03 dicembre 2008

Vaccinazioni e medicalizzazione della vita

Vaccinazioni e medicalizzazione della vita
“Il sano è un malato che non sa di esserlo”
Marcello Pamio - 1 dicembre 2008

Dal 21 al 23 novembre scorso si è svolto a Verona l’ottavo Congresso nazionale di medicina omeopatica, organizzato dalla Scuola di Medicina Omeopatica di Verona (www.omeopatia.org).
Numerosi sono stati gli ospiti invitati a relazionare, ma il mio interesse era rivolto principalmente ai primi due interventi di sabato mattina: dr. Roberto Gava e prof. Gianfranco Domenighetti.

Roberto Gava è medico chirurgo omeopata con specializzazione in farmacologia e tossicologia: una autorità nazionale in ambito vaccinale e autore di decine di pubblicazioni scientifiche (vedi elenco).
Il titolo della sua relazione era “Le vaccinazioni pediatriche: etica e potere delle vaccinazioni”.

Quasi impossibile è riassumere una conferenza di circa 1 ora, con decine di grafici e centinaia di dati ufficiali, ma quello che merita una sottolineatura è il concetto stesso di vaccinazione.
Potremo accettare – ha detto Gava - le vaccinazioni eseguite in un certo contesto, cioè secondo le acquisizioni medico-scientifiche più recenti (concetto di scienza), nel rispetto della salute presente e futura dell’individuo (concetto di etica), adattate nel loro tipo, numero, età di inizio, modalità di somministrazione (personalizzazione), nel rispetto di bisogni, disponibilità, volontà e libertà di scelta del soggetto (libertà), dopo aver tenuto un vero consenso informato (informazione)
Mentre dovremo essere contrari alle vaccinazioni se vengono eseguite come imposizione coercitiva (obbligo), secondo acquisizioni mediche obsolete non più accettabili (preconcetti: ‘le vaccinazioni fanno solo bene e non si discute’), in modo lesivo per la salute psicofisica presente e futura della persona (c’è un danno in bambini sani), non adattate nel loro numero, tipo, età di inizio e modalità di somministrazione (massificazione), senza rispetto di bisogni, disponibilità, volontà e libertà di scelta del soggetto e senza aver ottenuto un vero consenso informato.”

Dopo questa analisi, vediamo qual è la situazione vaccinale in Italia:

- Sono obbligatorie per legge, ad eccezione di qualche regione tra cui il Veneto;
- Sono massificate e non personalizzabili in base all’età e allo stato di salute del bambino;
- Non viene fornita ai genitori alcuna informazione utile sul rapporto rischi-benefici;
- I vaccini sono un costo enorme per il Sistema Sanitario Nazionale, quantificabile in circa un miliardo di euro;
- I bambini sono sempre più cagionevoli di salute (intolleranze, allergie, ecc.)
- L’autismo nei bambini è in costante aumento.

Apro una parentesi per l’autismo perché questa problematica sta diventando una vera e propria piaga sociale: 1 bambino su 160 nel mondo ne risulta affetto!
Secondo il prestigioso “Lancet”, il rischio di nascere oggi con queste problematiche è molto più alto rispetto il passato.
Nell’ultimo decennio nella sola California si è riscontrato un aumento del 276% di nuovi casi.
Gli stessi FDA e i CDC statunitensi hanno finanziato ben tre studi sull’autismo: i dati hanno dimostrato la correlazione tra mercurio e autismo, tra vaccini e autismo, ma nessuno ha raccolto questo messaggio”.[1] Perché? Cui Prodest?
Il numero di studenti autistici presenti nelle scuole americane (età 6-21 anni), dall’anno scolastico 1991-92 al 2001- 02, ha evidenziato un aumento del 1700%!!![2]

Qual è la causa di un tale aumento? Il mercurio?
Il livello del mercurio considerato limite massimo accettabile (oltre il quale si parla di tossicità per la salute umana) è di 0,1 microgrammo/chilo/die e quindi per neonati di 3 mesi di vita (circa 5 kg di peso corporeo) è di 0,5 microgrammi/die.
Secondo i dati americani, negli anni ‘50-’70 la dose totale di mercurio che veniva inoculata per ciclo vaccinale era di 25-50 microgrammi.
Negli anni ’80, la stessa dose per ciclo vaccinale era invece di 75 microgrammi.
Nel 1999, negli USA, sono arrivati a somministrare anche a 275 microgrammi di mercurio per ciclo vaccinale!

L’aumento dell’autismo e questo crescente aumento del mercurio vaccinale (dovuto ad un sempre crescente aumento del numero dei vaccini pediatrici) sono una semplice coincidenza o sono fortemente e direttamente correlati indicando che il mercurio contenuto nei vaccini è espressione di un chiaro danno vaccinale?

E in Italia, come siamo messi?
A Taranto, negli ultimi 10 anni, l’aumento di bimbi autistici è di circa il 50% rispetto agli anni precedenti, mentre negli ultimi 20 anni tale aumento è stato del 100%”.[3]
Studi americani – continua l’estero dell’Asl - dicono che la diossina può essere responsabile di irrequietezza, disturbi di apprendimento, disturbi dello spettro autistico e quindi della relazione”[4].
Oltre alla cancerogena diossina esistono serie correlazioni tra metalli pesanti velenosi come mercurio e alluminio contenuti nei vaccini pediatrici (anche in quello antinfluenzale) e patologie gravi come l’autismo.

Per le altre malattie infettive pediatriche (morbillo, vaiolo, tubercolosi, polio, ecc), il dr. Gava, con dati ufficiali alla mano, ha dimostrato la fallace spiegazione pseudo-scientifica che vorrebbe farci credere che il miglioramento della salute si è ottenuto solo grazie ai vaccini, dimenticandoci di dirci che le campagne vaccinali sono iniziate quando le norme igienico-sanitarie erano profondamente migliorate …
I grafici dell’andamento epidemiologico lo dimostrano in maniera inequivocabile.

Tanto per ricordare, in molti Paesi del Terzo Mondo (Africa in particolare) la poliomielite è iniziata dopo la vaccinazione di massa, mentre prima c’erano solo casi sporadici.
Lo stesso è accaduto in Albania: dopo le vaccinazioni di massa nel 1996 ci sono stati 76 casi di polio tutti causati dal vaccino orale di Sabin!
Non ha più senso – continua Gava - la vaccinazione contro la polio in Europa, anche perché dal 2002 l’OMS ha certificato il nostro Continente come ‘Polio Free’, cioè senza più virus selvaggio della poliomielite”.
Eppure, nonostante il vaccino orale contro la polio in America ed Europa sia stato tolto, si continua a vaccinare in Africa, Asia e India con quel tipo di vaccino … e non a caso la polio avanza!

Si pensi anche alla situazione indiana: i casi di paralisi flaccida acuta da polio sono in continuo aumento, perché l’incidenza della malattia è aumentata dai 3.047 casi del 1997, quando è stato iniziato il PEI (Polio Eradication Initiative, cioè la campagna di vaccinazione di massa), ai 27.000 casi del 2005 e per di più la malattia ha colpito bambini vaccinati.[5]
Credo sia chiaro per tutti.

Cosa possiamo fare noi genitori per diventare veramente responsabili delle nostre scelte e/o decisioni? Il buon senso porta a concludere che:

1) Quando portiamo a vaccinare i nostri piccoli (3 e 6 mesi) ci faranno firmare il consenso informato, cioè saremo noi genitori a prenderci tutte le responsabilità di eventuali effetti e/o reazioni avverse (sclerosi multipla, diabete mellito insulino-dipendente, autismo, ritardo mentale, ecc.) e non il medico che esegue l’iniezione o la Asl che la impone secondo legge.
Perché non chiedere al medico di firmare anch’egli una dichiarazione in cui garantisce che a nostro figlio non accadrà nulla di male, così come sostengono i fogli informativi sui vaccini distribuiti dalle Asl?
Forse e dico forse, assisteremo ad un totale e assoluto diniego, perché probabilmente non esiste un solo medico che potrà firmare quella carta, anche se i vaccini vengono reclamizzati come “sicuri” e “utili”.

2) E’ utile sapere che la legge impone come obbligatori 4 vaccini, mentre le Asl hanno a disposizione l’esavalente, cioè il vaccino contenente ben 6 diversi vaccini (costa molto di più, per la gioia dell’americana Big Pharma e della nostra Farmindustria ed è assai più pericoloso per la salute del neonato perché le dosi sono maggiori).
Se vogliamo rispettare la legge e vaccinare nostro figlio, abbiamo almeno il diritto di chiedere che gli siano inoculati solo i 4 vaccini obbligatori e in dosi separate (cioè 4 inoculazioni a distanza).
Se questi vaccini non sono disponili, come spesso accade, le Asl dovranno ordinarli facendo guadagnare un po’ di tempo ai nostri bambini. Questo permetterà loro di crescere, riducendo gli eventuali problemi legati ad un sistema immunitario ancora in formazione. Ricordo che a 3 e 6 mesi il sistema immunitario è immaturo, mentre è diverso il discorso ad 1,5 - 2 anni di età.

Medicalizzazione della vita
La seconda relazione dal titolo “Medicalizzazione della vita e comunicazione sanitaria” è stata tenuta dal prof. Domenighetti, docente in due università svizzere (Losanna e Lugano) e responsabile per oltre tre decadi della Sanità del Ticino.

Il professore ha dichiarato che oggigiorno assistiamo ad una dinamica che mira a trasformare i sani in ammalati.
Questo processo, significativamente fondato sulla comunicazione, sul marketing e sui conflitti di interesse, è promosso e sostenuto, direttamente o indirettamente, dai produttori di tecnologia medico-sanitaria, cioè dalle lobbies del farmaco.

La “costruzione sociale” delle malattie, secondo Domenighetti, sta per essere sostituita da quella “industriale”. Ciò si concretizza tramite un’espansione su tre livelli del dominio della Medicina:

- Piano quantitativo à ridefinizione e abbassamento dei limiti soglia che definiscono e differenziano il “patologico” dal “sano”. Per esempio, sono stati ridotti i valori massimi considerati accettabili di colesterolo, trigliceridi, pressione arteriosa, ecc. Fino a giugno 2003 il valore oltre il quale si considerava patologica la trigliceridemia era fissato a 2.3 e da luglio è sceso a 1.7! Nello stesso arco di tempo, il valore oltre il quale si considerava patologica la colesterolemia LDL è passato da 3 mmol a 2.6 mmol. Con queste nuove direttive, milioni di persone sane sono diventate immediatamente malate, e quindi potenziali clienti delle aziende farmaceutiche.

- Piano temporale à promozione della diagnosi precoce: screening.

- Piano qualitativo à definizione di “nuove” malattie, osteoporosi, sindrome premestruale, ecc.

