24 dicembre 2007

Collasso bancario...

Il collasso del moderno sistema bancario è alle porte
A cura di Pieraldo Frattini – 20 dicembre 2007

Le banche non hanno le riserve per coprire le perdite accumulate dai loro assett e la Fed non può salvarle.
I mercati azionari sono scesi bruscamente la scorsa settimana in seguito a notizie poco incoraggianti relativi al rialzo del tasso di inflazione che potrebbe limitare un abbassamento ulteriore dei tassi di interesse; siamo ora molto vicini all’accensione della spia che segnala l’inizio di un mercato orso, ossia di discese protratte delle borse. Il settore finanziario è stato finora il più colpito con una perdita di capitalizzazione del settore del 25% dal luglio scorso ad oggi. Il mercato immobiliare americano manifesta segni di rallentamento sempre più inquietanti e perfino il governatore della California ha annunciato che dichiarerà l’emergenza fiscale in gennaio a causa della perdita in bilancio di 14 bilioni di dollari causati dalle perdite legate alle obbligazioni garantite da mutui.

Il capo economista di Morgan Stanley, Stephen Roach, sul New York Times di domenica scorsa affermava:“Questa recessione sarà piu’ grave di quella mite del 2001-2003; la causa della recessione precedente fu il crollo della spesa della aziende che al suo picco, nel 2000, si aggirava attorno al 13% del Pil Usa, la recessione attuale sarà imputabile alla capitolazione della spesa dei consumatori che costituisce il 72% del Pil Usa.”
Molte persone non hanno idea di quanto sia grave la situazione provocata dalle prossime perdite di valore, dell’ordine di alcuni trilioni di dollari, delle obbligazioni legati ai mutui; c’è ancora radicata la convinzione che la Federal Reserve ed il Tesoro americano possano risolvere la situazione. Purtroppo non sarà possibile perché la Fed non ha poteri magici e non si metterà sulla scia di una valanga per non essere spazzata via lei stessa. Mentre la crisi dei mutui si approfondirà ed i fallimenti di banche ed istituzioni finanziarie porteranno a forti discese dei mercati la Fed si metterà da parte.

Nelle scorse settimane Bernanke, il capo della Fed e Paulson, il capo del Tesoro, hanno messo in piedi alcune strategie fallimentari: prima hanno cercato di salvare i bilanci delle grandi banche di investimento prospettando la creazione del cosiddetto “super Siv” uno strumento creato apposta per scaricare su di esso un gran numero di mutui sostanzialmente senza neppure più un mercato che stavano in conto alle banche. Dopo che il piano Siv non è riuscito ha proposto un congelamento dei tassi di interesse per le rate dei mutui dei cittadini a rischio di insolvenza: anche questo progetto è stato abbandonato perché dei 3,5 milioni di proprietari immobiliari a rischio fallimento solo 140 mila sarebbero stati temporaneamente salvati. Paulson non si è dimostrato all’altezza dei suoi compiti come il capo della Fed, Bernanke, la cui ultima mossa a favore della ripresa economica strozzata da problemi di disponibilità di credito che non si vedevano da decenni, è stata il misero taglio dei tassi di soli ¾ di punto. Pare che Bernanke stia facendo solo del suo meglio nel seguire il consiglio di Lenin: “Il miglior modo per distruggere il capitalismo è svalutare la sua moneta”. Il dollaro è infatti in caduta libera a causa della politica monetaria.

La decisione della Fed e di altre banche centrali di aggiungere liquidità nel sistema attraverso audizioni per abbassare il tasso Libor (tasso a cui si prestano denaro le banche tra di loro) che è a livelli pericolosamente alti è stato solo poco più che un piccolo regalo alle banche in difficoltà. Inoltre le banche che approfitteranno del regalo avranno la facoltà di chiedere l’anonimato. Dopo queste audizioni comunque il tasso è rimasto pressoché ai livelli precedenti indicando quanta paura hanno le banche nel farsi prestiti tra loro preferendo accumulare liquidità per far fronte all’emergere alla luce delle loro prossime gravi perdite legate al tracollo dei mutui.

Uno dei più ascoltati economisti inglesi, Peter Spencer, ha lanciato un allarme sabato scorso:”Il governo deve sospendere una serie di regolamentazioni bancarie o il rischio è di avere un’economia in così grave crisi che la depressione del 1929 in America in confronto fu una passeggiata.” Spencer ha ragione, le banche non hanno soldi da prestare alle aziende o ai consumatori perché stanno cercando di aumentare la loro liquidità per far fronte ai capitali minimi che devono avere in cassa rispetto ai loro assett impegnati che stanno perdendo valore ogni giorno di più. Se le regole bancarie di Basilea non vengono modificate in fretta i mercati del credito non si rilasseranno, il Pil scenderà e ci saranno le corse alle banche.
Anche Bill Gross, il più grande gestore americano di obbligazioni ha affermato recentemente: “Stiamo assistendo al tracollo del nostro moderno sistema bancario”.

