24 aprile 2009

La vera causa delle malattie

La vera causa delle malattie
di Matt Traverso - 29/01/2009

Fonte: bioguida

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All’inizio dell’800 Isaac Jennings, Dottore in Medicina, iniziò una rivoluzione silenziosa nel campo della sanità quando
si accorse che semplicemente cambiando il proprio stile di vita si potevano così ottenere risultati eccellenti...

All’inizio dell’800 Isaac Jennings, Dottore in Medicina, iniziò una rivoluzione silenziosa nel campo della sanità quando si accorse che semplicemente cambiando il proprio stile di vita si potevano così ottenere risultati eccellenti...

Il Dr. Jennings, dopo aver esercitato come medico tradizionale per 20 anni senza ottenere alcun risultato significativo, un giorno d’estate del 1815 durante un’epidemia si ritrovò senza medicinali, e non poté quindi prescrivere alcun trattamento ai pazienti che si erano a lui con ogni genere di sintomo. Tutto quello che disse loro fu di andare a casa, riposare e bere molti liquidi.

E cosa accadde? … Queste persone guarirono, senza alcun farmaco!

Così dopo aver praticato per lungo tempo la medicina 'ufficiale’, egli decise di abbandonare pillole, impiastri e polveri per esplorare un nuovo campo: vent’anni di esperienza lo avevano infatti portato a fidarsi sempre meno dei sistemi curativi farmacologici e sempre più invece dei mezzi e dei poteri della vita. Iniziò così a trattare i suoi pazienti dando loro soltanto pillole di pane e acqua colorata. Incoraggiato dai primi successi egli prese a curare nello stesso modo patologie sempre più gravi e complesse. I risultati furono eccellenti: i suoi pazienti guarirono in tempo record rispetto ai pazienti che invece prendevano medicinali. Infine, dopo quindici anni di successi senza farmaci, gettò la maschera: i suoi amici medici rimasero sorpresi, alcuni suoi pazienti lo denunciarono come impostore per essere stati ingannati ma la maggioranza di essi - benché confusa dal trucco (farmaco placebo) usato per guarirli - lo incoraggiò a continuare, dicendogli: "Se lei può curare senza medicine allora è il nostro medico". Il Dr. Jennings continuò dunque il suo lavoro, affermando che il sistema basato sui farmaci era sbagliato perché questi ultimi - invece di curare la gente - in realtà ostacolavano la guarigione o cambiavano la malattia originaria in malattia da farmaci (malattia iatrogena). Elaborò quindi un modello terapeutico in cui la malattia è un’unità e le manifestazioni della stessa (sotto forma di febbri, eruzioni cutanee, tosse, diarrea, ecc...) non sono altro che sforzi della natura per liberarsi dalla tossiemia. L’Università Yale gli conferì una laurea ad honorem come riconoscimento del grande successo che ottenne sostituendo le pillole con i placebo. La malattia (intesa come corredo sintomatologico) è invece il tentativo del corpo di ritrovare la salute, una scelta vitale e fisiologica finalizzata alla guarigione.

“Non c’è alcuna forza curante al di fuori del corpo.”
- Dr. Isaac Jennings

Ricorda, non potrai mai far star bene il tuo corpo se lo avveleni.

“Venticinque anni in cui ho prescritto farmaci e 33 anni in cui non ne ho prescritti mi hanno fatto arrivare alla conclusione che i farmaci sono inutili e nella maggior parte dei casi dannosi, e questo è per tutti coloro che vogliono conoscere la verità.”
- John H. Tilden, Dottore in Medicina (1940)

Ecco come ci si ammala:
in sintesi, quando le nostre abitudini di vita permettono all’organismo di raggiungere un crescente stato di intossicazione, l’energia vitale si abbassa in modo inversamente proporzionale e gli organi di eliminazione smettono di funzionare normalmente; aumentando ulteriormente l’accumulo di scarti nel corpo. Ed è proprio quando questi accumuli oltrepassano il punto di tolleranza che l’organismo va in crisi. Per compensare questa eccedenza di sostanze tossiche il corpo reagisce, provocando quella che viene definita malattia.

Il corpo umano è una creazione meravigliosa, che brucia costantemente carburante, elimina gli scarti della combustione e ricostruisce continuamente i tessuti sostituendo le cellule morte con delle nuove. Di fatto ogni sette anni ogni cellula nel corpo viene sostituita, il che significa che, dopo un periodo di sette anni, diverse centinaia di chili di cellule morte devono essere eliminate. Di per sé questo sarebbe un enorme dispendio di energie per il corpo. In più, a causa della mancanza di riposo o di acqua, o solo cercando di digerire l’ “impossibile” (le classiche “porcherie”), per non parlare degli effetti nocivi di una semplice abbuffata, creiamo un’enorme quantità di prodotti di scarto che il corpo gestisce con fatica. Quando il corpo viene sovraccaricato sono di più le tossine che entrano che quelle che vengono eliminate. L’accumulo delle tossine, che si verifica quando il corpo non riesce più ad eliminarle correttamente, ne compromette l’integrità, perché al corpo manca l’energia necessaria per eliminare le sostanze tossiche. Ricordiamolo: per eliminare le tossine serve energia.