Per far comprendere il quadro generale degli screening, Domenighetti ha riportato uno degli esempi più interessanti e illuminanti: quello delle autopsie eseguite in Svizzera.
Esami autoptici eseguiti su migliaia di persone sane morte non per malattia (per es. incidenti stradali) hanno rivelato:
- Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) era portatrice di tumori al seno (carcinoma in situ, cioè uno stadio che probabilmente non sarebbe mai evoluto in cancro conclamato).
- Il 48% degli uomini (sopra i 50 anni) era portatrice di tumori alla prostata.
- Il 100% di uomini e donne (sopra i 50 anni) presentava un tumore alla tiroide.

Pochi conosceranno simili dati, ma basta parlare con un qualsiasi patologo intellettualmente onesto per comprendere come questo sia la “normalità”: moltissime persone sane hanno tumori, ma non sanno di averli e quindi vivono normalmente.
Il nostro corpo, infatti, produce ogni giorno migliaia di cellule tumorali. Ogni santo giorno per tutti i giorni della nostra vita.
Queste cellule, se il sistema immunitario è forte e sano (grazie ad un buon lavoro della nostra Vis Medicratix Naturae, la forza di risanamento e autoguarigione), verranno fagocitate e distrutte.

Ma se il nostro sistema difensivo non funziona correttamente (per un qualsiasi motivo: emozionale, psicologico, carenziale, tossicologico, ecc.) queste cellule avranno la possibilità di organizzarsi, crescendo e formando masse tumorali. Anche in questo caso, però, è possibilissimo che tali masse tumorali possano restare localizzate (tumore in situ) anche per decenni o per tutta la vita senza recare alcun fastidio o danno.
A questo punto immaginate qualcuno – dice Domenighetti - che “inventa una macchinetta che ve la passa davanti alla tiroide e che poi vi dice: ‘… Ah tu hai un carcinoma in situ alla tiroide’
Non si morirà di tumore perché questo è in situ, ma pensate al trauma psico-emozionale che vivrà quella persona che si sente fare quella diagnosi …

Qui entrano in gioco gli esami diagnostici preventivi (che di prevenzione non hanno nulla, perché al massimo possono essere definite diagnosi precoci): i cosiddetti screening di massa, con i quali si invitano persone oggettivamente sane a cercare qualche piccola anomalia (chi non le ha?) che magari non ha alcun significato patologico (ma che viene ugualmente tolta chirurgicamente con conseguente stress, spese, medicalizzazioni e continui futuri esami laboratoristici) o che si trova in stadio latente e che potrebbe restare tale per anni.
Cioè, stanno cercando il malato nel sano e tale “ricerca” è sempre più anticipata nel tempo.

Sfatiamo subito uno dei miti sullo screening: non riduce assolutamente la mortalità per tumore, ma aumenta le diagnosi, cioè aumenta il numero dei tumori scoperti, anche quelli tranquilli e non pericolosi (in situ), senza modificare la curva della mortalità (non è stata evidenziata alcuna differenza tra quelli che si sottopongono a screening e quelli che li evitano).
Però, una volta diagnosticato un tumore, le persone sono psicologicamente e/o emozionalmente in grado di superare tale “nefasta” diagnosi? Vivranno come prima, oppure la loro vita cambierà drasticamente?
Oggi il numero dei tumori diagnosticati è in perenne crescita (in Italia, i nuovi casi di tumore sono stati 250.000 nel 2002 e 270.000 nel 2005; fonte Istat) e certamente una delle cause sono proprio la massificazione degli screening.

Ed ecco la Legge aurea di Big Pharma:

più esami diagnostici à più tumori tra la popolazione
più tumori
à più soldi alle lobbies

Più questi esami diventeranno precisi e più tumori scopriranno per il motivo detto sopra: produciamo ogni giorno migliaia di cellule tumorali e di queste, la quasi totalità viene distrutta subito ma qualcuna può sfuggire e dare origine a qualche piccolo agglomerato cellulare che viene identificato come un nodulino tumorale.
Si pensi solo alla frontiera degli esami attraverso il DNA: con un semplice prelievo del sangue si è in grado di diagnosticare ad un bambino appena nato, o addirittura ad un feto in grembo, la predisposizione al cancro o ad altre patologie.
“Predisposizione”, che possiamo dire assurda e ridicola visto che il dogma fondamentale del determinismo genetico è crollato definitivamente con lo studio del Genoma umano (vedi articolo).
L’epigenetica (“oltre/sopra la genetica”) afferma da decenni che “non siamo schiavi dei nostri geni”, perché “i geni dipendono dall’ambiente” (interno ed esterno). I geni possono modificarsi in base al nostro modo di pensare e alimentarci, allo stress ambientale o all’ambiente familiare, al credo religioso, allo stato sociale, ecc.

Ecco la medicalizzazione della vita: ancora prima di nascere siamo malati e destinati a manifestare quella malattia!
D’altronde, una persona sana viene considerata una persona malata che non sa di esserlo e le lobbies del farmaco si premurano di ricordarcelo in ogni momento.
Questa strategia ha lo scopo di spegnere le speranze e le prospettive di una vita migliore; significa creare le condizioni mentali ed emozionali affinché proprio quella patologia si sviluppi.
Pensare continuamente al cancro solo perché qualcuno ci ha detto che siamo “predisposti” geneticamente, significa vivere costantemente nella paura della malattia e della morte.
Come sarà la nostra esistenza?

La campagna di disinformazione e medicalizzazione di massa è così ben avanzata che oggi l’80% delle donne italiane (e moltissimi medici) pensano che gli screening mammografici “riducano il rischio” di ammalarsi. Sono dati ufficiali, purtroppo.
“Ridurre il rischio di ammalarsi” significa che più mammografie (o esami del PSA per la prostata) facciamo e più “evitiamo il rischio” che ci venga un tumore! Totale ignoranza, cioè non conoscenza specifica della materia, perché lo screening NON riduce assolutamente il rischio di ammalarsi, ma scopre prima nel tempo un tumore. Tutto qua.
Evitare di ammalarsi, cioè la vera prevenzione, è tutta un’altra cosa.

Questa disinformazione è pura propaganda ufficiale veicolata dalle potentissime e sconosciute agenzie di Pubbliche Relazioni (agenzie di PR) che pagano miliardi a testimonial famosi (noti oncologi, personalità dello spettacolo, giornalisti, ecc.) e inviano centinaia di articoli, redazionali a tutte le testate giornaliste del mondo.

Domenighetti definisce la diagnosi precoce “una gabbia logica”, e ne spiega il motivo.
Se ho fatto l’esame ed è positivo, ho fatto bene a farlo perché ho trovato un qualcosa che posso curare prima.
Se l’esame è negativo, comunque ho fatto bene a farlo perché so di non avere il cancro.
Se non faccio l’esame e insorge la malattia, ho fatto male a non farlo prima.
In ogni caso la cosa giusta è sempre quella di sottoporsi allo screening.

E infatti, se chiediamo al medico un consiglio, ovviamente dirà di fare gli screening perché minimizza il rischio di aver dato un consiglio sbagliato. Nel dubbio, il medico dice quello che dicono tutti, così non avrà problemi legali e non rischierà nulla.
Quelli che rischiano semmai siamo sempre e solo noi.
Concludo con un titolo emblematico pubblicato dal New York Times nel 2007:

“Quello che ci fa ammalare è un’epidemia di diagnosi”
(New York Times, 2007)

“Epidemia di diagnosi”, per la quale però, non esiste alcun vaccino ……
Se non quello della presa di coscienza, chiamata piena consapevolezza.

Ringrazio la Scuola di Medicina Omeopatica di Verona (www.omeopatia.org) per avermi invitato al Congresso, dandomi da una parte l'opportunità di ascoltare due grandi personaggi e dall'altra di condividere con tutti i lettori le informazioni ascoltate.
Marcello Pamio

08 novembre 2008

A cosa serve la crisi finanziaria? E a chi serve?


Prof. Paolo Franceschetti – 13 ottobre 2008 - http://paolofranceschetti.blogspot.com/

1. Premessa
Come tutti sanno questo blog parla di argomenti vari, Mostro di Firenze, Moby Prince, Ustica Moro, ma tutti accomunati da un nesso comune. La massoneria.
Cosa c’entrano questi argomenti con il crack finanziario? Centrano. Centrano.
Se avrete la pazienza di seguirmi per un po’ ve lo chiarisco, cercando di spiegare il motivo di questo crack finanziario quasi globale, che è solo prodromico ad altri ancora peggiori, questa volta globali. Cercheremo di capire cioè chi l’ha innestato e perché.

Ho iniziato a capire la potenza della massoneria e i suoi fini, non da complottista fissato, non da appassionato di gialli ed esoterismo. I complotti non mi avevano mai interessato e non ho mai avuto fiuto per i rebus o per i gialli.
Certo, avevo intuito che dietro tutte le morti sospette nei testimoni dei processi, dietro agli infarti, agli incidenti, c’era qualcosa di potente.
Avevo intuito che se tutte le stragi italiane erano rimaste impunite qualcuno manovrava dall’alto. Ma non avevo capito chi c’era dietro, e soprattutto non avevo capito perché.
Poi ho iniziato a capire, dopo l’inchiesta Cordova, la potenza della massoneria, cioè una forza in grado di legare tra sé, e subordinare ad essa, mafie, servizi segreti, e poteri illeciti vari.
Fin qui OK.
Ma restava una domanda…
Se esiste un’organizzazione così potente da condizionare la politica degli Stati, organizzare guerre, organizzare stragi e farla sempre franca, uccidere tutti coloro che si oppongono al sistema, qual è il fine ultimo di questa organizzazione?
Il fine era quello che mancava.
Poi ho capito

2. Il sistema.
Ho iniziato a capirlo studiando le leggi del sistema bancario. Studiando - da giurista e non da esoterista – il mondo delle banche, il suo funzionamento e i suoi riflessi sulla vita di tutti noi cittadini. Banca d’Italia, BCE, Fondo Monetario internazionale… E ho capito che è quello il cuore di tutti problemi: il mondo bancario.
Vediamo di riassumere i punti salienti della mia ricerca:

1) Anzitutto una prima anomalia che si palesa subito a chi studia l’argomento, è il funzionamento della Banca D’Italia e della BCE. La Banca d’Italia è per il 95 per cento in mano ai capitali privati, ovverosia Intesa-San Paolo, Generali, Monte dei Paschi di Siena, ecc…. La quota più rilevante è quella di Intesa San Paolo che è una vera e propria quota di controllo. Quindi ecco un primo grosso problema della politica e finanza italiane: la moneta non viene emessa dallo stato, ma dalla banche private; il controllo della moneta e degli istituti di credito è in mano alle banche private e non allo stato. Cioè i controllati si controllano da soli.

Questo significa una cosa sola: che sono le banche a governare il paese, e non la politica, e che i politici sono asserviti ai banchieri e agli imprenditori. Ciò è confermato dalle leggi che disciplinano le banche, ove è evidente che il governo non ha nessun potere su Banca D’Italia, né di controllo né di nomina degli amministratori.

2) La seconda anomalia è europea. Noi dipendiamo dalla BCE. E la BCE è un istituzione indipendente dalla Comunità europea, con più poteri addirittura dello stesso parlamento europeo. Gli amministratori della BCE son svincolati dai governi, non rispondono praticamente a nessuno e godono addirittura di immunità superiori a quelle, già corpose, dei parlamentari europei.