L’economista Ludwig von Mises è ancora più corretto nella sua analisi: “Non esiste modo di evitare il collasso finale di un boom generato dall’espansione indiscriminata del credito. E’ solo questione se la crisi arriverà appena sara’ abbandonata la politica dell’espansione del credito o in seguito sotto formo di totale distruzione del sistema e del suo sistema monetario”.
Il problema di base si originò quando la Fed , con a capo Greenspan, abbassò i tassi di interesse per 31 mesi di fila iniettando nel sistema trilioni di nuovi dollari dando vita ad una serie di bolle speculative tra cui anche quella immobiliare. La dottrina della deregolamentazione che ha dominato i mercati americani dal periodo Reagan ha pure avuto la sua grande responsabilità nel creare gli squilibri attuali. Ora che la bolla è scoppiata l’inflazione, prima nascosta negli assett finanziari ed immobiliari, ha fatto la sua apparizione alla luce del sole. La deregolamentazione ha permesso la nascita della “finanza strutturata”, detta anche sistema finanziario ombra, che ha permesso alle banche di creare soldi a volontà attraverso il meccanismo di stampa (facoltà in precedenza della sola banca centrale).

David Roache ne spiega il funzionamento sul Wall Street Journal: “La ragione della crescita esponenziale del credito è stata dovuta al fatto che le banche hanno avuto la facoltà di non tenere iscritti i mutui concessi nella loro contabilità, ma di impacchettarli e venderli come obbligazioni. In questo modo hanno creato un’infinita’ di mutui non coperti dalle dovute garanzie bancarie.” Questo spiega perché le banche per far profitti abbiano concesso mutui anche a chi non aveva i requisiti per ottenerli incassando maree di denaro.
Ora fortunatamente questo meccanismo si è rotto e la principale fonte di reddito delle banche è venuta a mancare; il mercato delle obbligazioni garantite dai mutui è calato di 1/3 (equivalente di 400 bilioni di dollari) in sole 17 settimane. Le banche non hanno le riserve per coprire i loro assett svalutati e le banche centrali non possono monetizzare le loro perdite. Non c’è via d’uscita. Ci saranno bancarotte e banche che falliranno e tutti pagheranno il prezzo per questi eccessi. Gli utili alle banche e le loro perdite da dividersi tra la collettività. Gli investitori hanno perso appetito per il rischio e non ne vogliono più sapere nulla di obbligazioni strutturate e ciò significa che circa 3 trilioni di dollari di debiti si schianteranno dando un gran colpo all’economia.

Trilioni di dollari di “capitali virtuali” creati dal nulla con la securitizzazione quando i mercati volavano sulle ali dell’ottimismo spariranno in un colpo quando il mercato sarà portato dalla paura. Il processo è iniziato e chi ne è consapevole può ancora fare qualcosa per proteggersi.

Pieraldo Frattini
Consulente indipendente in investimenti finanziari
Autore del sito di controinformazione finanziaria:www.demetrainvestimenti.com

Effetto placebo e nocebo

Effetto placebo e nocebo
Marcello Pamio - tratto dalla dispensa "Pensiero che cura"

Il termine ‘Placebo’ è il futuro del verbo latino ‘placere’, e significa letteralmente ‘piacerò’. Si tratta di una sostanza inerte, priva di qualsiasi principio attivo terapeutico, o di un provvedimento non farmacologico (consiglio, conforto, atto chirurgico non invasivo, ecc.) che provoca un effetto positivo su un sintomo o addirittura su una malattia.
Studi in ‘cieco’ (dove il paziente non sa cosa sta prendendo) hanno dimostrato in patologie con una rilevante componente psicosomatica (come emicrania, insonnia, ecc.) un effetto placebo fino all’80%. Studi in ‘doppio cieco’ (sia il paziente che il medico che somministra non sono a conoscenza) hanno dimostrato che raddoppiando la dose di placebo si ottengono risultati terapeutici migliori di quelli con dose normale.

Questo incredibile fenomeno, che non è psicologico, è conosciuto da moltissimo tempo, ma oggi si ritiene che fino al 60% dei progressi ottenuti con un trattamento (qualsiasi esso sia) possano essere dovuti a una risposta placebo!
Il biologo molecolare Bruce Lipton, autore del best seller “ La Biologia delle credenze: come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula” chiama l’effetto placebo, ’effetto credenza’ per sottolineare come le nostre percezioni, vere o false che siano, hanno lo stesso impatto sul nostro comportamento e sul nostro corpo. Egli è totalmente a favore dell’effetto credenza (placebo) perché costituisce una prova sorprendente della capacità di autoguarigione dell’essere umano.