La malattia è causata da una “carenza di forza” (ovvero mancanza di energia).
- Dr. Isaac Jennings

Tuttavia il corpo deve proteggere i suoi organi vitali ad ogni costo (il cervello e il cuore), quindi uno dei primi processi ad essere interrotto è quello di eliminazione delle tossine, che - purtroppo - iniziano così ad accumularsi (“tossiemia”). Quando il corpo è saturo apre una valvola di sicurezza per rilasciare le tossine, attraverso uno qualsiasi dei 4 canali di eliminazione: la pelle, i polmoni e il tratto respiratorio, l’intestino e il colon, le vie urinarie. Questa valvola di sicurezza è ciò che comunemente definiamo malattia (il tentativo del corpo di espellere le tossine). In effetti tutte le malattie sono “crisi di guarigione”, cioè un tentativo da parte del corpo di liberarsi dalle tossine in eccesso. La malattia è la manifestazione del tentativo di auto-guarigione del corpo, è l’azione che compie per eliminare i veleni.

Usiamo un po’ di buon senso ora. Se prendessimo un veleno e lo mettessimo in circolazione nel sangue, il corpo risponderebbe cercando di buttarlo il più velocemente possibile per salvaguardare l’integrità del sistema, attraverso uno dei canali di eliminazione disponibili, provocando quindi tosse, vomito, febbre, acne, sudore, diarrea, ecc. Il corpo userà ogni briciola di energia che ha a disposizione per espellere il veleno dal sistema. Potremo quindi avvertire mal di testa, un’abbassamento di energia, dolori articolari, insonnia, affaticamento, problemi ai reni, convulsioni, eruttazione, irritazioni, ecc. Conosciamo una qualsiasi malattia che non presenti questi sintomi ?

“Secondo me la malattia, per quanto dannosi gli agenti che la causano, non è altro che un energico tentativo della natura di eliminare le sostanze patogene e guarire il paziente.”
- Dr. Thomas Shydenham

Ma, invece di lasciare che il corpo elimini le sue tossine, interrompiamo questo processo con i farmaci, immettendo in questo modo altre tossine nel sistema per cui, anziché assecondare il processo di pulizia, lo chiamiamo “Malattia” e cerchiamo di interromperlo il prima possibile! Eliminando i sintomi, interferiamo con la naturale capacità di autoguarigione del corpo. Il corpo quindi non solo sta lottando contro un carico sempre maggiore di tossine “normali”, ma si ritrova ora a dover affrontarne altre: i medicinali che il tuo farmacista ha nel suo arsenale di armamenti anti-sintomi. Quindi… ciò che noi chiamiamo “malattia” è in realtà “la cura”!

Siamo stati tutti così condizionati a pensare secondo i canoni del sistema dominante della medicina allopatica, che è molto difficile accettare l’idea che i sintomi delle malattie siano effettivamente il tentativo di autoguarigione del corpo. La malattia, anche se può avere un effetto più o meno guastante, resta sempre e comunque uno sforzo del corpo per liberarsi della “tossiemia”, poiché se così non fosse morirebbe. Quindi, secondo quest’ottica, si può dire paradossalmente che la malattia in effetti arriva per guarire. L’unica vera malattia è invero la “tossicosi”.

In conclusione:

Il corpo umano ha dentro di sé il potere di guarirsi (senza farmaci).

La base da cui si sviluppa ogni malattia è un accumulo di tossine che il corpo non è riuscito ad espellere attraverso i suoi 4 canali di eliminazione.

La ragione per cui il corpo non riesce a disintossicarsi correttamente è la carenza di energia causata dallo stress, da uno stile di vita non sano e/o maltrattamento del corpo (in particolare attraverso scelte sbagliate in fatto di cibo, iperalimentazione, assunzione di tossine farmaci compresi, ecc.).

Quello che noi chiamiamo malattia è in realtà lo sforzo che il corpo fa per liberarsi dalle tossine, ossia il suo tentativo di guarirsi (le reazioni più comuni sono, tra le altre, febbre, mal di testa, eruzioni, muco, tosse, vomito e infiammazione).

L’assunzione di farmaci va ad aggiungersi alle cause della malattia e ne aggrava la situazione, poiché per il corpo umano sono dei veleni (acidi), e quindi nocivi.

La causa principale delle molte cosiddette “malattie” dell’uomo è da ricercarsi in quelle attività che prosciugano la forza vitale del nostro corpo, le abitudini quindi che tolgono energia al nostro corpo. Di conseguenza la soluzione definitiva alle nostre malattie è una correzione delle abitudini di vita. Non esistono “pillole magiche” (farmaci) per raggiungere una buona salute. Uno stato di salute ottimale deriva dal rispettare alcune semplici leggi naturali; ossia fare le giuste scelte quotidianamente.

Il vero volto del Codex Alimentarius

Il vero volto del Codex Alimentarius
Marcello Pamio – 15 aprile 2009

Il Codex Alimentarius, è un insieme di importantissime regole su tutto quello che riguarda l’alimentazione, adottate da 181 paesi[1] (il 97% della popolazione mondiale).
Codici che vanno dalla produzione degli alimenti, all’etichettatura, regolamentazioni sui livelli di sostanze chimiche permesse (inquinanti, pesticidi, tossine, additivi, ecc.), sul trasporto e la tracciatura, nonché le norme igieniche, ecc.
Circa 200 codici per gli alimenti, 40 di igiene e 3200 limiti massimi di residui di pesticidi e farmaci veterinari.[2]
Normative fondamentali e nessuno ne sa nulla.

Ufficialmente il Codex dovrebbe facilitare gli scambi internazionali degli alimenti. Ufficialmente.
La verità come sempre sta da un’altra parte.
“Regolamentare” spesso e volentieri è sinonimo di “controllare”.
Ogni organismo che “regolamenta” un qualcosa, ovviamente ne ha il controllo totale.
Il Codex Alimentarius (Codice o Legge Alimentare) ovviamente non è estraneo a tutto ciò, con l’aggravante che qui stanno controllando una delle cose più importante per la salute umana: l’alimentazione!
Il settore alimentare è indubbiamente anche tra i più interessanti dal punto di vista economico: secondo la FAO infatti i fatturati annui si aggirerebbero attorno ai 400 miliardi di dollari.[3]
Detto tra noi, il Codex è un sistema intergovernativo, o per meglio dire, il Sistema Sovranazionale che codifica e controlla l’alimentazione planetaria.