In poche parole: la finanza europea dipende dalla BCE.

3) La cosa che salta agli occhi è che la Banca d’Inghilterra ha il 17 per cento del capitale della BCE. Ma l’Inghilterra è fuori dall’euro, quindi non ha senso che una nazione straniera fuori dal circuito dell’euro possa controllare i destini dei paesi dell’area Euro. Ora, se i geni dell’anticomplottismo saltano subito su a precisare che quel 17 (superiore pure alle quote italiane, francesi, spagnole) è solo formale, basta un minimo di intelligenza per capire che un’istituzione come la Banca d’Inghilterra non si insedia certo in un organismo importante e potente come la BCE solo formalmente. In realtà “sostanzialmente” le banche inglesi hanno un potere enorme sulle banche europee. Vediamo come.

4) Facendo una breve ricerca che chiunque può fare da solo su Internet, risulta che il vertice della massoneria mondiale, il vertice UFFICIALE, è nella corona inglese. Ora, siccome la corona inglese nomina i dirigenti della Banca d’Inghilterra (è sufficiente controllare sul sito ufficiale della banca) ne consegue che la Banca d’Inghilterra è controllata dalla massoneria. E questo non lo diciamo noi, ma lo dicono i siti ufficiali di queste istituzioni.

5) Considerando l’importanza e la potenza della massoneria a livello mondiale ci vuole poco a capire quindi chi, veramente, detiene il potere nella BCE, e per quale motivo i vertici della BCE non rispondono penalmente e civilmente neanche nei confronti del parlamento europeo.
Ma la vera anomalia non è neanche questa.

6) La cosa più assurda è che controllando il flusso degli investimenti delle banche italiane, si nota che molte, tante, troppe azioni e troppi milioni di euro, sono investiti in… banche inglesi e americane. Barclays, Rockfeller, Morgan Stanley, ecc., creando un conflitto di interessi pauroso.
In altre parole, il nostro destino è legato a filo doppio alle sorti delle banche inglesi e americane. In questo modo si crea però un conflitto di interessi, perché le leggi o le manovre finanziarie che rafforzano l’Euro danneggiano le altre monete, ma rafforzando la nostra moneta paradossalmente allo stesso tempo danneggiamo anche le nostre banche e i nostri investimenti, e viceversa.
Analizzando quindi i flussi di capitali e la ricchezza ci si accorge che tutto il potere del mondo è concentrato in poche mani, di pochi gruppi bancari e industriali il cui destino è legato a filo doppio dalle stesse vicende.

A questo punto si capisce perché la politica sia assoggettata alle banche e perché chi prova a toccare le banche muore. Si capisce cioè perché, gira e rigira, tutti quelli che si sono avvicinati alla massoneria e/o alle banche sono morti, da Falcone, ad Ambrosoli, a persone meno conosciute come Arrigo Molinari che avevano provato a portare alla luce il problema del Signoraggio (Arrigo Molinari che, ricordiamolo, morirà in un lago di sangue, secondo il copione più classico dei delitti della Rosa Rossa, in una data il cui valore numerico è, non a caso, 7).
Ma ancora non si capisce il fine di tutto ciò. Controllare tutto va bene. Ma perché?
Studiando i meccanismo del sistema bancario la cosa appare chiara e risulta evidente il motivo della crisi di questi giorni. Anche qui occorre procedere per punti.

1) Le banche prestano denaro virtuale ed inesistente a fronte di beni reali. Spieghiamo meglio. Per prestare denaro una banca non fa alcuna fatica, deve solo scrivere una cifra sullo schermo di un PC. Si digita: 1.000.000.000 di euro e voilà… come per magia la banca ha prestato un miliardo di euro. Quando l’azienda, il privato, o lo stato estero, non possono restituire, la banca fa un’operazione molto semplice: chiede all’azienda mezzo miliardo di azioni in cambio dell’azzeramento del prestito; chiede al privato i suoi beni in cambio dell’azzeramento del prestito; oppure chiede allo stato estero del terzo mondo una miniera di diamanti, di oro, ecc…. Non è un caso che la maggior parte delle miniere di diamanti dell’Africa siano di proprietà di banche europee.
Il meccanismo è semplice: se Tizio non può pagare un debito di 100, la banca si accontenta di un bene che vale 50. Tizio ci guadagna. La banca, contabilmente, ci rimette. In realtà, dal punto vista reale, la banca non ha perso nulla, ma al contrario ha guadagnato una miniera, il controllo di una società, i beni di Tizio. Cioè in altre parole la banca non ha perso nulla, tranne una cifra scritta sullo schermo di un PC; ma in cambio ha acquistato petrolio, diamanti, oro, terreni, case.
Ricordiamoci poi che da Bretton Woods in poi, nel 1944, il sistema bancario mondiale non è più vincolato all’oro, ma è poco più che carta straccia. Il suo valore infatti è dato da un complesso di calcoli e di variabili che in sostanza fanno dipendere il suo valore dalla fiducia che in un dato momento il mondo accorda a quella moneta.
La banca cioè (o il suo prestanome) a fronte di un esborso pari a 0, acquista beni reali, diamanti, oro, terreni, case, società.
Inoltre, allo stato attuale, non esiste neanche una quantità di cartamoneta sufficiente a coprire tutti i conti correnti e i debiti della banche. Questo significa che se domani tutti i risparmiatori si recassero a prelevare contanti, in circolazione non ci sarebbe neanche un numero di monete sufficiente a restituire il tutto.
Il denaro, in altre parole, è diventato meno che carta straccia. E’ diventato un numero scritto sullo schermo di un PC.
Quindi è sbagliato dire che la banche “falliscono”. Fallimento implica l’idea di sconfitta. Sarebbe più corretto dire che la banca “termina il suo lavoro”.
Quando la banca fallisce, in realtà non fallisce affatto, ma ha completato la sua opera: che è quella di acquisire beni reali a fronte della cessione di beni inesistenti. Avere un bilancio in passivo, per una banca, equivale ad avere in mano un documento con calcoli e cifre… ma avere in mano anche beni materiali di ingente valore acquistati per poter arrivare a questo buco di bilancio.

2) L’altro strumento di questa immensa operazione è stato il fenomeno delle privatizzazioni. Ci avevano detto che la privatizzazione serviva per rendere più efficiente il sistema dell’energia, il telefono, l’acqua, tutto. All’inizio ci avevamo creduto. Ma oggi abbiamo capito che non è così. Telecom è più inefficiente di prima, quando la società si chiamava SIP. Mentre l’Enel, in questi anni, ha moltiplicato gli “errori” sulla bolletta e sui contatori, che sono all’ordine del giorno e si traducono una truffa sistematica ai danni dei cittadini, con un meccanismo che prima, quando questi enti erano in mano statale, non accadeva.
Per non parlare delle società di riscossione delle tasse degli enti locali, che diventano private. Cioè si affida un servizio pubblico impositivo ad un ente privato che mediante le cosiddette cartelle esattoriali pazze, incamera illegalmente milioni di euro.
Come poi sappiamo, è in atto un processo di privatizzazione degli altri servizi pubblici essenziali, come l’energia e l’acqua.
E chi controlla l’acqua, l'energia e il cibo, controlla il pianeta.

3. Conclusioni
Studiando il sistema bancario, si spiega la ragione dell’intoccabilità delle banche. Ecco perché nessun partito, da destra a sinistra, salvo pochissime eccezioni, ha sollevato il problema. Neanche i paladini dei poveri come Rifondazione Comunista lo hanno fatto; né i paladini del nazionalismo e della forza dello stato, lega e AN, hanno denunciato questo stato di cose.
Perché la parole d’ordine della politica è occuparsi di temi solo secondari, dall’aborto ai Pacs. Ma mai, in nessun caso, occuparsi della banche (che poi significherebbe risanare il bilancio dello stato e evitare il crack economico e finanziario).
Da queste leggi, e dalla situazione economica e finanziaria, si risale al gruppo Bilderberg., alla P2, alla Rosa Rossa e a tutto il resto. Rosa rossa che è il cuore del potere bancario, finanziario, e politico.
E allora non ci si stupisce più del motivo per cui, ad esempio, si trova il simbolo della rosa non solo nei simboli dei partiti; ma lo stilema di una rosa, compare nel sito di una delle istituzioni bancarie più importante del mondo, Euroclear (l’ex Cedel). E non deve stupire che tale stilema, in quel sito, sia immerso nel colore rosso, che altro non è che il lago di sangue che è stato versato in tutti questi decenni per arrivare alla situazione attuale; una situazione che è stata preparata con cura nei decenni, dai politici e dai finanzieri, in un legame indissolubile in cui nessuno poteva fare a meno dell’altro, e che ha richiesto un enorme dispendio di energie affinché il piano finale potesse realizzarsi. Infatti per arrivare ad un’operazione del genere era necessario che nessun politico potesse dissentire dal programma globale; e che tutta la grande finanza, col tempo, si fosse assoggettata ad esso.
Ecco allora che i pochi politici onesti col tempo sono stati allontanati. Ecco che chiunque arrivava alla verità moriva. Ecco le stragi di stato, per poter permettere il passaggio all’attuale sistema bipolare sull’onda della paura.
Ed ecco le ragioni di questo crack finanziario globale: far crollare il sistema bancario, per far perdere al denaro il suo valore, ma affinché i beni, siano essi terreni, oro, diamanti, abitazioni, continuino a valere. E quelli sono in mano ai grandi gruppi bancari e finanziari.
Se a questo crack aggiungiamo la privatizzazione di tutti i servizi pubblici, compresa l’acqua, la luce, il quadro è completo.
Tutto ciò rientra nel progetto di controllo globale delle risorse: i grandi gruppi bancari e industriali, nonostante il fallimento (anzi… proprio grazie a questo) avranno in mano non solo beni materiali come oro diamanti petrolio, ma anche risorse primarie, come acqua e energia elettrica.

Riassunto per domande e risposte.
Riassumiamo il tutto con semplici domande e risposte.

1) Chi ha voluto il crack? Le grandi banche. I grandi banchieri ovverosia il vertice della massoneria internazionale. BCE, Banca d’Inghilterra e Federal Reserve in testa.

2) Perché? Per arricchirsi. Loro hanno acquisito e acquisiranno beni reali, mentre perderanno solo denaro, ovverosia una posta virtuale che non vale niente. Il fallimento, infatti, arricchirà queste persone, e non le indebolirà. Sono loro che hanno le materie prime.

3) Di chi è la colpa? Della politica che lo ha permesso. Dei banchieri e della finanza internazionale che in questi decenni hanno corrotto e/o ucciso tutti quelli che si sono opposti a questo progetto.

4) Quali mezzi hanno usato? Il trattato di Lisbona, l’Unione Europea, i sistemi politici bipolari (non a caso fortemente voluti dalla P2). Questi sono solo i mezzi per accentrare tutti i poteri in poche mani, e allontanare i centri decisionali del potere dalla gente. E sono uno strumento per permettere questo crack finanziario, che diversamente non sarebbe stato possibile, se la politica avesse fatto il suo dovere e se ciascuna nazione avesse curato i propri interessi anziché quelli dell’Unione Europea.