«Il motivo per cui la mente è stata così trascurata dalla medicina ufficiale non è solo il pensiero dogmatico, ma sono anche considerazioni economiche. Se il potere della mente può davvero guarire il corpo, perché andare dal medico; e, cosa ancora più importante, perché avere bisogno di farmaci?»[1]

Non a caso le ‘lobbies del farmaco’ studiano attentamente i pazienti che reagiscono alle pastiglie innocue di zucchero (placebo), ma non a scopo di conoscenza, ma semplicemente per poi escluderli dalle sperimentazioni cliniche! Coloro che lavorano per la malattia invece che per la salute delle persone, vedono la pillola zuccherina - che si dimostra più efficace del farmaco - come una minaccia economica, e infatti lo è.
Crollerebbe il palcoscenico se la massa venisse a sapere che miliardi di dollari e anni di ricerche non hanno confronto con uno zuccherino!

Uno studio della Baylor School of Medicine pubblicato nel 2002 nel New England Journal of Medicine ha valutato gli interventi chirurgici su pazienti affetti da gravi dolori alle ginocchia [Moseley et al. 2002]. I pazienti vennero divisi in tre gruppi. Nel primo il dottor Moseley raschiò la cartilagine danneggiata del ginocchio; nel secondo, mise a nudo l’articolazione, eliminando del materiale ritenuto causa dell’infiammazione (entrambe tecniche accettate dalla chirurgia ortopedica ufficiale). Il terzo gruppo invece fu sottoposto a un ‘finto’ intervento: i pazienti vennero anestetizzati, subirono tre piccole incisioni di routine e il dottore durante l’operazione, durata 40 minuti, parlò come di routine.
A tutti e tre i gruppi fu prescritta la medesima terapia postoperatoria e di riabilitazione.
I risultati furono sorprendenti: il terzo gruppo, quello placebo che non è stato operato, migliorò esattamente come gli altri due, e alcuni di loro tornarono addirittura a giocare a basket!

La convinzione, la credenza di essere stati operati, nell’esempio qui sopra, ha fatto superare un problema fisico al ginocchio!
Possiamo ancora affermare che l’Effetto placebo è di tipo psicologico?
Sappiamo ancora poco del vero meccanismo che sta a monte di simili e inspiegabili guarigioni, la cosa che si sa per certo è che si tratta di un fenomeno esistente, la cui potenzialità intrinseca è dentro ognuno di noi.

Effetto Nocebo

Se il pensiero positivo, come abbiamo visto, può liberare dalla malattia, quali conseguenze possono avere i pensieri negativi sulla nostra salute?
Tale effetto, chiamato ‘effetto nocebo’ (dal latino ‘nocere’, nuocere), in medicina è altrettanto potente quanto quello ‘placebo’.
Il pensiero può far ammalare, le parole e il comportamento possono trasmettere messaggi che tolgono speranza e che quindi possono far ammalare.
Lo ha spiegato molto bene il Dottor Geerd Ryke Hamer nella Nuova Medicina Germanica: traumi, shock psicologici ed eventi improvvisi (se vissuti in una certa maniera) possono scatenare (e lo fanno su tre piani contemporaneamente: psiche, cervello, organo) una qualsiasi patologia, dall’influenza al tumore più fulminante.
Una diagnosi errata (i falsi positivi e negativi nella diagnostica preventiva come gli screening sono all’ordine del giorno), una frase mal posta o distaccata da parte del medico, possono scatenare un trauma interiore pericolosissimo in persone sensibili o estremamente paurose.

Le convinzioni positive e negative non hanno solo un impatto sulla salute, ma su ogni aspetto della vita.

Facciamo molta attenzione perciò a quello che sentiamo, ascoltiamo e soprattutto diciamo poiché:

“…non ciò che entra nella vostra bocca vi contaminerà,
ma ciò che esce dalla vostra bocca, questo vi contaminerà.”
[ Vangelo di Tommaso, 15 ]

Potenzialmente riceviamo ogni giorno delle informazioni e/o notizie che sono in grado di farci stare male (predisponendoci alla malattia), se ovviamente vengono vissute non correttamente. Tutto dipende da noi!
Spesso le cose che sentiamo o vediamo non sono corrette, per non dire vere: i filtri con cui osserviamo e recepiamo il mondo, sono condizionati dall’educazione, dalla scuola, religione, ecc. Se fin da piccoli, per esempio, ci è stato inculcato che il musulmano è pericoloso e il negro puzza, quando da adulto avrò a che fare con un arabo o un africano, attiverò automaticamente un programma di sopravvivenza, scappando nel primo caso o turandomi il naso nel secondo. Queste vengono chiamate programmazioni inconsce.

Per capire come funzione il nostro inconscio, basta immaginare una stanza buia dove le pareti sono piene zeppe di scritte, per esempio: “i musulmani sono pericolosi”, “i negri puzzano”, “sei un fallito”, “non farai mai niente di buono” “attento ai cani”, ecc.
Queste scritte - che sono frutto di condizionamenti esterni inconsapevoli da parte dei genitori, maestri, insegnanti, ecc. – giungono a coscienza, cioè vengono alla luce, non appena sentiamo determinate frasi o vediamo determinate cose o ci troviamo in determinate situazioni. Appena vengono a coscienza però, l’inconscio farà di tutto per boicottarci, e incredibilmente, lo farà per il nostro benessere!
Se siamo cresciuti con la scritta interiore “sei un fallito” (diventata poi convinzione e credenza), non appena la vita ci metterà di fronte a dei risultati positivi che dimostrerebbero, al contrario, che abbiamo delle qualità, l’inconscio (avendo registrato che siamo dei falliti) farà carte false per affossare il nostro progetto, perché non vuole la nostra sofferenza. In pratica cerca di evitare tutte le situazioni che potrebbero farci stare male.