Un po’ di storia
Il Codex è stato creato ufficialmente nel 1963 sotto l’egida, cioè sotto le ali protettive della F.A.O. (Food and Agricolture Organization) e dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità).[4]

Cosa comprende il Codex?[5]
- Norme per i prodotti alimentari;
- Codici di igiene;
- Valutazione dei pesticidi;
- Limiti dei residui di pesticidi;
- Linee guida dei contaminanti;
- Valutazione degli additivi alimentari;
- Valutazione dei farmaci in veterinaria.

In pratica controlla il cibo dalla produzione, alla trasformazione, al trasporto fino a quando arriva nel piatto e per ultimo nel nostro intestino.Dal punto di vista storico però il Codex non è nato nel 1963, ma è stato un passaggio lento e inesorabile, iniziato molto tempo fa.
Nel 1903 per esempio la I.D .F. (International Dairy Federation), cioè la Federazione Internazionale delle Latterie, ha sviluppato degli standard internazionali per il latte e i derivati.[6]
Proprio questa Federazione è stata un catalizzatore importante per la concezione del Codex Alimentarius.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945 nasce la FAO con lo scopo ufficiale di gestire e controllare la nutrizione e le norme alimentari internazionali, (il vero intendimento è controllare le popolazione mediante il controllo degli alimenti!)[7]

Nel 1948 viene creata l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con lo scopo di salvaguardare la salute globale e in particolare di stabilire norme alimentari (il vero intendimento è controllare le popolazione mediante il controllo e gestione della malattia!).[8]
Nel 1949 l’Argentina propone agli Stati latinoamericani un codice alimentare, il Còdigo Latino-Americano de Alimentos.[9]
Nel 1954-1958 l’Austria persegue attivamente la creazione di un codice alimentare regionale, il Codex Alimentarius Europaeus.[10]
Iniziano nel 1960 i primi congressi internazionali in seno alla FAO e all’Organizzazione Mondiale della Sanità (due strumenti importanti nelle mani dell’elite economico-finanziaria che controlla il Sistema) proprio per cercare di stabilire quelle norme che alcuni paesi richiedevano insistentemente.[11]

L’anno successivo, nel novembre del 1961, con il supporto dell’OMS, la Commissione Economica Europea (ECE), l'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE) ed il Consiglio del Codex alimentarius Europaeus, l’undicesimo congresso della F.A.O. stabilisce il Codex Alimentarius e crea un programma di norme alimentari internazionali.[12]
Finalmente nel maggio del 1963, la sedicesima Assemblea Mondiale della Salute (World Health Assembly) ha adottato lo statuto della Commissione del Codex Alimentarius.[13]
Ufficialmente nasce il Codex, ma come si può evincere da questi passaggi storici, non è certamente arrivato dal cielo, di punto in bianco.

I Comitati del Codex
All’interno di questo Codice ci sono nove comitati (i centri di Potere del Codex), detti “orizzontali“, il cui lavoro viene applicato ai campioni di tutto il mondo:[14]

- Comitato dei Principi Generali, con sede in Francia;
- Comitato delle Etichettature Alimentari, con sede in Canada;
- Comitato dei Metodi di Analisi e Campionatura, con sede in Ungheria;
- Comitato di Igiene Alimentare, con sede in USA;
- Comitato dei Residui di pesticidi, con sede in Olanda;
- Comitato degli Additivi Alimentari e Contaminanti, con sede in Olanda;
- Comitato di Ispezione Import/Export e Sistemi di Certificazione, con sede in Australia;
- Comitato di Nutrizione e Alimenti Dietetici, con sede in Germania;
- Comitato dei Residui negli Alimenti dei farmaci veterinari, con sede in USA

Oltre a questi importanti nove Comitati, ce ne sono altri tredici, questa volta definiti “verticali”, che hanno la responsabilità di sviluppare standard per specifici alimenti o classi di alimenti:[15]

- Comitato dei Grassi e Oli, con sede in Inghilterra;
- Comitato del Pesce e prodotti ittici, con sede in Norvegia;
- Comitato del Latte e Prodotti lattei (presso la FAO /WHO), con sede in Nuova Zelanda;
- Comitato della Frutta Fresca e Verdura, con sede in Messico;
- Comitato del Cacao e prodotti a base di cioccolata, con sede in Svizzera;
- Comitato dello Zucchero, con sede in Inghilterra;
- Comitato della Frutta e Verdura trasformate, con sede in USA;
- Comitato delle Proteine Vegetali, con sede in Canada;
- Comitato dei Cereali e Legumi, con sede in USA;
- Comitato dei Prodotti di Carne e Pollo, con sede in Danimarca;
- Comitato delle Zuppe e Brodi, con sede in Svizzera;
- Comitato per l’Igiene della Carne, con sede in Nuova Zelanda;
- Comitato sulle Acque Minerali naturali, con sede in Svizzera.

Molto interessante notare come il Comitato responsabile dei prodotti a base di cioccolata abbia sede proprio nella capitale mondiale della cioccolata; come pure il Comitato di gestione delle acque minerali ha sede nel medesimo paese che da i natali - sempre per pura casualità - a società come la Nestlé.
Questa piccola transnazionale elvetica oltre a gestire la trasformazione della cioccolata, controlla circa trenta marchi di acque minerali (Panna, Vera, Evian, Lievissima, Pejo, Terrier, Recoaro, San Pellegrino, San Bernardo, ecc. ecc.).
Altrettanto interessante è venire a conoscenza che all’interno del Codex, la gestione mondiale (questa volta per i “comitati orizzontali”) dell’igiene alimentare è statunitense.

