. La penisola ora deve fronteggiare nuovi competitori, quali il Medio Oriente, l’Asia e il Pacifico.

Alberghi troppo cari, servizi scadenti, poche pulizie, sono solo alcuni dei motivi che scoraggiano i vacanzieri. A testimoniare la crisi dell’attività turistica tricolore è uno studio di settore condotto da Roberto Ruozi e Matteo Montebelli sul quadrimestrale Economia italiana.

Lo stivale non attrae più soprattutto perché troppo caro: nel biennio 2003-2004 nonostante il calo di presenze, le entrate da attività turistica, ammontano a 35,7 miliardi. Ma come è successo questo? Il turismo italiano ha elevato il suo target qualitativo a scapito del turismo di massa. Dati Istat segnalano un incremento degli alberghi a 4 e 5 stelle, a scapito di quelli ad una e due stelle. Ma la domanda, soprattutto quella straniera, non ha accolto di buon grado questo cambiamento e ha risposto negativamente a questa nuova offerta.

Tra i disamorati dell vacanze made in Italy spiccano i tedeschi e gli austriaci. E se l’Italia viene considerata eccellente per alcune attrattive specifiche (cultura, natura, enogastronomia), viene superata da altri paesi europei per la qualità degli alberghi (Francia e Spagna), per i prezzi (Spagna e Grecia), per i servizi turistici (Francia e Spagna) e per ordine e pulizia (Francia, Spagna e Grecia).

I dati forniti dall’Unwto (United Nations World Tourist Organization) segnalano che nel quinquennio 2000-2004 il numero di arrivi internazionali nel mondo è aumentato dell’11,2%. Nel dettaglio, è l’Europa a richiamare più turisti con una quota di mercato del 54,6%, seguita dai paesi asiatici con il 27,9%, dall’America con l’11,2% e da Africa e Medio Oriente rispettivamente al 4,4% e al 4,6%.

Tra i singoli Paesi, è la Francia il paese che accoglie il maggior numero di turisti (75 milioni di arrivi nel 2004), davanti a Spagna (53,6 milioni), Stati Uniti (46,1 milioni), Cina (41,8 milioni) e Italia (37,1 milioni). L’Italia, oltre ad aver perso il quarto posto, occupato fino all’anno prima, è anche l’unica tra le prime cinque in classifica che, tra il 2003 e il 2004, ha registrato una variazione negativa delle presenze (-6,4%).

Ma il Bel Paese non deve perdere l’ottimismo. Lo studio fornisce anche le sue ricette per rianimare il settore. Un toccasana per risollevare le casse del turismo sarebbe quello di combinare l’intervento pubblico alla partecipazone degli operatori privati. Occorre risalire la china – suggerisce la ricerca – per fare in modo che l’offerta sia adeguata alla domanda.

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