26 novembre 2007

Vitamina C

VITAMINA C (ACIDO ASCORBICO)

Descrizione

La vitamina C, conosciuta anche come acido ascorbico, è un composto idrosolubile simile al glucosio. Benché abbastanza stabile in soluzione acida, è di norma la meno stabile delle vitamine ed è molto sensibile alla luce, al calore e all’aria, che stimolano l’attività degli enzimi ossidativi.
Una sua funzione molto importante è quella di mantenere in attività il collagene, una proteina necessaria per la formazione del tessuto connettivo della pelle, dei legamenti e delle ossa. La vitamina C ha un ruolo rilevante nella rimarginazione delle ferite e delle ustioni perché facilita la formazione del tessuto connettivo della cicatrice. Le cellule della parete arteriosa hanno bisogno del collagene per espandersi e contrarsi con i battiti del cuore; anche i capillari ne hanno bisogno perché sono più fragili. Un altra proprietà importante della vitamina C è quella antiossidante, che tra le altre cose, la rende utile come additivo alimentare. Questa funzione si esplica quando la vitamina C si auto-ossida e poi rigenera le sostanze ossidate come il ferro o il rame riportandole alla loro forma originale. Nel corso di questo processo, l’agente ossidante dannoso viene rimosso.

La vitamina C protegge il ferro nell’intestino dall’ossidazione.
Essa contribuisce anche alla formazione dei globuli rossi e previene le emorragie. Inoltre combatte le infezioni batteriche e riduce gli effetti di alcune sostanze che provocano allergie. Per queste ragioni la vitamina C è spesso usata nella prevenzione e nella cura del raffreddore comune. E’ stato scoperto che la vitamina C agisce come antistaminico e può essere usata per ridurre le dosi della forma medicinale.
La vitamina C ha relazioni significative con altri elementi nutritivi. Contribuisce al metabolismo di alcuni aminoacidi come la fenilalanina e la tirosina che diventano ormoni. La vitamina C trasforma le forme inattive di acido folico in forma attiva di acido folinico e può avere un ruolo significativo nel metabolismo del calcio e del ferro. Inoltre protegge la tiamina, la riboflavina, l’acido folico, l’acido pantotenico, la vitamina A e la E dall’ossidazione. Protegge il cervello e il midollo spinale dalla distruzione da parte di radicali liberi. Gli studi sulla vitamina C come terapia anti-tumorale continuano, ma esistono già delle prove riguardanti l’effetto protettivo della vitamina C, nei confronti di alcuni tipi di tumore, in larghe fasce della popolazione.
Grande concentrazione di vitamina C si trova nelle ghiandole surrenali, che rilasciano epinefrina e norepinefrina nei momenti di stress.

Assorbimento ed immagazzinamento

Dato che la vitamina C è una “vitamina da stress” viene consumata ancora più rapidamente in condizioni di stress. Le piccole riserve vengono rapidamente consumate dagli stress e dalle frustrazioni quotidiane. Gli esseri umani, le scimmie e le cavie sono tra i pochi animali che necessitano la vitamina C nell’alimentazione perché non sono in grado di soddisfare il fabbisogno organico attraverso la sintesi e dipendono quindi dall’apporto dietetico.
Il livello di acido ascorbico nel sangue raggiunge la punta massima due o tre ore dopo l’ingestione di una quantità media, per poi diminuire quando inizia l’eliminazione attraverso le urine e la sudorazione. La maggior parte della vitamina C viene eliminata dal corpo in tre o quattro ore, ecco perché essa deve essere assunta diverse volte al giorno. Una maggiore eliminazione della vitamina C attraverso le vie urinarie dovuta ad una maggiore assunzione della vitamina non significa che i tessuti del corpo sono saturi. Il livello di vitamina C nel sangue tornerà ai livelli medi in 12 o 13 ore, indifferentemente dalla quantità assunta. Per mantenere un giusto livello della vitamina nel siero, bisognerebbe assumerla ad intervalli di tre o quattro ore. L’eccesso di vitamina C che arriva alla vescica può prevenire il cancro alla vescica.