Dico questo perché nel paese dell’American Dream’s, o meglio nel paese dell’“American Nightmare”, il grande e democratico presidente Barack Obama (voluto alacremente dai Poteri Forti) ha creato, a seguito di assurde quanto ridicole intossicazioni alimentari (tipo salmonellosi), un nuovo “Gruppo di Lavoro per l’Igiene Alimentare” (Food Safety Working Group) e sta per darne la direzione a un certo Michael Taylor, un avvocato della Monsanto![16] Non male come conflitto di interesse.
Colui che gestisce la “sicurezza alimentare”, l’igiene degli alimenti in America, lavora per la ditta che da decenni inquina il mondo con sementi transgenici e con prodotti chimici, devasta il pianeta con pesticidi letali, dissangua i poveri contadini con le royalty (il pizzo sulle sementi) e ammala centinaia di milioni di persone con gli ormoni della crescita bovina (che poi arriva in tavola tramite la carne, il latte e tutti i derivati).

Il fine ultimo del Codex
Il Codex da una parte è un’arma micidiale nelle mani delle lobbies agroalimentari, della chimica e farmaceutica (i cui proprietari sono gli stessi delle corporation delle armi, energia, telecomunicazioni, ecc.), dall’altra sarà lo strumento principe del mercato globale, quindi nelle mani della stessa Élite dominante.
Se per esempio il Codex definisce i “supplementi nutrizionali”, gli “integratori vitaminici” come delle “tossine” invece di semplici alimenti, sarà possibile imporre (per legge) una soglia “minima di dannosità”.

E’ proprio quello che è accaduto qualche anno fa, quando il 21 maggio 2004 il Governo italiano ha approvato un decreto legge in attuazione della Direttiva numero 2002/46/CE del “Parlamento Europeo e del Consiglio” teso ad uniformare le discipline degli Stati membri sugli integratori alimentari.[17]
Un esempio per tutti è la Vitamina C (acido ascorbico o sodio ascorbato). “L’apporto giornaliero è ammesso fino al 300% del valore di riferimento”.
Siccome il valore di riferimento (RDA) è un tristissimo 60 mg al giorno (che serve solo a prevenire lo scorbuto), significa che la Direttiva europea - tanto voluta delle lobbies del farmaco - impone un massimo giornaliero di 180 mg di Vitamina C (60 mg x 3 = 180 mg).[18]
Una offesa alla nostra intelligenza, alla memoria del doppio premio Nobel Linus Pauling, il quale ha dimostrato scientificamente l’utilità di grammi giornalieri, e soprattutto un attacco mirato alla nostra salute.

Ecco perché non si trovano più, se non con grande fatica, in erboristeria gli integratori di compresse da 1 grammo di Vitamina C: sono illegali!
Sono stati molto sottili, perché non hanno “imposto per legge” la soppressione delle compresse da 1 grammo , hanno semplicemente abbassato il limite massimo del principio attivo, ed il gioco è fatto.
La medesima cosa avviene nella creazione di nuovi malati: abbassano le soglie (colesterolo, Psa, pressione arteriosa, glucosio, ecc.) et voilà per magia ecco milioni di nuovi consumatori di droghe, cioè di farmaci.
Dietro ovviamente c’è lo zampino del Codex.

Per spiegare invece come tale Codice sarà sempre più lo strumento globalizzante per eccellenza, basta comprendere come funziona il WTO (OMC), l’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Il WTO è l’arbitro del commercio internazionale e si rifà proprio al Codex per decidere se un paese può rifiutare oppure no l’importazione di un prodotto alimentare.
Se per esempio la carne statunitense - pregna di ormoni della crescita bovina di sintesi (della Monsanto) - viene accettata (e lo è) dal Codex, il paese o l’unione di paesi (Europa) non potrà più rifiutarne l’importazione.
Cosa che è avvenuta fino ad oggi nel Vecchio Continente e che dal 31 dicembre 2009 potrà cambiare drasticamente.
Tutti i 181 paesi membri del Codex, entro e non oltre il 31 dicembre 2009, non avranno più proroghe: dovranno accettare, per esempio, la Direttiva europea vista prima, sulle vitamine e minerali (Direttiva 2002/46/EC).[19]
Che piaccia o non piaccia a noi sudditi europei, entro quest’anno le normative del Codex dovranno essere recepite dai singoli governi firmatari.

Il Codex - visti gli sponsor - non poteva non essere un grande promotore dei prodotti biotech, cioè degli alimenti geneticamente modificati. Siccome tali cibi pericolosi hanno proprio il sigillo Codex, sarà sempre più difficile per un paese proteggere la salute dei suoi cittadini impedendone l’entrata in commercio.
Quindi tutti i prodotti marchiati Codex, che facciano bene alla salute o siano pericolosi, in quanto accettati dall’ente certificatore delle lobbies (appunto il Codex), entreranno nei circuiti di vendita e consumo, e nessun paese potrà rifiutarsi, pena sanzioni.
Non a caso parlo di prodotti “pericolosi per la salute”. L’aspartame (codice 951) per esempio, il dolcificante di sintesi estremamente tossico è un edulcorante così ben accettato dal Codex (nonostante sempre più studi indipendenti lo mettano all’indice) che le soglie di “concentrazione massima” rasentano il ridicolo.