5) Ma cosa c’entra la Rosa Rossa con il crack finanziario, con Cogne, Erba, e il Mostro di Firenze?
La massoneria rosacrociana, per poter attuare un piano decennale come quello che si può vedere in atto, è (e non può che essere) potentissima. Se qualcuno dei suoi membri commette delitti di natura esoterica, per finalità specifiche interne all’ordine, questi vengono coperti da tutti gli affiliati all’organizzazione. Si tratta di un’organizzazione che ha il potere di unificare l’Europa e poter programmare un crack finanziario che era risaputo in tutti gli ambienti; un crack cioè che è stato voluto dalla elite bancaria e finanziaria, e appoggiato dalla maggior parte dei politici al governo che sono i meri esecutori materiali di questi gruppi. Un organizzazione così ha logicamente il potere di controllare e intervenire anche nelle vicende apparentemente marginali, come i delitti di sangue commessi dai suoi affiliati.

In effetti, da questo punto di vista, hanno ragione Berlusconi e Tremonti. La situazione è sana: le banche infatti, non “falliscono” se non virtualmente, ma hanno raggiunto il loro obiettivo. E, dal loro punto di vista, non c’è certo di che preoccuparsi. Chi si deve preoccupare sono solo le persone che avevano accumulato, orgogliose, quelle decine di migliaia di euro in banca. “Loro”, i potenti, comunque vada cascheranno in piedi e si rialzeranno addirittura più forti di prima, con il controllo delle risorse economiche del pianeta.

PS.
L'articolo, per essere comprensibile, è volutamente generico. Altrove, in passato, ho trattato in modo più approfondito il problema della Banca d'Italia e dei legami tra massoneria e Banca d'Inghilterra con i riferimenti legislativi precisi.
http://www.altalex.com/index.php?idnot=37581
http://www.altalex.com/index.php?idnot=38143
Per il problema delle banche si possono consultare i siti www.signoraggio.com, Disinformazione, e il sito di Larouche www.Movisol.org, che da anni anticipavano il crack finanziario che oggi è sotto gli occhi di tutti. Da anni. Ma si sa... quelli sono siti complottisti. Meglio leggere il Corriere della Sera, che è equilibrato ed equidistante, Repubblica per chi è un po' a sinistra, e il Giornale per chi è un po' a destra.

10 ottobre 2008

Premio Nobel ai prestigiatori della medicina

Premio Nobel ai prestigiatori della medicina
Marcello Pamio – 7 ottobre 2008

Ci sono persone che farebbero (e fanno) di tutto pur di accaparrarsi i prestigiosi Premi Nobel, e ovviamente il gruzzoletto messo a disposizione dalla caritatevole Fondazione svedese omonima. Qualcuno ucciderebbe il collega, qualcun altro falsificherebbe i dati o venderebbe la propria anima al Diavolo pur di salire sul palco e tornare a casa con l’ambito premio.
I Nobel sono decisi dall’establishment scientifico internazionale, per premiare ufficialmente ed economicamente i ricercatori che portano avanti, nei loro specifici rami, il paradigma ufficiale. Ne più ne meno.
Le prove ovviamente non mancano e basterebbe avere un po’ di memoria storica – ahimé sempre più labile grazie alla televisione e al bombardamento mediatico. Uno per tutti: la “statuetta per la Pace ” al massone eugenetista Albert Arnold Gore junior, pochi mesi fa.

Nel 2008 ad aggiudicarsi il Nobel per la medicina sono addirittura ben tre “scienziati” europei “autori di due scoperte chiave per la salute umana: il tedesco Harald zur Hausen, per aver dimostrato che ‘il Papillomavirus umano causa il carcinoma della cervice’; e i francesi Francoise Barrè-Sinoussi e Luc Montagnier, per la loro scoperta dell'Hiv” (Adnkronos, 6 ottobre 2008).

In periodo di grandi campagne per la vaccinazione di massa contro il fantomatico HPV, papilloma virus, è più che doveroso premiare i servitori delle lobbies del farmaco.
Lobbies potentissime come la Merck che produce il vaccino Gardasil (564,00 euro per 3 siringhe e che provocò una strage con l’antidolorifico Vioxx per fortuna ritirato dal commercio pochi anni fa) e la GlaxoSmithKline che sforna il Cervarix (oltre a produrre mostarde azotate per i tumori, cioè agenti vescicanti derivanti dalla guerra chimica, come l’Hycamtin a soli 1850,00 euro a fiala), tanto per ricordare due nomi.

Affermano gli studiosi dell’Assemblea dei Nobel: «La sua scoperta ha portato alla comprensione dei meccanismi della cancerogenesi indotta dall'Hpv e, alla fine, allo sviluppo di vaccini profilattici contro il Papillomavirus". (Adnkronos, 6 ottobre 2008).
Soprattutto lo sviluppo di vaccini contro il virus!

Ma in tema di virus fantomatici, il podio in assoluto se lo merita l’Hiv.
Ed è per coerenza, che il Premio Nobel per la medicina è andato anche a Luc Montagnier & C.: ufficialmente “lo scopritore dell’Hiv”, cioè del retrovirus colpevole dell’Aids!
A questo punto sorge spontanea una domanda: come mai oggi, di punto in bianco, l’establishment decide di premiare, dopo ventiquattro anni dalla presunta scoperta, il ricercatore? Soprattutto in un momento molto particolare dove il sistema economico sta crollando come un castello di sabbia al sole - trascinando nel baratro moltissime istituzioni e banche collegate?

Non è un po’ strano che le Grandi Menti dell’accademia, si preoccupino del Papilloma e dell’Hiv?
L’Aids era scemato lentamente nel dimenticatoio.
Tutti noi ci siamo dimenticati le affermazioni terroristiche dei giornali (il caso di Enzo Biagi e del suo libro “Il sole malato” è emblematico), dei medici, delle chiese in generale e dei luminari di turno.
L’Aids era “la peste del 2000 , “la nuova Apocalisse”, “il virus dello sterminio” che avrebbe decimano la popolazione mondiale, rea di aver ceduto al sesso e ai rapporti promiscui.
Erano i tempi in cui Ronald Reagan definiva l’Aids “il nemico pubblico n .1 , Karol Wojtyla consigliava spassionatamente il vincolo sessuale della castità come “l’unico modo sicuro e virtuoso per porre fine alla tragica piaga dell’Aids” (Il Corriere della Sera, 8 febbraio 1993), e Margaret Thatcher concludeva il discorso di fine anno alla nazione con “Dio salvi l’Inghilterra dal flagello della nuova peste“ (“Contro l’Aids, Reagan predica la castità”, Il Corriere della Sera, 4 febbraio 1987).
Eravamo nel 1987, solo 21 anni fa e non nel Medio o Tardoevo!

La pandemia dov’è finita? Sodoma e Gomorra che fine hanno fatto? I sessuofobici dove si sono nascosti?
Ma andiamo per ordine, perché questa triste storia inizia il 23 aprile 1984 quando il dottor Robert Gallo dell’Istituto superiore di sanità statunitense annuncia al mondo intero che era stata individuata una nuova malattia infettiva, causata da un retro-virus (scoperto ovviamente dallo stesso Gallo) e trasmessa attraverso il sangue o il contatto sessuale! Entro due anni - canta sempre il Gallo - sarebbe pronto un vaccino specifico contro l’Aids. Nel frattempo si era però premunito, come sanno fare bene alcuni ricercatori, di registrare e brevettare il “test dell’Aids”. Quindi dal 1984 in poi, ogni test che verrà eseguito per l’Aids nel mondo porterà delle royalty (interessi) nelle casse…

I primi casi ufficiali di Aids risalgono al 1981 e già nel 1983 Robert Gallo pubblica sulla prestigiosa rivista Science l’annuncio dell’isolamento del virus.
Dall’altra parte dell’oceano e sullo stesso numero della rivista un virologo francese Luc Montagnier dell’Istituto Pasteur descriveva l’isolamento di un retro-virus chiamato Lav.
Dopo le dichiarazioni di Gallo del 23 aprile 1984, in maggio dello stesso anno l’Istituto Pasteur accusa Gallo di essersi indebitamente appropriato del virus Lav scoperto da Montagnier per sviluppare i test (poi brevettati).

Parte un contenzioso giudiziario, e come si potrà immaginare non è stato per per interessi economici ovviamente, ma per "fini umanitari", che si conclude nel 1987 con la firma reciproca di un accordo internazionale che stabilisce che Robert Gallo e Luc Montagnier erano i due “co-scopritori del virus dell’Aids”, ribattezzato nel frattempo Hiv.
I proventi miliardari dei test dell’Aids, da quel giorno in poi saranno equamente divisi tra loro (Gallo e Montagnier) e le nazioni (Francia e Usa).

Qualche giorno fa la Fondazione Nobel riconosce al francese Luc Montagnier la paternità del virus.
Detto questo, la cosa che è sfuggita è che non si parla più di Aids.
I giornali non scrivono nulla e i medici non rilasciano se non qualche striminzita intervista sulla situazione africana. Come mai?
Semplice: si è verificato che l’uguaglianza Hiv = Aids è una balla immensa, forse la più grande menzogna della storia della medicina. Una balla da centinaia di miliardi di dollari ogni anno!
Grandi e onesti ricercatori come Peter H. Duesberg (uno dei più famosi virologi e docente di Biologia molecolare e cellulare alla Berkeley in California, il primo scienziato al mondo ad aver isolato un gene del cancro), Kary B. Mullis (Premio Nobel per la Chimica ) e moltissimi altri stanno mettendo in guardia le persone e le istituzioni da decenni!

“Sappiamo che errare è umano, ma l’ipotesi Hiv-Aids è un errore macroscopico”
Dottor Kary B. Mullis

Nessuno nega l’esistenza dell’Aids come sindrome da immunodeficienza (provocata da stili di vita, alimentazione, farmaci, droghe, trasfusioni, ecc.), quello che viene contestato è il legame con il misterioso virus Hiv, e cioè che questo virus sia la causa dell’Aids.
Sono migliaia nel mondo questi scienziati tra virologi, epidemiologi, infettivologi, biologi molecolari, esperti di salute pubblica e anche tre Premi Nobel (per quanto possono valere tali premi).
Non esiste alcuna correlazione tra Hiv e Aids, cioè tra virus (Hiv) e malattia conclamata (Aids) e i dati di fatto parlano chiaro.
La pandemia che tutti strillavano non c’è mai stata, anzi si è dissolta come neve al sole.