Quando viene assunta per via orale, la maggior parte della vitamina viene assorbita attraverso la membrana mucosa della bocca, dello stomaco e della parte superiore dell’intestino tenue. Maggiore sarà la dose, minore sarà la percentuale assorbita. Per esempio, in una dose inferiore ai 250 mg la percentuale di vitamina assorbita è dell’ottanta per cento, mentre in una dose superiore ai due grammi verrà assorbito il 50%. Dato che un corpo sano può assorbire solo una certa quantità durante un certo periodo di tempo, l’assunzione di alte dosi di vitamina C in una volta sola, se non necessarie, provoca una maggiore eliminazione di acido ascorbico non metabolizzato. Nei trattamenti terapeutici le iniezioni intravenose di qualche grammo di acido ascorbico sono più efficaci dell’assunzione orale della stessa quantità. L’assorbimento intestinale di ferro e calcio viene notevolmente migliorato dall’assunzione di giuste quantità di vitamina C.

Un organismo umano normale quando è completamente saturo contiene circa 5000 mg di vitamina C, dei quali, 30 mg si trovano nelle ghiandole surrenali, 200 mg nei fluidi extracellulari, il resto è distribuito in concentrazioni variabili in tutte le cellule del corpo. La capacità dell’organismo di assorbire la vitamina C viene ridotta dal fumo, dallo stress, dalla febbre alta o dall’inalazione di gas derivati dalla combustione del petrolio. I sulfamidici aumentano l’eliminazione della vitamina C attraverso le vie urinarie di due o tre volte rispetto alla quantità normale. Il bicarbonato di sodio crea un ambiente alcalino che distrugge la vitamina C. Inoltre quantità d’acqua eccessive impoveriscono le riserve organiche di vitamina C. La cottura degli alimenti effettuata in contenitori di rame distrugge la vitamina C contenuta nei cibi. La vitamina C contenuta negli alimenti si deteriora rapidamente col trasporto, la lavorazione, l’immagazzinamento, la cottura, l’ammaccatura, il taglio, l’esposizione alla luce, all’aria e al calore. Il succo d’arancia, se viene conservato coperto nel frigorifero, conserverà la sua forza per diversi giorni. Quanto più freschi e meno cotti saranno gli alimenti maggiore sarà la quantità di vitamina contenuta. Tra i metodi di cottura da preferire ricordiamo il forno a microonde, il vapore e la frittura rapida. I gambi dei broccoli conservano la vitamina molto più a lungo delle infiorescenze. Gli spinaci perdono 105 mg della vitamina nel giro di 10 giorni. I peperoni dolci possono essere conservati per 3 settimane con una perdita minima.

Dosaggio e tossicità

Il Consiglio Nazionale di Ricerca (Usa) raccomanda 60 milligrammi di vitamina C per gli adulti. Il fabbisogno varia secondo le differenze di peso, il tasso di metabolismo, l’attività, le malattie e l’età. Stati di stress, come l’ansia, le infezioni, le ferite, le operazioni chirurgiche, le ustioni e la stanchezza ne aumentano il fabbisogno nell’organismo. Individui ipoglicemici o che seguono una dieta iperproteica necessitano di una dose maggiore di vitamina C, poiché tali condizioni interferiscono con il metabolismo della vitamina. Persone con alti livelli di rame o di ferro nel sangue hanno bisogno di una maggior assunzione di vitamina C. Ogni condizione che elevi il livello di rame nel siero incrementa il fabbisogno di vitamina C, compresa la schizofrenia, il fumo, (i fumatori dovrebbero assumerne 100 mg al giorno) l’uso di contraccettivi orali, mestruazioni e l’ultimo mese di gravidanza (consultate un medico). Due grammi al giorno per due settimane diminuiranno la durata e la gravità del raffreddore e dei sintomi di allergie.

Quando la vitamina C viene prescritta per ragioni terapeutiche, il dosaggio è molto importante. Troppo poca avrà poco o nessun effetto. Oltre ai 60 mg per gli adulti, si consiglia l’assunzione di altri 10 mg alle gestanti e di altri 35 alle donne che allattano. In alcune circostanze e nel corso di certe malattie sarà necessario aumentare la dose, come nel caso di temperatura corporea estremamente alta o bassa, in presenza di livelli tossici di piombo, mercurio e cadmio e con l’uso cronico di medicinali come l’aspirina e i barbiturici. Quando vengono somministrate dosi molto alte della vitamina, è necessario aumentare anche l’assunzione di calcio.
In qualche caso, dosi ampie di vitamina C possono dare effetti collaterali. I sintomi possono essere una leggera sensazione di bruciore durante l’orinazione, disordini intestinali o diarrea, gas intestinali o dolori addominali, arrossamenti cutanei e nausea. Quando uno di questi sintomi si presenta è bene ridurre il dosaggio. La presenza di queste condizioni può essere evitata assumendo la vitamina dopo i pasti, la qual cosa è anche utile per una corretta assimilazione. Se i sintomi persistono, si possono provare altri tipi di vitamina C.