Ecco cosa riporta il sito ufficiale del Codex:

- “Alimenti dietetici” la “concentrazione massima” di aspartame è di 1000 mg/kg di peso;[20]
- “Altri zuccheri e sciroppi”, la “concentrazione massima” è di 3000 mg/Kg di peso;[21]
- “Complementi alimentari” la “concentrazione massima” è di 5500 mg/Kg;[22]
- “Chewing gum” la “concentrazione massima” di aspartame è di 10.000 mg/Kg.[23]

Quindi le comunissime gomme da masticare - deleterie di per sé per la dentizione - possono avere una “concentrazione massima” di aspartame pari a 10 grammi per chilo! Forse il veleno per topi fa meno male.
Per non parlare degli alimenti dietetici, integratori e bevande “free sugar”, ecc.
Questo è il Codex

Ma perché tutto ciò?
La risposta è di una semplicità disarmante: vogliono farci ammalare per controllarci meglio.
Una persona malata non è una persona libera.
E’ risaputo che una integrazione nutrizionale apporta benefici all’organismo. Sono infatti numerosi gli studi pubblicati che lo dimostrano inequivocabilmente: le vitamine sono importantissime per la vita (lo dice il nome stesso Vitamina (Vita + Ammine, quindi composti organici fondamentali per la Vita ).
E’ risaputo invece che le droghe chiamate farmaci e vendute a prezzi assurdi dalle lobbies, sono pericolose per la salute pubblica, e si potrebbero gettare nella spazzatura se una persona adottasse uno stile di vita sano e un’alimentazione non tossica.
Tutti i farmaci di sintesi, anche se apparentemente sembrano curare una malattia, in realtà non curano assolutamente nulla. L’effetto degli antinfiammatori, per fare solo un esempio, è quello di “spegnere” il sintomo (dolore, infiammazione, ecc.) andando a “bloccare” le connessioni nervose. Il problema vero, la causa che ha dato origine al dolore, all’infiammazione non viene contemplata, per cui non può essere risolta.

Per ultimo, tutte le medicine inquinano l’organismo di tossine chimiche: hanno una quantità enorme di effetti collaterali spesso pericolosi. Basta leggere i bugiardini, i foglietti illustrativi, per rendersene conto.
Un’alimentazione sana a base esclusivamente di frutta e verdura biologica o biodinamica, sono le fonti naturali per eccellenza di vitamine e minerali organici.
Modificando geneticamente le piante, gli ortaggi e le verdure in generale, immergendole in pesticidi, crittogamici e antiparassitari, stanno creando degli obbrobri pericolosi per la vita stessa.
Ecco perché le vitamine, i minerali organici, gli alimenti integrali, sono un pericolo per il Sistema a cui sta a cuore la nostra malattia e non la nostra salute.
Per tanto, avere il controllo di questi, significa controllare la salute di miliardi di persone (esattamente il 97% del pianeta), e per ultimo la loro vita.
D’altronde pensiamoci un attimo, se le lobbies del farmaco (tutte società quotate in borsa) dovessero scoprire un medicinale che cura, per esempio il diabete, chi guadagnerà più dalla vendita delle siringhe, dell’insulina, dei farmaci, ecc. per quei 170 milioni di ammalati nel mondo?
Idem per le malattie degenerative, cardiovascolari, cancro, ecc.
E’ ovvio che tali società, lucrando sulla pelle delle persone, non mirano a far scomparire le malattie, ma puntano esattamente al contrario: al loro mantenimento.
Una società costantemente malata è una società facilmente manipolabile.
Il Codex Alimentarius serve proprio a questo.

Cosa possiamo fare?
Possiamo fare molto per invertire tale processo.

- Prima di tutto informiamoci. Fintantoché non sapremo con chi o che cosa abbiamo a che fare, non prenderemo coscienza e non potremo adottare gli strumenti adeguati.

- Una volta presa coscienza è necessario passare all’azione, perché una informazione fine a sé stessa, non serve a nulla.

Se quindi il Sistema ci vuole sempre più malati, per meglio controllarci, dovremo diventare sempre più sani, e per capire come diventare sempre più sani forse è utile comprendere come fanno ad ammalarci.

Esami e screening
Mediante gli esami di massa chiamati screening, le lobbies scovano, senza tanta fatica, ogni anno milioni di nuovi malati: persone oggettivamente sane che di punto in bianco, per via di un esame, un parametro o un valore (scelto da qualcun altro) diventano malate. E si convincono di esserlo perché il medico compiacente o ignorante appoggia tale sistema di cose, con altri esami o con la prescrizione di farmaci.
Pesare attentamente qualsiasi esame è una regola importante. Quando l’esito e il responso sono stati dati, i danni (psicologici ed emotivi) possono essere deleteri. Tenendo conto anche degli innumerevoli “falsi positivi” e falsi negativi” che ogni esame ha.
Un esempio per tutti l’ipercolesterolemia. Il livello di colesterolo totale viene costantemente abbassato: oggi è 200 mg/dL di sangue (anche se c’è già chi spinge per 190 mg/dL), ma negli anni ’80 era addirittura 280 mg/dL.
Basta a questo punto informarsi adeguatamente per comprendere la truffa enorme messa in atto dalle case farmaceutiche per vendere statine (non a caso farmaci usati da 80 milioni di persone nel mondo) e controllare la vita di centinaia di milioni di persone.
Lo stesso dicasi per l’ipertensione arteriosa, il diabete, ecc. ecc.
Lo screening (mammella, prostata, mappatura dei nei, ecc.) è il sistema per cercare il malato nel sano!
E lo trovano sempre.