In Africa continuano a morire da migliaia di anni delle stesse malattie (tubercolosi, malaria, dissenteria, malnutrizione, ecc.) e i test per l’Aids vengono fatti in quei paesi solo sui sintomi e quindi in maniera non scientifica e non riproducibile. Malattie che necessitano non di vaccini, ma di acqua pulita e cibi sani. Ma questo per gli eugenetista occidentali non sa da fare...meglio lasciarli morire di stenti, di inedia e di Aids…

Apro una piccola parentesi sui test per l'Aids, perché presentano spessissimo dei "falsi positivi".
Significa che dopo il test si può risultare positivo (sieropositivo)
, ma ovviamente non lo so si è. Ecco il falso positivo!
Anche dei semplici
trattamenti medico-preventivi, come una vaccinazione antinfluenzale, possono far risultare positivo un test. Quindi a tutte le persone che hanno fatto il test ed è risultato positivo è consigliato ripeterlo almeno tre volte, cambiando per sicurezza laboratorio.

Oggi come ieri, le uniche categorie a rischio sono: gli omosessuali, tossicodipendenti ed emotrasfusi, e c’è per tutto questo una spiegazione.
Le prime due categorie (omosessuali e drogati) sono a rischio a causa dello stile di vita; gli omosessuali spesso usano nitriti che sono immunodepressivi, hanno spesso infezioni trattate con antibiotici (immunodepressivi a loro volta), per non parlare della droga che è una delle sostanza più pericolose per il sistema immunitario e non solo.
Tutto questo predispone l’organismo umano a quello che viene definito Aids, cioè depressione del sistema immunitario, con le conseguenze che si possono immaginare.
Negli emotrasfusi, proprio a causa delle continue trasfusioni, il sistema immunitario è totalmente depresso.

Come vedete il comune denominatore è la depressione del sistema immunitario e non il virus.
Se poi analizzassimo le caratteristiche virologiche dell’Hiv comprenderemo per bene tale truffa.

1) il primo postulato di Kock: “il microbo deve essere trovato in tutti i pazienti affetti dalla malattia”
Il Sarcoma di Kaposi è da tempo sinonimo di Aids, ma nessuna traccia del virus si riesce a trovare nei sarcomi di Kaposi. Vi sono malati di Aids (cioè malattia conclamata) che non sono sieropositivi (cioè positivi al test del virus Hiv) e sieropositivi che non hanno la malattia conclamata (Aids).

2) il secondo postulato di Kock: “il microbo deve poter essere isolato dal suo ospite e coltivato in coltura”
In moltissimi casi non si riesce ad evidenziare un virus attivo in molti casi di Aids che pure hanno anticoprti anti-Hiv accertati.

3) il terzo postulato di Kock: “il microbo deve riprodurre la stessa malattia originale quando viene inoculato in un ospite suscettibile”
L’Hiv non rispetta il terzo postulato: cavie infettate non hanno manifestato nulla. Su 33 medici infettati accidentalmente, sette mostravano sintomi simili all’Aids.

Se fosse un virus l’Hiv dovrebbe, oltre ad obbedire alle leggi della virologia, infettare ogni cellula del corpo umano entro poche settimane dal contagio. Ma oggi la virologia ufficiale utilizza un lasso di tempo di incubazione di 15 anni. Inizialmente tale periodo era 18 mesi, ma le persone infettate non morivano per cui sono stati costretti ad aumentare i tempi di incubazione.

Come vedete si tratta di un virus magico e misterioso: non risponde alle leggi della virologia; non esiste un antidoto; può sparire per vent’anni per poi apparire devastando il sistema immunitario; c’è quando non dovrebbe esserci e non c’è quando invece ci sono tutti i presupposti; cambia forma a proprio piacimento come un camaleonte; si trasmette sessualmente e con contatto di sangue (dicono ma non è vero).

«Il mistero che circonda quel dannato virus è il frutto inevitabile di quei due miliardi di dollari che ci spendono sopra ogni anno.
Se prendessimo un qualsiasi altro virus e spendessimo due miliardi di dollari ogni anno per studiarlo,
state certi che anche quel virus produrrebbe misteri a bizzeffe.

Kary B. Mullis (Premio Nobel per la Chimica ) scritto agli inizi degli anni ‘90

15 aprile 2008

Scie chimiche, ma per il vostro bene…

Maurizio Blondet - www.effedieffe.com - 14 aprile 2008

L’idea, che viene già sperimentata, è questa: bombardare la stratosfera con un finissimo particolato di vetro (1). E perché?
Per il vostro bene: combattere l’effetto serra, naturalmente. La polvere di vetro speciale (porous-walled glass microsphere) dovrebbe assorbire parte del CO2, e soprattutto riflettere i raggi solari, impedendo loro di giungere sulla Terra in eccesso.
Il punto è che gli esperimenti («limitati») sono condotti da un anno in segreto dal Savannah River National Laboratory di Alken (South Carolina), un centro che appartiene al Dipartimento dell’Energia (DOE): un ministero che si occupa anche di realizzazioni militari, specie di quelle troppo «delicate» per apparire sotto la sovrintendenza del Pentagono. Tipicamente, certi esperimenti con materiale fissile e radiattivo cadono sotto la competenza del DOE.

Sembra che il progetto derivi da una proposta di Paul Crutzen, chimico olandese e Nobel 1995 per studi «sulla chimica dell’atmosfera, in particolare riguardo alla formazione e decomposizione dell’ozono», grazie ai quali è stato bandito in tutto il mondo il CFC, gas di raffreddamento dei frigoriferi, colpevole del leggendario «buco nell’ozono».
E’ dunque uno scienziato molto vicino all’industria (quando si «scoprì» il buco dell’ozono, stava scadendo il brevetto del CFC appartenente al colosso chimico canadese DuPont, della famiglia Bronfman, che stava per perderne l’esclusiva). Inoltre, Crutzen lavora tra il Max Plank Institut tedesco e Stanford, San Francisco.

Fanaticamente convinto delle colpe dell’uomo nel causare l’effetto-serra, Crutzen propose di inondare la stratosfera con grandi quantità di zolfo lanciato da Boeing 747, ciò che secondo lui avrebbe raffreddato la Terra. Silenzio sugli effetti collaterali di una simile inseminazione dell’altissima atmosfera: del resto l’umanità colpevole va punita, per salvare il mondo. C’è chi però sospetta altri scopi.
Patrick Michaels, docente di scienze ambientali all’Università della Virginia, dice che i progetti di inseminazione della stratosfera derivano dalle ricerche «degli scienziati sovietici che negli anni ‘70 cercarono di mutare il clima nel Nord della Russia, e persino di rovesciare il corso di certi fiumi».

E’ impossibile che l’apparato scientifico-militare americano abbia trascurato un simile promettente campo di guerra, una volta aperto dal nemico. Come si intuisce, tutto questo porta molto vicino al fenomeno delle «scie chimiche», rilasciate da aerei senza insegne la mattina prestissimo su USA ed Europa.
Una radio della Lousiana, KSLA News, ha fatto condurre un ennesimo esame del materiale caduto a terra da scie chimiche, trovando che conteneva alti livelli di Bario (6,8 parti per milione) e piombo (8,2 ppm), oltre che tracce di arsenico, cromo, cadmio, selenio e argento. Tutti metalli tranne uno, in genere tossici e di rado presenti in natura.
Il Louisiana Deparment of Environmental Quality ha riconosciuto che la quantità di bario è «molto insolita» (di fatto, era sei volte il livello di tossicità ammesso dall’EPA, l’Environmental Protection Agency), ma che «dimostrare la fonte» dalle scie chimiche «è un altro paio di maniche». Naturalmente, naturalmente.

Un governo democratico non può volere il male dei suoi cittadini. Anche se in USA, come hanno stabilito varie audizioni del Congresso, tra il 1949 e il 1969 il governo USA sperimentò agenti biologici su 239 aree popolate. Altre innovazioni pensate per il vostro bene sono già in commercio.
Per esempio l’argento: noto per le sue proprietà batteriologiche fin dai tempi dei Romani, esso viene oggi aggiunto in forma di nano-particelle in calze e tute da ginnastica (come deodorante), in certi bendaggi e prodotti di pulizia per la casa.

Sulle qualità nuove, impreviste, spesso tossiche e super-attive che i metalli assumono quando finemente polverizzati in nano-particelle (un nanometro è un miliardesimo di metro) gli scienziati hanno moltiplicato gli allarmi.
Ora due ricercatori, Paul Westerhoff e Troy Benn dell’Arizona State University, hanno presentato uno studio alla American Chemical Society su un loro semplice esperimento condotto su calzini impregnati di nano-argento, e già comunemente in commercio in USA (evitano la puzza).

Lavando e rilavando i calzini, hanno appurato che essi rilasciano nano-particelle di argento che finiscono negli scarichi e infine nell’acqua di fiumi e laghi (2). Qui, non attaccano solo i batteri colpevoli dei cattivi odori; aggrediscono microbi benefici ed anche pesci, interferendo in modo imprevisto, e ancora non ben studiato, nei processi biochimici della vita.
I danni per l’ambiente - ed anche per l’uomo: le nano-particelle superano la barriera delle fosse nasali che filtra i particolati meno fini, finendo nei polmoni e nel circolo, e gli effetti cancerosi dell’amianto sono dovuti allo sfarinameno in micro-particelle - possono essere imponenti, quanto più si diffonde l’uso commerciale di nano-materiali.
C’è anche il rischio che qualche Nobel proponga di disseminare nano-particelle nell’alta atmosfera, per salvarci dall’effetto-serra.

Note
1) Pete Winn, «DOE testing idea to shoot particles into sky to fight global warming», Crosswalk, 10 aprile 2008.
2) «Scientists scared as nanotechnology and nanoparticles become common in consumer products», GlobarResearch, 11 aprile 2008

09 aprile 2008

Api e pipistrelli: misteriosa peste

"Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbe che quattro anni di vita"
Albert Einstein

Pochi si rendono conto che le api e i pipistrelli sono animali fondamentali per l'intero ecosistema.
Non a caso rappresentano i due "animali polari" per eccellenza: le api infatti rappresentano le forze solari e i pipistrelli quelle lunari!
La loro diminuzione e peggio ancora scomparsa dovrebbe farci riflettere tutti quanti per trovare una soluzione prima che sia troppo tardi.

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Api e pipistrelli: misteriosa peste
Maurizio Blondet - Effedieffe 28 marzo 2008

Benchè gli uni siano mammiferi e gli altri insetti, pipistrelli ed api hanno sempre avuto qualcosa in comune. Entrambi volano. Entrambi sono indispensabili per l’agricoltura, i pipistrelli perché combattono gli insetti nocivi (ciascuno di loro, d’estate, mangia insetti per la metà del suo peso ogni giorno), le api perché necessarie ad impollinare le culture.
Ora hanno un’altra cosa in comune: una malattia sconosciuta li uccide a migliaia, portando le due specie sull’orlo dell’estinzione. La moria dei pipistrelli è stata notata nei nordici e nevosi stati di New York, Vermont e Massachusetts, le cui caverne o vecchie miniere sono siti d’ibernazione dei mammiferi volanti (1). I biologi dell’Environmental Conservation Department hanno tentato un censimento in quattro grotte e miniere dello Stato di New York, e calcolano che il 90% degli animaletti che vi avevano svernato in letargo sono morti.