Non dovrebbero essere assunte grandi dosi di vitamina C da coloro che hanno la tendenza alla formazione di calcoli di ossalati o cistinuria, a meno che essa non sia sotto forma di ascorbato di sodio. L’ascorbato di sodio non influisce sull’acidità delle urine e favorisce l’escrezione degli ossalati. Alcuni individui soffrono di una malattia genetica rara che provoca la formazione di calcoli renali quando si assumono grandi quantità di vitamina C. Le persone che hanno una tendenza alla gotta e quelle che, a causa di una condizione genetica, hanno un assorbimento alterato della vitamina C, sono più esposte alla formazione di calcoli. In questi casi vi è la necessità di ridurre l’assunzione della vitamina. Gli americani di colore, gli africani, gli asiatici, gli ebrei sefarditi e alcuni altri gruppi etnici possono avere maggiori effetti collaterali dovuti all’assunzione di dosaggi molto alti. La vitamina potrebbe provocare la rottura dei loro globuli rossi causando anemia emolitica. Le persone che soffrono di anemia falciforme sono particolarmente vulnerabili.

Anche le terapie a base di estrogeni aumentano il fabbisogno di vitamina C e B6. La vitamina C può dare una lettura falsata dei test glicemici (eccetto la esochinasi), della glucosio ossidasi e del test per la ricerca di sangue nelle feci. Abbassando la quantità di vitamina C, dopo un’assunzione di alte dosi si possono avere sintomi di scorbuto (soprattutto nei neonati). Quindi le dosi della vitamina dovrebbero essere abbassate gradualmente in un periodo di tempo finché l’organismo si è adattato al nuovo regime. Le persone che prendono anticoagulanti potrebbero cancellarne l’effetto prendendo dosi molto alte di vitamina C. Un eccesso di vitamina può promuovere l’assorbimento del ferro, provocando così un’overdose del minerale.

Effetti da carenza e sintomi

Segni di carenza sono respiro corto, cattiva digestione, capelli fragili con doppie punte, capelli che si spezzano sottopelle e che si attorcigliano, capelli secchi e annodati, scarsità di latte, rottura dei vasi sanguigni causa di sanguinamento delle gengive alla base dei denti, rottura dei capillari causa di emorragie puntiformi, problemi alla pelle, indebolimento dello smalto, tendenza alla formazione di ematomi, giunture gonfie o doloranti, perdita di sangue dal naso, anemia, diminuita resistenza alle infezioni, lenta guarigione di fratture e ferite. I denti possono essere meno saldi e perdere le otturazioni. Anche carenze minime di vitamina C possono causare disturbi alle gengive che permettono ai batteri e alle sostanze tossiche di penetrare nei tessuti causando periodontopatie.

La mancanza di vitamina C può essere causa di infarti e di ictus, provocati da coaguli. La carenza può causare degenerazione muscolare che può includere il cuore. E’ noto che il fumo diminuisce il livello di acido ascorbico nel sangue. Ad un campione di sangue umano di cui si conosceva con precisione il contenuto di acido ascorbico è stato aggiunta nicotina. Il contenuto di acido ascorbico è diminuito di una percentuale dal 24 al 31%.
Gli etilisti hanno un tasso bassissimo di vitamina C nel siero perché la vitamina è utilizzata per eliminare gli effetti tossici dell’alcool. E’ stato scoperto recentemente che gli anziani e coloro che soffrono di malattie croniche insieme agli etilisti formano un gruppo di persone più vulnerabile allo scorbuto. Gravi carenze causano lo scorbuto in qualunque persona. Le persone malate di cancro, quelle che soffrono di disturbi dentali, ortopedici o i dializzati sono tutti esposti a carenze di vitamina C.

In caso di carenza la pelle diventa ruvida, secca e squamosa. Le terminazioni ossee si ammorbidiscono e diventano doloranti, insorgono malformazioni che possono causare squilibri nella crescita e fratture. Un sanguinamento abbondante delle articolazioni e delle cavità del corpo può provocare la morte.

Effetti benefici nelle malattie

La vitamina C ha un ruolo importante nella prevenzione e cura dello scorbuto. Essa facilita la formazione di ossa e denti sani, proteggendo lo smalto e la polpa. Riduce inoltre gli effetti negativi sull’organismo di certe sostanze che producono allergie. La vitamina C viene frequentemente usata per ridurre la durata e la gravità del raffreddore comune. Il fluido lubrificante delle articolazioni (liquido sinoviale) diventa più scorrevole quando i livelli sierici di acido ascorbico sono alti e consente una maggiore libertà di movimento. Quindi, pazienti artritici curati con vitamina C possono ricavare un po’ di sollievo dal dolore. E’ un elemento nutritivo importante nel trattamento delle ferite perché accelera il processo di rimarginazione, particolarmente in caso di bruciature della cornea. L’acido ascorbico può abbassare il contenuto di colesterolo nel sangue dei pazienti affetti da arteriosclerosi. Il tasso di colesterolo nel siero si riduce del 35-40% con il trattamento con vitamina C. Anche se non si conoscono ancora i risultati definitivi, gli studi sulla relazione tra colesterolo e vitamina C continuano.