Alimentazione
Siamo fatti “anche” da ciò che mangiamo. Viene da sé che la qualità dei cibi e il come li combiniamo tra loro, sono di estrema importanza per la nutrizione cellulare.
Mangiando cibi spazzatura, cibi industriali, come quelli che riempiono gli scaffali nei supermercati, pregni di chimica, additivi, aromi, coloranti, ecc. è normale che il corpo prima o poi ne risentirà.
E’ solo questione di tempo e il tempo è galantuomo: sa attendere.
Alimentandosi saggiamente con frutta e verdura di stagione e ogni tanto con qualche cereale integrale biologico, nelle giuste e corrette combinazioni, lasciamo all’organismo tutte le energie (che altrimenti sarebbero dirottate e indirizzate per smaltire tossine, veleni, proteine, ecc.) per mettere in atto processi di autoguarigione.
Durante la notte il corpo assimila i nutrienti dal cibo mangiato precedentemente, mentre la mattina, dalle 4 alle 11, espelle tutte le tossine (lingua con patina bianca, per es.).
Diventa importante di notte dormire bene in una camera bonificata dalle onde elettromagnetiche, eliminando dalle vicinanze del letto tutto ciò che emana onde: cordless, cellulare, radiosveglia, lampada alogena, ecc.
Utile anche di mattina, almeno fino alle 11, bere liquidi e mangiare solamente frutta, così da non bloccare il processo di espulsione delle tossine.

Spegnere la televisione
Un’altro strumento potente per condizionare e controllare le masse è la paura.
Il megafono principe della paura è la televisione.
Teniamola spenta il più possibile, soprattutto quando si sta mangiando.
Il rituale del pasto è sacrosanto e va consumato nella totale tranquillità interiore ed esteriore. Se mangiamo con immagini e notizie di violenza, stupri, terremoti, eutanasia, incidenti, cani impazziti, ecc. anche i cibi che mangiamo saranno inquinati da tossine emozionali, deleterie quanto quelle fisiche.

Produttori locali
Centinaia di migliaia di aziende agricole in tutta Italia hanno chiuso i battenti nell’ultimo periodo a causa della crisi economica. Crisi strumentale e veicolata dall’Élite.
Oggi queste aziende sono quasi tutte nelle mani delle banche e saranno acquistate dai grossi gruppi industriali per qualche spicciolo (esattamente come avvenne nel 1929).
Visto che abbiamo ancora la possibilità di scegliere, indirizziamo i nostri acquisti verso quei piccoli produttori locali (anche se non certificati, ma che non utilizzano chimica di sintesi) che altrimenti finirebbero schiacciati e spazzati via dalla globalizzazione.
Evitiamo quanto più possibile la grande distribuzione, aderiamo ai sempre più crescenti Gruppi di acquisto solidali (GAS), e premiamo coloro che lavorano bene (senza chimica), con passione e amore, anche se non possono vantare le certificazioni biologiche.


[1] Codex Alimentarius http://www.codexalimentarius.net/web/index_en.jsp
[2] World Health Organization www.who.int/foodsafety/codex/general_info/en/index3.html
[3] “Codex and the international food trade”, www.fao.org/docrep/w9114e/W9114e06.htm#TopOfPage
[4]
Codex Alimentarius www.codexalimentarius.net/web/index_en.jsp
[5] “The Codex achievement”, FAO, www.fao.org/docrep/w9114e/W9114e02.htm#TopOfPage
[6] “Origins of the Codex Alimentarius”, http://www.fao.org/docrep/w9114e/W9114e03.htm#TopOfPage
[7] Idem
[8] Idem
[9] Idem
[10] Idem
[11] Idem
[12] Idem
[13] Idem
[14] “The Codex system: FAO, WHO and the Codex Alimentarius Commission”, http://www.fao.org/docrep/w9114e/W9114e04.htm#TopOfPage
[15] Idem
[16] “Tutto il potere alla Monsanto”, Maurizio Blondet, www.effedieffe.com/content/view/6991/171
[17] “Cambia la norma sugli integratori alimentari”, www.laleva.org/it/2004/06/cambia_la_norma_sugli_integratori_alimentari.html
[18] Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee L. 183/51, del 10 giugno 2002, www.ministerosalute.it/resources/static/news/591/documento1.pdf
[19] “Food Safety – From the farm to the risk” European Commission
http://ec.europa.eu/food/food/labellingnutrition/supplements/index_en.htm
[20] Codex Alimentarius http://www.codexalimentarius.net/gsfaonline/additives/details.html?id=90
[21] Idem
[22] Idem
[23] Idem

www.disinformazione.it

07 aprile 2009

Tumori e cancri: loro sparizione per autolisi

Tumori e cancri: loro sparizione per autolisi
Dottor Herbert M. Shelton, dal libro “Tumori e cancri: loro sparizione naturale per autolisi
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I soli cancri che essi guariscono sono quelli che non sono cancri. Asportare un tumore benigno e dire che con ciò si è guarito un cancro ai suoi inizi, costituisce, suppongo, una buona pubblicità; ma è anche una forma di sfruttamento del pubblico, che dovrebbe essere guarita mediante il plotone di esecuzione.
A meno che la causa di un male non sia nota, trattarne i sintomi significa perdere il proprio tempo e andare incontro a un disastro.

I medici possono diventare sempre più abili, nel guarire il cancro, ma la mortalità cancerosa continua a crescere. Se sanno guarire il cancro, perché non lo fanno? Cosa aspettano? Ma essi non sanno guarire. Non sanno guarire un raffreddore, non sanno guarire l'acne né i brufoli; non sanno guarire una semplice indigestione; non sanno guarire una semplice costipazione; non sanno guarire l'insonnia, riescono soltanto a fare, di coloro che ne soffrono, degli schiavi della droga. I medici stessi muoiono frequentemente di cancro, così come i membri delle loro famiglie. Un corpo professionale che risulta impotente di fronte a malanni semplici, quasi completamente funzionali, come quelli ora citati, ma che pretende di essere capace di guarire una malattia complessa come il cancro, pur confessando di ignorare la causa, dovrebbe essere spedito in un manicomio.