Li si vede uscire in pieno giorno dalle caverne, in questo scorcio d’inverno - i pipistrelli sani volano solo di notte e d’inverno dormono - e morire sbattendo le ali nella neve. I piccoli corpi appaiono anormalmente emaciati; spesso gli scienziati li hanno trovati picchiettati da un fungo e con la polmonite, ma ritengono che queste siano affezioni secondarie.
La malattia che li uccide - chiamata Sindrome del Naso Bianco - ha causa sconosciuta: virus o batterio, intossicazione da inquinamento o disordine metabolico; dieci laboratori americani stanno studiando tutte le ipotesi, ma senza esito.

Il tasso di mortalità è spaventoso: in una sola caverna presso Albany, dove erano stati contati 15.584 pipistrelli nel 2005, se ne sono trovati 6.735 nel 2007 e appena 1.500 quest’inverno.
Alcuni studiosi sospettano che un pesticida introdotto di recente per stroncare il West Nile virus (il virus del Nilo) possa essere la causa della strage, sia per intossicazione diretta sia per cause indirette, riducendo la popolazione di insetti di cui i mammiferi volanti si nutrono.

Altri gruppi stanno monitorando il comportamento degli insettivori durante il letargo nella caverne con telecamere ad infrarossi, per vedere quante volte si svegliano durante l’ibernazione, e misurare la temperatura corporea del branco.
Il professor Thomas Kunz, biologo della Boston University, ha studiato i resti dei pipistrelli uccisi dal misterioso male ed ha notato che sono anormalmente magri, mancanti del grasso - specie del cosiddetto «grasso bruno», una sorta di accumulo che si trova tra le scapole, e che fornisce l’energia per il primo volo agli animali che escono dal letargo. Le femmine, così magre, non raggiungono l’ovulazione e quindi, anche se sopravvivono, non partoriscono (nelle razze studiate, ogni femmina genera solo un figlio l’anno, il che rende più vicina la prospettiva di estinzione).

Per contro, ben poche ricerche sono state avviate e finanziate sulla strana malattia che sta facendo scomparire le api, come hanno dichiarato i proprietari di 22 apiarii di dieci Stati americani. Questi allevatori di api si trovano ogni anno in California dove portano i loro alveari durante la fioritura dei mandorli, sia per aiutare l’impollinazione che darà i frutti, sia per ottenere un miele pregiato.
Ora, scambiandosi le informazioni, hanno scoperto che il 37% delle 230.500 colonie che allevano è scomparso; l’anno precedente la perdita era stata del 30% (2). Pochi vedono le api morire. Apparentemente, la malattia, chiamata provvisoriamente Colony Collapse Disorder, induce un comportamento anomalo e distruttivo: le api operaie se ne volano via, abbandonando nell’alveare la regina con le larve nei favi, e non si trovano più.

«Se morissero le mucche la gente scenderebbe in piazza a chiedere finanziamenti per lo studio del male», dice Jerry Hayes, l’entomologo del Dipartimento dell’Agricoltura della Florida: «La gente crede che il cibo gli venga dalle industrie. Ma le api impollinano un terzo delle colture degli USA, che danno raccolti per 15 miliardi di dollari».
Oggi, gli apicoltori hanno portato un terzo di tutte le api americane (le superstiti) per salvare il raccolto di mandorle in California. In Florida, si attendono questi apicoltori con i loro alveari per impollinare migliaia di ettari di aranceti, frutteti vari e chiodi di garofano. E’ incerto se potranno farlo l’anno prossimo. Lo stesso vale per i pipistrelli.
«La presenza dei pipistrelli nel Texas consente ai coltivatori di cotone di salvare da un sesto a un ottavo del raccolto, perché divorano gli insetti nocivi», dice la dottoressa Elizabeth Buckles, specialista in mammiferi della Cornell University: «La morìa in corso - mezzo milione di insettivori scomparsi nel solo Vermont - avrà di sicuro effetti economici. Li constateremo la prossima stagione, come sovrabbondanza di insetti infestanti».

Tutti sospettano, a mezza bocca, che qualche intervento umano da agricoltura industriale, introdotto per aumentare la produzione, abbia sconvolto delicati e sconosciuti equilibri naturali fra il mondo animale e vegetale, vigenti da tempo immemoriale: forse i pesticidi chimici, forse le sementi geneticamente modificate (3), e la scienza non sembra in grado di stabilire né la causa né i rimedi.
E le strane allarmanti pestilenze che stanno riducendo all’estinzione api e pipistrelli coincidono con il rincaro storico dei grani e dei prodotti agricoli in genere (più 20% in media), esso stesso causato dalla speculazione nel «nuovo ordine globale». Il risultato può essere la carestia globale (4). Una punizione che ci saremo meritata.

Note
1) Tina Kelley, «Bats perish, and no one know why», New York Times, 25 marzo 2008.
2) Susan Salisbury, «Bee plague worsening, anxious beekeepers say», Palm Beach Post, 24 marzo 2008.
3) Brit Amos, «Death of bees: GMO crops and the decline of bee colonies in North America», GlobalResearch, 25 marzo, fornisce un’ipotesi convincente sul perchè i campi coltivati con sementi OGM possono influire sulle api: «There are many reasons given to the decline in Bees, but one argument that matters most is the use of Genetically Modified Organism (GMO) and Terminator seeds that are presently being endorsed by governments and forcefully utilized as our primary agricultural needs of survival. I will argue what is publicized and covered by the media is
in actuality, masking the real problems of Terminator seeds and Genetically Modified Organisms (GMO’s). Terminator seeds; genetically produced and distributed by powerful multinational lobbies manipulate government and agricultural policy to encompass their agenda of dominance in the agricultural industry. American conglomerates such as Monsanto, Pioneer Seeds, and others, have created seeds that do not reproduce (whereas these seeds have a life span of the crop chosen). The sterilizing of the plant by the means of sterilizing the flower pollen genetically altered and mutated for production in the agricultural industry. Logic states that if the flower pollen is sterile, bees are potentially going malnourished and dying of illness due to the lack of nutrients and the interruption of the digestive capacity of what they feed on through the summer and over the winter hibernation process».
4) Peter Popham, «Threats to millions as food aid scheme runs out of money», Independent, 25 marzo 2008

25 marzo 2008

Il Signore senza anelli

di Eugenio Benetazzo – 19 marzo 2008

Ecco come sta finendo quest'epoca: con il padre di famiglia che porta al banco dei pegni gli anelli di fidanzamento, le fedi nuziali della mamma e gli orecchini della nonna. Pur di racimolare qualcosa, ora si è disposti a tutto. Si vendono i gioielli di famiglia per pagare le rate del mutuo, le bollette di casa e la borsa della spesa. Un comportamento che testimonia il capolinea di un viaggio iniziato circa 3/4 anni fa: un viaggio intrapreso quando i tassi di interesse toccavano il loro minimo storico, un viaggio che aveva illuso molti facilitoni che consumare ed acquistare a debito era possibile e conveniente, addirittura facile.

Non mi dilungo più di tanto, i miei due bestsellers, Duri e Puri assieme a Best Before, hanno con largo anticipo profetizzato quanto si sta verificando in questo periodo storico (trovate anche i redazionali precedenti su www.eugeniobenetazzo.com/recensioni.html).
I recenti crash di prestigiose banche d'affari stanno dimostrando quanto sia marcio il sistema.
Northern Rock, Nomura, UBS, CitiBank, Fannie Mac, Societé Generale, Bear Stearns, Lehman Brothers. E chi sarà il prossimo ? Ma credete veramente che il nostro paese ne sia indenne ? Falliranno anche banche italiane, basta solo aspettare: alla faccia di tutti quegli analisti comprati, che se ne uscivano e se ne escono tutt'ora con affermazioni del tipo: non vi preoccupate perchè l'Europa è immune da tutto questo. Già, come se fosse possibile non essere contagiati dal più grande bubbone finanziario di tutti i tempi. Debiti sfrenati, perizie gonfiate, mutui farlocchi, derivati dinamite e per finire bilanci cabriolet.

Molti risparmiatori e correntisti avranno presto un'amara sorpresa: cucù il denaro non c'è più!
Il rischio di polverizzazione dei conti correnti è alle porte, avrei anche il nome di tre istituti di credito italiani in pole position per affiancarsi alla lista delle morti bancarie negli USA. Mi piacerebbe farne il nome, ma è troppo rischioso. Il consiglio che vi posso dare è quello di estinguere al più presto il proprio appoggio bancario aperto presso il tal gruppo bancario di turno e migrare verso qualche piccola cassa rurale o banca di credito cooperativo. Non fidatevi delle grandi dimensioni: le recenti cronache finanziarie dimostrano che sono proprio le grandi realtà ad essere in grave crisi, a causa del ricorso al profitto indiscriminato ed al dividendo civetta.

Cercatevi una piccola realtà bancaria con poche filiali e senza manie di grandezza. Pregate in ogni caso che questo basti. L'effetto domino potrebbe travolgere chiunque ed arrivare ovunque in ogni caso. Chi sta per acquistare un suv, ci rinunci e consideri l'idea di comprarsi un kilo di oro fisico. Sarà una delle poche certezze che vi rimangono. Sempre per restare in tema di certezze farlocche presto scoppierà anche la seconda crisi per il sistema bancario, quella dei crediti iscritti in bilancio come poste esigibili, quando nella realtà ormai sono imprenditorialmente inesigibili. Ricordate che rispetto all'Inghilterra ed agli Stati Uniti, la situazione di noi europei è tutt'altro che rassicurante: infatti ogni paese dell'Unione è privo di una banca nazionale che possa intervenire e trasformarsi in prestatore di ultima istanza.

Dubito che in caso si verifichi una Northern Rock in Italia, la Banca Centrale Europea possa prestare denaro a fondo perduto proprio come fece la Banca Centrale d'Inghilterra con la Northern Rock.
Le redini del sistema finanziario globale sono sfuggite di mano: immaginabile conseguenza collaterale della globalizzazione. Il diabolico volano sperequativo che ha spudoratamente arricchito pochi soggetti (solitamente gruppi multinazionali) a scapito della classe medio borghese, adesso sta presentando il conto: la perdita dei posti di lavoro a tempo indeterminato ha generato una nuova classe sociale che può continuare a vivere solo ricorrendo al debito.
Debiti per tutto: per la casa, per l'auto, per i vestiti, per le vacanze e per la busta della spesa.

Soluzioni non ne esistono. Purtroppo. Dimostrazione palese sono proprio i continui interventi delle Banche Centrali, seguiti dai relativi commenti ridicoli a non preoccuparsi. Nemmeno i burattinai (ammesso che siano tali) sanno come intervenire per curare il malato moribondo.
Nel frattempo molti di voi perderanno la casa, il lavoro, la dignità e la speranza di vita per se ed i propri figli, oltre ai quei quattro soldi che si trovavano giacenti e dormienti sui conti correnti.
Temo che questa volta non si accetteranno e subiranno passivamente le spiacevoli conseguenze delle prossime ed imminenti tempeste finanziarie (come ad esempio il fallimento della propria banca o la perdita dei propri risparmi). La rabbia sarà tale che sprigionerà in sentimenti ed impulsi di linciaggio e vendetta, stile quelli visti in Argentina otto anni fa.
Qualcuno potrà sorridere a queste mie affermazioni o chiavi di lettura, proprio come sorrise e mi derise quando diciotto mesi fa parlai di un nuovo 1929 alle porte. Mai come prima, in quest’epoca, ognuno di voi sarà veramente artefice del proprio destino.