Il fabbisogno di vitamina C aumenta con l’età a causa di un maggior bisogno di rigenerazione del collagene. Col passare degli anni, le ghiandole sessuali richiedono una maggior quantità di vitamina C e la ottengono dagli altri tessuti, che rimangono esposti alle malattie. Quindi un’integrazione adeguata contribuirà a ridurne l’impoverimento. La vitamina C ha dato risultati positivi nei casi di sterilità maschile. E’ stato notato che la vitamina migliora l’utilizzazione di zinco, magnesio, rame e potassio, elementi vitali per un normale funzionamento dello sperma. La vitamina C dà risultati positivi in caso di displasia cervicale, un disturbo che può portare al cancro. La vitamina C, la vitamina E e i bioflavonoidi hanno dato sollievo a molte persone che soffrivano di vene varicose. Una dieta equilibrata insieme all’esercizio fisico aiutano a prevenirle.

L’octocosanolo nel germe di grano o sotto forma di Prometol (capsule di sostanza cristallina), che si può acquistare nei negozi di alimenti naturali, assunto insieme all’olio di primula, la vitamina E (sotto forma di tocoferoli misti), la vitamina C, il selenio e la lecitina può migliorare i sintomi della sclerosi multipla. Consultate un medico per avere un dosaggio terapeutico. Nella malattia di Crohn, il corpo utilizza zinco, magnesio, piridossina, niacinamide, vitamina C e E per proteggersi dall’ossidazione. Le vitamine C e B6 sono entrambe diuretici naturali e vengono usate insieme ai bioflavonoidi dai medici nutrizionisti per curare i pazienti ipertesi potenziando l’azione della vitamina C nell’organismo (ad esclusione dell’ascorbato di sodio).

La vitamina C è importante in tutte le condizioni stressanti. Il fabbisogno di acido ascorbico nei tessuti è superiore in presenza di metabolismo accelerato. La vitamina C stimola la produzione di interferone e agisce da fattore inattivante contro i virus e le infezioni, incluso il virus herpes, le eruzioni vacciniche, il virus dell’epatite, della poliomielite, dell’encefalite, del morbillo, della polmonite e dell’AIDS. Ciò avviene perché la vitamina C, catalizzata dagli ioni del rame, riduce le molecole di ossigeno in molecole tali che, a loro volta, attaccano gli acidi nucleici del virus. Dato che il normale funzionamento dei globuli bianchi che lottano contro le infezioni dipende dalla vitamina C, questo stesso meccanismo opera contro i batteri, compresi quelli responsabili della difterite, della tubercolosi, del tetano, della febbre tifoide, e gli stafilococchi.

Se viene assunta vitamina C sufficiente per saturare i tessuti, essa entra nelle cellule e distrugge i virus momentaneamente inattivi. Per più di 25 anni il dott. Frederick Klenner di Reidsville, in North Carolina, ha usato la vitamina C nel trattamento di malattie virali. La sua terapia si basa sulla somministrazione, per via endovenosa o per via orale, di 20-40 grammi di vitamina C al dì. I sintomi dello scorbuto regrediscono rapidamente con la somministrazione di 100 mg al giorno. Si è appurato che la somministrazione di due grammi al giorno o di 500 mg iniettati due volte al giorno inibisce la coagulazione del sangue.
Dosi massicce di vitamina C sono state usate per curare tossicodipendenti, inclusi gli eroinomani e i dipendenti da metadone e barbiturici. Il chiropratico Alfred F. Libby di Santa Ana, California, ha ottenuto buoni risultati somministrando per quattro giorni da 25 a 85 grammi di ascorbato di sodio, una versione della vitamina C, poi ha ridotto la dose a 5 grammi di ascorbato di sodio e 5 grammi di acido ascorbico. Il trattamento facilita la rinuncia all’eroina, aiuta a stabilire un buon appetito e un buon sonno, e aiuta a eliminare ragionamenti anormali. La vitamina C è stata utilizzata per effettuare dei test che valutassero i suoi effetti sull’intelligenza. Uno studio basato su un gruppo di controllo formato da bambini ha riscontrato una aumento del 3,6% del QI quando la somministrazione di vitamina C veniva aumentata del 50%.

Dosaggi alti di vitamina C riducono i livelli del vanadio che è associato a disturbi maniaco-depressivi e a disturbi del metabolismo idrico e degli elettroliti. La vitamina C può aumentare l’efficacia degli psicofarmaci come l’aloperidolo, permettendo quindi di ridurne le quantità, con conseguente diminuzione degli effetti collaterali. Il dott. Carl Pfeiffer afferma che la vitamina C agisce come ansiolitico sul sistema nervoso. Egli usa la vitamina C per trattare la schizofrenia. Studi hanno mostrato che i pazienti psicolabili hanno un inusuale bisogno eccessivo di vitamina C. Il trattamento con vitamina C porta un miglioramento in casi di paranoia e depressione.