I membri di questo corpo hanno forse compiuto enormi progressi nella diagnostica e la cura del cancro, nel corso dei tremila anni che sono trascorsi da quando gli Egizi hanno per la prima volta studiato questa malattia; ma, per quanto riguarda la scoperta della causa del cancro, non hanno fatto molta strada. Eppure, la conoscenza della causa di una malattia ha un'importanza primaria.

Citiamo ancora una volta Small: «Alcuni chirurghi possono asportare quasi tutti gli organi del bacino e riportare i propri pazienti a una vita attiva dopo qualche settimana. Tuttavia, è virtualmente sicuro che in questo momento ci siano centinaia di donne che soffrono perché affette, per esempio, di cancro al collo dell'utero e che, per eccesso di pudore, andranno dal medico in ultima risorsa, soltanto dopo che vi saranno state costrette dal dolore o da altro insopportabile sintomo. Allora, sarà probabilmente troppo tardi».

Il grosso delle operazioni chirurgiche è soltanto teatralità spettacolare, con finalità commerciali. La chirurgia non ha mai salvato un solo canceroso.
Asportare una delle ghiandole, o uno dei canali del seno, per una tumefazione benigna e non uccidere in questo caso la vittima della frenesia chirurgica, è una cosa; asportare un sicuro cancro e registrare un nuovo caso di «ablazione riuscita di cancro», è ben altra cosa.
L'ablazione di un tumore canceroso è già, di per sé, una azione stupida. Ma, dopo aver effettuato l'ablazione, si accelera la recidiva del tumore per mezzo dei raggi X e del radio, che complicano la situazione provocando un indurimento dei vicini tessuti «normali» e preparano così l'estensione del cancro nell'area vicina al tumore primitivo.

Soltanto il più stupido dei somari può credere che una malattia sia guarita quando un organo o tutti gli organi contenuti in una cavità siano stati asportati. Non sarà certamente questo a sopprimere la causa della malattia. Che alcune donne riescano a sopravvivere a una tale operazione è cosa certa, poiché molte vi sono riuscite; ma bisogna dire che la vita che conducono in seguito, è lungi dall'essere attiva. In questo stesso momento, nel paese vi sono migliaia di queste donne, che soffrono cioè a causa della perdita degli organi asportati. Per altro verso, molti dei decessi che le statistiche attribuiscono alla mortalità cancerosa non sono dovuti al cancro, ma ad operazioni di questo genere.

Ogni anno la chirurgia uccide migliaia di vittime, la cui morte viene imputata al cancro. Molte di tali vittime non soffrivano di cancro; lo si sospettava soltanto.
Il vero carattere delle relazioni mediche è messo in luce da un estratto che Small ci fornisce di un rapporto sullo studio del «problema critico del ritardo», redatto a cura dei Dottori John E. Leach e Guy F. Robbins, del Memorial Hospital di New York. Vi si legge: «Malgrado tutti i progressi realizzati nella diagnostica e la cura del cancro negli ultimi venticinque anni, è un fatto che la riduzione della mortalità cancerosa, virtualmente possibile, è appena cominciata». In realtà, non è vero che sia iniziata una riduzione della mortalità cancerosa; semmai il suo aumento. E’ anche vero che la cura del cancro è oggi la stessa di venticinque anni fa: chirurgia, raggi X, radio.
La causa del cancro, oggi, non è più nota ai medici di quanto non lo fosse venticinque o mille anni or sono.

Questi stessi medici affermano che «la causa prima di questo insuccesso (l'incapacità di ridurre la mortalità cancerosa) non è dovuta alla mancanza di adeguati metodi terapeutici. La causa fondamentale di tale stato di cose è il tempo eccessivo che trascorre tra l'apparizione dei primi sintomi nel paziente e il momento in cui la cura comincia effettivamente». Questa dichiarazione avrebbe un senso se i medici conoscessero la causa del cancro e il loro intervento avesse un qualsiasi effetto positivo. Non consiglio mai di tardare a rimediare a un disturbo, qualunque esso sia, poiché quando una malattia si lascia evolvere, essa non può che peggiorare, a meno che non se ne sopprima la causa. Ma le visite mediche non rivelano mai le cause delle malattie; infatti, esse non hanno questa finalità.

Un medico appare insieme ridicolo e stupido, quando parla di guarire il cancro, o qualsiasi altra malattia la cui causa gli è perfettamente ignota.
Il medico, che non sa guarire un raffreddore, si dice sicuro di portare a buon fine un fenomeno patologico complesso come l'artrite e presto dirà di poter guarire anche il cancro. Le sue illusioni sulla guarigione sono così ben radicate, che egli immagina di poter guarire senza aver bisogno di eliminare la causa di un male, o solo di conoscerla. Non si può definire il cancro come un tumore maligno le cui cause sono ignote ed estranee all'organismo. Le cellule di tutti i tessuti cancerosi, presentando una deviazione patologica, sono notevolmente differenti dalle cellule di tipo normale dell'organismo.

Il cancro, si dice, nasce e si sviluppa in un punto sottoposto a una «irritazione cronica». E’ spiacevole che, nello studio dell'evoluzione del cancro, non si pensi mai ad identificare le cause che hanno portato a tale irritazione cronica. La nascita e l'evoluzione di questo stato di irritazione cronica non sono oggetto di alcuna indagine.
Se si avesse una chiara conoscenza di qualsiasi malattia sin dal suo insorgere, delle cause che l'hanno provocata e della necessità di sopprimerle, non esisterebbero malattie croniche. Non vi è differenza alcuna tra l'origine, l'inizio, di un cancro e quello di una tubercolosi o un'apoplessia.
La trasformazione patologica di un organismo può manifestarsi in diversi modi, ma l'inizio è sempre lo stesso.