Eugenio Benetazzo
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I farmaci di uso comune hanno "effetti collaterali" anche sulla psiche

I farmaci di uso comune hanno "effetti collaterali" anche sulla psiche
Marcello Pamio – 20 marzo 2008

Quanti sono a conoscenza che la maggior parte dei farmaci di uso comune hanno "effetti collaterali" non solo sul corpo ma anche sulla psiche?
Siamo così deresponsabilizzati e svuotati interiormente che oltre a delegare quotidianamente ai medici la nostra salute (con i risultati che ben sappiamo), non chiediamo neppure informazioni e delucidazioni sui pericoli e gli effetti controindicati dei medicinali che ci vengono prescritti. Ovviamente non è pensabile che un Medico, dall’alto della sua conoscenza, possa prescriverci un prodotto pericoloso per la salute.
Purtroppo NON esistono in commercio farmaci privi di effetti collaterali anche seri e le statistiche sulla mortalità parlano chiaro: le cause iatrogene (dovute a errori medici) sono una delle prime tre cause di morte nel mondo, assieme al cancro e alle malattie cardiovascolari!
La ricerca statistica (basata su lavori scientifici) pubblicata nel 2003, dal titolo inequivocabile: "Death Medicine", denuncia negli Stati Uniti le seguenti cifre:
- "Reazioni avverse da farmaci in ospedale" provocano ogni anno 106.000 morti;
- "Reazioni da farmaci non in ospedale" --> 199.000 morti;
- "Gli errori medici" --> 98.000 morti.
Le reazioni avverse di farmaci prescritti da dottori, provocano (negli Stati Uniti) oltre 300.000 morti ogni anno!
Quando andiamo a “farci guarire” dal dottore, invece di ringraziarlo con reverenza per il tempo dedicatoci, uscendo soddisfatti dallo studio stringendo nelle mani ricette miracolose, impariamo a fare domande e a pretendere soprattutto delle risposte, perché questo ci potrebbe salvare la vita.
Per capire qual è la situazione oggi, ecco qualche esempio estrapolato dal libro del dottor Andrew Weil: “Dal cioccolato alla morfina: tutto quello che c’è da sapere sulle sostanza che alterano la mente”, ed. Arcana.
Stampate e portate al vostro medico di base…

Antistaminici
Alcune reazioni allergiche vengono mediate da una sostanza endogena denominata istamina che influisce in modo rilevante su nervi, vasi sanguigni e altri tessuti. Nel tentativo di eliminare i sintomi allergici, i farmacologi hanno creato numerosi farmaci sintetici per bloccare l'azione dell'istamina. Sono molti gli antistaminici attualmente disponibili; in dosaggi elevati vengono prescritti dal medico, ma in dosi ridotte sono venduti come farmaci da banco: alcuni dei più diffusi sono la difenidramina (Benadryl), la clorfeniramina (Teldrin, Chlor Trimeton), la bromfeniramina (Dimetane), la desclorfeniramina (Polaramine), la tripelennamina (PßZ, Piribenzamina), la tripolidina (Actidil), la prometazina (Fenergan), la pirilamina e la doxilamina.
Gli antistaminici sono dei farmaci forti che influiscono su vari apparati dell'organismo, ma spesso non sono così efficaci nell'azione che dovrebbero svolgere: contrastare l'istamina ed eliminare le allergie. Il sistema nervoso centrale è particolarmente sensibile agli antistaminici. Questi farmaci provocano spesso delle profonde alterazioni dello stato d'animo, e non in meglio: rendono depressi, acidi, apatici e incapaci di ragionare in modo chiaro. Alcuni di essi sono chimicamente affini ai tranquillanti forti (come la Torazina ) e producono effetti analoghi sull'umore. La sedazione a cui danno luogo gli antistaminici potrebbe interferire nella guida di autoveicoli o in altre attività che richiedono concentrazione, capacità di ragionamento e buoni riflessi. Tali effetti si intensificano con l'uso contemporaneo di alcol e altri sedativi. Di recente sono stati prodotti degli antistaminici che non entrano nel cervello: il più noto è la terfenadina (Seldane). Non causa sedazione e depressione, ma spesso dà mal di testa e altri effetti collaterali sgradevoli e inoltre è molto più costoso dei vecchi antistaminici.
Nonostante la tendenza a mettere il consumatore di cattivo umore, gli antistaminici sono tra i farmaci più consumati in assoluto: né i medici né i pazienti li vedono come sostanze psicotrope. Inoltre, gli antistaminici sono ingredienti comuni di molti preparati da banco, come i farmaci per il raffreddore e sonniferi; a volte vengono addirittura spediti per corrispondenza come campioni gratuiti. Chiunque soffra di depressione cronica e letargia dovrebbe accertarsi che non sta consumando queste sostanze chimiche sotto qualche forma. Chi soffre di allergia dovrebbe poi sapere che i sintomi allergici spesso rispondono a terapie non farmacologiche, come cambiamenti di dieta e stato d'animo: in questo modo si può interamente evitare l'assunzione di antistaminici.
Alcuni farmaci di questa categoria sono usati specificamente per prevenire il mal d'auto. Il dimenidrinato (Dramamine) è il più noto di questi. Come i suoi farmaci affini, dà spesso sonnolenza e uno stato d'animo sgradevole.
Per quanto sia strano, esiste un antistaminico che viene utilizzato da alcune persone, soprattutto tossicodipendenti, per sballarsi: è la tripelennamina, venduta con i nomi commerciali di PBZ e Piribenzamina. (…)
Un’assunzione di antistaminici in dosi elevate o per lunghi periodi appare dissennata. Questi farmaci, invero, producono tossicità nel corpo e nessuno dovrebbe perdere più tempo del necessario con lo stato d'animo che producono.

Corticosteroidi (cortisone e affini)
Oltre a produrre l'adrenalina, le ghiandole surrenali secernono altri ormoni che controllano il metabolismo e la chimica corporea: questo gruppo di ormoni proviene dallo strato esterno della ghiandola, o corteccia, e quello principale viene pertanto denominato cortisone. Il cortisone e le sue sostanze affini hanno tutti una struttura molecolare caratteristica denominata nucleo steroide (che condividono con gli ormoni sessuali maschili e femminili descritti più avanti in questo capitolo). La farmacologia ha ormai imparato a produrre numerosi medicinali semisintetici con questa stessa struttura, a partire dal materiali grezzi che si trovano in certe piante. Come gruppo, questi farmaci si chiamano corticosteroidi, o semplicemente steroidi: sia quelli endogeni, sia quelli prodotti dall'uomo.
Uno degli effetti più manifesti dei corticosteroidi è quello di ridurre l'infiammazione e alcune reazioni allergiche, come le eruzioni cutanee. In alcuni nuovi steroidi creati in laboratorio dalla farmacologia tale azione è stata portata al livello massimo. (…)
I medici prescrivono spesso gli steroidi anche per uso sistemico, cioè per essere assunti internamente. Esistono delle indicazioni chiare per questo utilizzo, ma dato che gli steroidi sembrano avere quasi dei poteri magici, i medici tendono a prescriverli in modo eccessivo, a volte somministrandoli per casi blandi come irritazioni da edera del diavolo o da pannolini, mal di schiena e altre patologie non abbastanza gravi da legittimarne l'uso.
Il problema è che l'utile proprietà antinfiammatoria degli steroidi costituisce solo una delle varie azioni di questi potenti ormoni: anzi, anche a dosi moderate gli steroidi sistemici possono sconvolgere in modo drastico l'equilibrio chimico dell'organismo e dare luogo a grave tossicità, fino al decesso. Possono inoltre arrestare la produzione da parte del corpo dei suoi stessi steroidi e le conseguenze possono essere: aumento di suscettibilità, ma anche stress e infezione.
Gli effetti collaterali negativi degli steroidi sono ben noti ai medici, ma poca attenzione viene prestata alla loro psicoattività. Questi farmaci possono dar luogo a euforia estrema, simile alla fase maniaca della psicosi maniaco-depressiva: in questi casi, la capacità di giudizio può essere fortemente limitata e il comportamento può farsi irregolare e illogico. Con l'uso continuato, questa euforia iniziale può trasformarsi in intensa depressione. Gli steroidi possono rendere psicotici alcuni individui o far venire loro manie suicide. Non tutti coloro i quali assumono steroidi sistemicamente hanno queste gravi reazioni, ma probabilmente molti subiscono dei sottili cambiamenti d'umore: nervosismo, insonnia, depressione e altre alterazioni mentali a lungo andare diventano comuni. Chi ha già avuto problemi psichiatrici dovrebbe essere cauto nel prendere gli steroidi. Tutti, nondimeno, dovrebbero poi sapere che questi composti sono tra i farmaci più forti che si conoscano e andrebbero quindi circoscritti alla cura di malattie davvero gravi.

Farmaci gastrointestinali
Uno dei farmaci più diffusi per la terapia dei crampi intestinali e della diarrea è il Lomotil, una combinazione di un oppiaceo denominato difenoxilaio e di atropina, uno degli elementi costituenti delle solanacee: entrambe riducono il movimento degli intestini paralizzando i nervi che li controllano. Il difenoxilato è una sostanza chimica strettamente imparentata con la meperidina (Demerol), uno dei narcotici medici più forti. Analogamente al suo parente, il difenoxilato può determinare la depressione del sistema nervoso, che può essere intensificata dall'uso simultaneo di altri sedativi; può anche dare euforia e dipendenza. Molti pazienti che assumono il Lomotil per problemi intestinali avvertono degli effetti narcotici sull'umore, ma non hanno minimamente idea del fatto che stanno prendendo un oppiaceo.
L’atropina in sé ha psicoattività limitata a basse dosi: quasi tutti la trovano sgradevole a dosi elevate. Alcuni farmaci di combinazione mescolano l'atropina con altri derivati delle solanacee, compresa la scopolamina: il principale principio psicotropo della famiglia delle solanacee. Il Donnatal è un esempio di tale miscela che include altresì del fenobarbital come sedativo. I medici somministrano spesso questi farmaci ai pazienti, soprattutto a chi soffre di ulcera, crampi gastrointestinali e disturbi urinari. E’ raro che medici o pazienti considerino il potenziale di queste terapie nell'alterare stato d'animo e pensiero, ma, come rilevato nel capitolo sui deliranti, i farmaci derivati dalle solanacee possono influenzare profondamente il cervello. L’effetto psicotropo che viene notato più facilmente è con ogni probabilità il torpore, anche se nel tempo o ad alte dosi possono causare cambiamenti ben più bizzarri.