Ogni cattiva abitudine, mentale o fisica, riduce la riserva di energie nervose, comportando così il rallentamento delle funzioni di eliminazione e, conseguentemente, la ritenzione e l'accumulo di residui delle cellule dell'organismo, causa di tossiemia.
Quando la tossiemia raggiunge un tasso elevato, si produce una crisi dell'organismo (malattia acuta, febbre), mediante la quale esso mobilita le proprie energie per eliminare l'eccesso di residui.
Poiché la causa della tossiemia non viene mai eliminata, le crisi si susseguono, fin quando sfociano in una malattia cronica. Tutti i punti attraverso i quali il corpo elimina i suoi detriti vengono allora sottoposti a un'irritazione caratteristica.

Siccome le cattive abitudini non scompaiono e, conseguentemente, la tossiemia non diminuisce, i punti di eliminazione continuano a essere sottoposti ad irritazione anche dopo la sparizione dei sintomi.
Ogni raffreddamento aggrava l'irritazione, finché la stessa si trasforma in infiammazione. L'infiammazione aumenta, o sfocia in una ulcerazione. L'infiammazione cronica finisce per rendere duri i tessuti, creando uno stato d'indurimento. All'indurimento può seguire uno dei tre seguenti fenomeni: cancro, tubercolosi, varie malattie degenerative e paralizzanti, dette «malattie della vecchiaia», che hanno preso questo nome soltanto perché esse appaiono dopo una lunga evoluzione. L'ulcerazione del collo della matrice è la conseguenza di un catarro cronico di tale parte dell'organo; l'ulcerazione dell’intestino tenue è la conseguenza di un catarro intestinale cronico; l'ulcera gastrica è la conseguenza di una gastrite cronica. Le ulcere del naso sono la conseguenza di un catarro nasale cronico.

Nessuna affezione maligna lo è sin dall'inizio, e molti pazienti, se lasciati a se stessi, si ristabilirebbero prima dell'apparizione dei sintomi di malignità; ma il trattamento al quale vengono sottoposti finisce spesso per provocare una rapida trasformazione di un male benigno in male maligno incurabile.
Le masse cellulari anomale che costituiscono i neoplasmi traggono origine dal leggero aggravamento di uno stato di circolazione sanguigna già ostruita. La stessa cosa avviene per le iperplasie.
Il cancro è uno stato patologico caratterizzato dal restringimento graduale dei vasi sanguigni (dai quali tutte le cellule ricevono il proprio nutrimento) fino all'occlusione completa di tali vasi. Un neoplasma che si metta a «crescere» sul seno, per degenerare nell'orrenda massa putrescente chiamata cancro, ha, così, un'origine molto semplice.

Quando un tumore ha una capsula spessa e resistente, che intralcia la sua crescita volumetrica, il suo contenuto tende a raggiungere una tale densità, che i capillari e le piccole arterie finiscono per risultare completamente ostruite. Il tumore si trova, cosi, sempre più tagliato fuori dal circuito sanguigno e finisce per morire di asfissia. Il nucleo del tumore entra allora in decomposizione, e ciò comporta un avvelenamento settico (un avvelenamento del corpo dovuto alle sostanze putride che passano ogni giorno dalla massa in decomposizione al resto del corpo). Questa setticemia cronica (setticemia: avvelenamento settico dei sangue) dà, a sua volta, seguito alla cachessia, che è lo stato in cui lo sviluppo cellulare dell'intero organismo viene cronicamente colpito dall'avvelenamento settico.

Quando il processo che abbiamo appena descritto si verifica in un tumore, lo si può chiamare cancro. La trasformazione di un tumore benigno in un tumore maligno è avviata dall'ostruzione del circuito sanguigno e dall'asfissia cellulare che ne consegue. A partire da questo momento, non esiste alcun fattore estrinseco al tumore, sia patologico, sia eziologico, che possa influire in qualche modo su di esso. L'indurimento delle ghiandole linfatiche vicino al tumore costituisce il primo segno della sua trasformazione maligna.

Come dice il dottor Tilden: «Che il cancro sia mortale, non ha nulla di particolarmente incomprensibile. Un cancro non è altro che sepsi, il prodotto mortalmente virulento della putrefazione dei tessuti, che si trova nelle ferite e nelle appendiciti mal curate, nella febbre puerperale nonché in molti altri risultati dell'incommensurabile e catastrofica ignoranza medica.
E’ lo stesso tipo di avvelenamento mortale che si manifesta dopo un aborto (sia esso "legale" o "criminale"), oppure in occasione dei parti, quando l’ostetrico, o supposto tale, è in realtà un dilettante che raffazzona i parti per affrettarsi ad andare sul campo da golf o a teatro, lasciando così prive di cure le mutilazioni provocate dai suoi interventi rapidi e anormali».
Un certo numero, in verità molto esiguo, di casi di cancro sono finiti con una guarigione. Generalmente, tuttavia, è lecito dire che quando un tumore è diventato maligno la guarigione è impossibile.
Tutti i palliativi quali droghe, operazioni, raggi X, radio e gli altri tipi di cura, che i medici non si fanno scrupolo di sperimentare sui propri malati, sono crudeli ed inumani.
La legge dovrebbe obbligare i medici che praticano tali atti di crudeltà ad astenersi dal farlo od a smettere di praticare la propria professione.

Tratto dal libro del Dottor Herbert M. Shelton: “Tumori e cancri: loro sparizione naturale per autolisi”