Broncodilatatori
I broncodilatatori sono farmaci che aprono le vie aeree nell'apparato respiratorio. Sono molto prescritti, sotto forma di compresse e spray da inalazione a pazienti con asma per alleviare il respiro affannoso e la difficoltà di respirare, caratteristiche della malattia. Gran parte di questi farmaci agiscono stimolando il sistema nervoso simpatico, che regola le pareti muscolari dei tubi bronchiali: di conseguenza, oltre all'effetto voluto, di norma provocano eccitazione, ansia, irrequietezza e insonnia. Il paziente non gradisce questi effetti collaterali, ma se vuole respirare non ha alternativa a tali farmaci.
Un altro problema dei broncodilatatori stimolanti è la loro forte predisposizione a causare la dipendenza: quando l'effetto di una dose svanisce, la costrizione bronchiale aumenta in reazione al farmaco, rendendo necessarie altre dosi. Gli asmatici inalano spesso i broncodilatatori durante tutto il giorno, oltre a prenderli regolarmente per via orale: tale frequenza d'uso accresce i rischi di assuefazione e cambiamento d'umore.
Uno dei farmaci più ampiamente prescritto in questa categoria, la teofillina, viene tenuto sotto attento esame come possibile causa di comportamenti violenti e singolari. La teofillina è il principio attivo del tè ed è un parente stretto della caffeina. Per molti anni molti asmatici hanno ingerito grosse dosi giornaliere di questo stimolante, che un tempo veniva considerato un farmaco sicuro ed efficace. Ora, invece, è sempre più comprovato che tale sostanza può produrre cambiamenti comportamentali seri, di conseguenza i suoi giorni d'uso nella terapia medica stanno per finire.

Analgesici "blandi”
I farmacologi non sono riusciti a produrre degli analgesici (antidolorifici) di forza media per colmare il divario tra aspirina e morfina. Ci hanno fornito molti derivati degli oppiacei che, a loro giudizio, sono più efficaci dell'aspirina, ma più sicuri e meno capaci di dare dipendenza rispetto alla morfina. Se tali farmaci sono efficaci nel controllare il dolore, tuttavia, esercitano sempre una forte attrattiva sugli oppiomani ed è quindi verosimile che portino alla dipendenza.
Uno di questi farmaci è il propossifene (Darvon), un analgesico da prescrizione ampiamente utilizzato negli ultimi anni. A volte, per aumentarne l'efficacia, viene combinato con aspirina e caffeina. Malgrado le dichiarazioni dei suoi entusiasti produttori, gran parte dei medici e dei pazienti hanno riscontrato che il Darvon non è poi molto più valido dell'aspirina: anzi, alcuni ritengono persino che quando tale sostanza viene mescolata con l'aspirina, sia quest'ultima a svolgere la maggior parte del lavoro. Inoltre il potenziale di abuso del Darvon è analogo a quello degli analgesici narcotici forti. C'è voluto del tempo perché i medici riconoscessero l'esistenza dell'abuso di Darvon, ma adesso la conoscono bene e sono molto più cauti nel somministrarlo.
Oltre ai farmaci di queste categorie, molti altri medicinali da prescrizione hanno effetti psicotropi, malgrado medici, farmacologi e produttori non li riconoscano. A volte questi affetti si manifestano in molti pazienti che assumono il farmaco, a volte invece solo in pochi. Se si comincia una terapia di farmaci prescritti dal medico e si prova sonnolenza, depressione, stati di ebbrezza, sogni insoliti e altri cambiamenti umorali che non si riescono a spiegare altrimenti, il responsabile di questi disturbi potrebbe essere proprio il farmaco. Per provarlo occorrerebbe sospenderne l'assunzione e, dopo un certo intervallo, ricominciare per vedere se esiste una relazione tra questo e i sintomi.

PREPARATI DA BANCO

Sciroppi per la tosse
Gli sciroppi per la tosse da banco sono di varia composizione. Alcuni non contengono alcuna sostanza manifestamente psicotropa. Altri hanno invece noti sedativi come alcol e cloroformio, stimolanti come la pseudoefedrina, antistaminici o derivati degli oppiacei considerati come non narcotici. A volte chi cerca disperatamente un po'di droga e non riesce ad avere nulla di meglio, arriva a consumare grosse dosi di questi preparati tentando di sballarsi.
Il principale sedativo da banco della tosse è una sostanza denominata destrometorfano, un parente della codeina che calma il nucleo della tosse, ma che in teoria non produce euforia, dipendenza o altri effetti caratteristici dei narcotici. Alcuni, tuttavia, la assumono proprio per inebriarsi. Si trova nello sciroppo Robitussin e nelle compresse per il raffreddore Coricidin (red devils, triple-Cs), ma può essere venduto anche sul mercato di strada in forma pura come destrometorfano (DXM). I consumatori ne assumono grandi quantità per ottenere uno stato da zombie chiamato dexing o robotripping. Il potenziale di assuefazione e i danni medici prodotti da un uso eccessivo di destrometorfano sono ancora ignoti.

Farmaci per il raffreddore
Una larga percentuale nella vendita dei farmaci da banco è rappresentata da capsule e compresse per alleviare i sintomi del raffreddore. Come per gli sciroppi per la tosse, i farmaci per il raffreddore sono un miscuglio di formule di varia efficacia. Gli ingredienti comuni sono: antistaminici, aspirina e altri analgesici, medicinali derivati dalle solanacee per asciugare la secrezione eccessiva nel naso e in gola, caffeina e pseudoefedrina o sinefrina per compensare gli effetti sedativi degli altri ingredienti. Di norma queste miscele sono confezionate in compresse multicolori e capsule sgargianti perché appaiano esotiche ed efficaci. E’ poi opinabile se influiscano sul corso del raffreddore o ne riducano considerevolmente i sintomi.
Quel che è certo è che i farmaci da banco per il raffreddore possono influire sull'umore, di solito in modo spiacevole. Metodi alternativi per la cura del raffreddore, e quindi per evitare tali problemi, sono un bagno caldo, bere liquidi, mangiare di meno, riposare di più e diminuire stress e stimolazione.

Decongestionanti nasali
Uno degli effetti fisici degli stimolanti è quello di contrarre i vasi sanguigni nel naso e nei seni. Tale costrizione restringe questi tessuti, consentendo all'aria di passare liberamente. L’effetto è temporaneo e, quando l'effetto stimolante svanisce, di solito viene seguito da una reazione opposta detta “rimbalzo", nella quale i passaggi nasali diventano più bloccati di prima. Si tratta di un modello analogo a quello che si verifica con i farmaci broncodilatatori descritti in precedenza.
I primi inalanti nasali contenevano delle strisce di carta impregnate dianfetamina. Chi li assumeva provava una stimolazione generica: qualcuno provava ebbrezza, altri ne diventavano dipendenti. Alcuni, poi, aprivano addirittura il contenitore per estrarne l'anfetamina e assumerla in altri modi. Alla fine i produttori smisero di utilizzare l'anfetamina per gli inalanti nasali e la sostituirono con altre sostanze, in teoria meno stimolanti e con meno capacità di dare assuefazione.
Oggi gli inalanti e gli spray da banco per sbloccare il naso chiuso non sono considerati psicotropi: alcuni inalanti non contengono droghe ma solo sostanze aromatiche come il mentolo. Possono essere piacevoli da usare, ma non sono affatto efficaci come le sostanze chimiche che costringono i vasi sanguigni. Indubbiamente gli spray e gli inalanti che invece contengono droghe funzionano nel breve termine, ma, malgrado i produttori sostengano il contrario, sono tuttora stimolanti e danno spesso dipendenza.
Non tutti provano una sensazione di stimolazione generica da questi prodotti, ma solo coloro che arrivano a farne uso abitualmente. Probabilmente un rischio maggiore di dipendenza sorge dalla natura temporanea del sollievo che danno: se si continua a usarli per far fronte al "rimbalzo” che segue alla dose iniziale, in breve non si riuscirà più a respirare senza. I preparati ad azione più lunga possono essere più sicuri, da questo punto di vista.
Sono disponibili anche alcune forme di decongestionanti orali, per esempio la pseudoefedrina (Sudafed), un parente stretto dell'efedrina stimolante naturale: questa viene immessa in bocca e non nel naso, quindi è meno probabile che causi il "rimbalzo” e la conseguente dipendenza, ma per alcuni consumatori, e ad alte dosi, risulta decisamente stimolante. Anche la sinefrina, un prodotto ricavato dall'arancia amara, è stimolante.

Inibitori dell'appetito
Abbiamo già menzionato queste forme orali di stimolanti. Fino a poco tempo fa contenevano efedrina, a volte associata a caffeina, e vengono confezionati o denominati in modo da sembrare anfetamina.

Uppers da banco
La caffeina pura viene venduta in molte farmacie (per molto più di ciò che vale) con forme fuorvianti che sembrano alludere a potenti anfetamine: per esempio, un prodotto denominato Caffedrine, venduto in capsule grigio-bianche a rilascio graduale e che ha lo stesso aspetto del Dexamyl farmaceutico. Sicuramente chi lo compra lo rivenderà poi sul mercato illegale come Dexamyl ad acquirenti ignari. Prodotti meno recenti e ingannevoli sono il Vivarin, e il NoDoz, sotto forma di semplici compresse bianche. Se questi prodotti risultano più efficaci del caffè o del tè è solo perché la gente ha fiducia nelle pillole.

Downers da banco
Nelle farmacie è disponibile anche tutta una gamma di prodotti che favoriscono il sonno di notte (Nytol, Sominex, Unisom). Vengono diffusamente prescritti come sostituti da banco dei più forti tranquillanti minori e dei sonniferi. Tutti contengono antistaminici: di norma difenidramina (Benedryl), pirilamina o doxilarnina. Come già rilevato, queste sostanze non sono innocue e tendono a influire sulle funzioni mentali in modo sgradevole: danno sonnolenza, ma possono produrre anche depressione e possono dare assuefazione.
Noi siamo favorevoli a rimedi meno tossici per l'insonnia: per esempio fare più esercizio fisico durante il giorno, diminuire l'uso degli stimolanti, soprattutto di sera (ricordate di leggere le informazioni di ogni analgesico, pasticca per il raffreddore e altri medicinali per vedere se contengono caffeina o stimolanti vari), tecniche di rilassamento, bagni caldi e semplici integratori alimentari come compresse di calcio e magnesio: molti trovano rilassanti, se prese prima di andare a letto.

Analgesici
Gli antidolorifici non narcotici non influiscono direttamente sul cervello, tuttavia possono cambiare considerevolmente lo stato d'animo riducendo il fastidio e quindi tendenza a dare assuefazione. Gli analgesici da banco ordinari, come l'aspirina e l'acetaminofene (Tilenol), sono medicinali efficaci per un uso occasionale, ma quando il dolore persiste occorrerebbe cercare di identificare e curare le cause, piuttosto che fare affidamento su questi farmaci. Alcuni composti analgesici contengono unicamente caffeina per l’effetto stimolante e di tonico dell’umore.