La vitamina C previene la formazione di nitrosammine cancerogene dai nitriti e nitrati che si trovano in alcuni alimenti. La vitamina C è stata usata con successo per curare morsi di serpenti e di ragni, punture di insetti e rabbia. Attualmente vengono svolte delle ricerche per determinare il suo ruolo nel favorire la resistenza alla stanchezza, alle malattie respiratorie e al dolore. La vitamina C è importante per il recupero di pazienti colpiti da attacco cardiaco, prevenendo la dannosa azione dei radicali liberi. Comunque, il cuore assorbirà una così grande quantità di vitamina C da altri tessuti del corpo, che sarà necessaria un’integrazione sufficiente. Alcuni medici scozzesi sostengono che la vitamina C contrasta le emorragie del tratto intestinale causate dall’aspirina o dall’alcool. L’emorragia può anche continuare o rincominciare se non è presente vitamina C sufficiente per chiudere le lesioni.

La vitamina C è essenziale per stimolare il sistema immunitario, mettendo l’organismo in grado di resistere alle malattie, incluso il cancro, soprattutto, secondo recenti scoperte, il cancro allo stomaco e all’esofago. Questa scoperta è stata allargata anche al tumore alla laringe in individui fumatori e bevitori. Il suo ruolo di antiossidante nei polmoni è prezioso per minimizzare gli effetti dell’inquinamento ambientale, inclusi quelli dovuti a monossido di carbonio e fumo di sigaretta. I livelli di vitamina C nei fumatori possono essere riportati alla normalità attraverso l’integrazione.
La vitamina C può bloccare la formazione di sostanze cancerogene come le nitrosammine. Queste sostanze si trovano nei cosmetici, nei prodotti a base di tabacco, nel fumo di sigaretta, nelle bevande a base di malto e nelle carni trattate (ad alcuni tipi di salumi viene aggiunta la vitamina C per evitare che le nitrosammine entrino nell’organismo). Si riporta che alcuni individui sono stati guariti dal cancro con l’assunzione di 10 grammi di vitamina C al giorno.

Altri pazienti affetti da cancro in fase terminale sono sopravvissuti quattro volte di più di quelli di un’gruppo di controllo. Tuttavia questi risultati dovranno essere confermati da studi più approfonditi. La vitamina C può neutralizzare la tossicità delle clorammine, che vengono aggiunte all’acqua per sostituire il cloro (del quale si conosce l’azione cancerogena). La vitamina C protegge anche dagli effetti nocivi di sostanze dannose come il cadmio, il mercurio, il piombo, il ferro, il rame, l’arsenico, il benzene e alcuni pesticidi.
Il dott. James Greenwood dell’Università di Baylor, dichiara che un’assunzione maggiore del normale di vitamina C aiuta a conservare l’integrità dei dischi intervertebrali ed a prevenire problemi alla schiena. Le temperature alte o basse aumentano il fabbisogno di vitamina C. La vitamina, in parte, migliora il metabolismo della tirosina e fenilalanina, precursori di ormoni caloriferi come quelli tiroidei. La vitamina C può aiutare i diabetici che soffrono di sanguinamento alle gengive, cicatrizzazione lenta delle ferite ed invecchiamento precoce della pelle.

Ricerche eseguite in laboratorio sulle scimmie hanno dimostrato che la vitamina C può proteggere dal congelamento. Studi condotti in Russia hanno mostrato che la vitamina C rallenta il processo d’invecchiamento. Gli atleti russi adoperano la vitamina C per accrescere i tessuti muscolari. La vitamina C può far diminuire il fabbisogno di alcuni medicinali come la L-Dopa e gli antidolorifici somministrati a pazienti affetti da cancro. La vitamina impedisce a certi enzimi di scomporre i naturali composti antidolorifici del cervello.
La vitamina C aiuta le vittime di shock da ferita, shock elettrico e folgorazione. Previene la miliaria rubra e i colpi di calore. La leucemia, la pancreatite e le malattie reumatiche del cuore rispondono bene alla terapia con vitamina C. La vitamina C in polvere, inumidita con l’acqua per ottenere una massa spalmabile da applicare sulla pelle, può risolvere l’irritazione da contatto di Rhus radicans e Rhus diversiloba (due varietà di rampicanti diffuse in America, N.d.E.) in 24 ore, se verranno assunte contemporaneamente anche dosi adeguate della vitamina per via orale.

Ricerche eseguite su esseri umani
  1. Vitamina C e pertosse. A novanta bambini affetti da pertosse, è stata somministrata vitamina C per via orale, per iniezione 5.000 milligrammi al dì per sette giorni, riducendone la dose gradualmente fino a raggiungere il livello giornaliero di 100 milligrammi. Ad un gruppo di controllo è stato somministrato invece un vaccino contro la pertosse.

    Risultati. La durata della malattia nei bambini che avevano ricevuto acido ascorbico è stata di 15-20 giorni, mentre la durata media per i bambini che avevano ricevuto un vaccino è stata di 34 giorni. Quando la terapia di acido ascorbico è stata iniziata durante lo stadio catarrale, lo stadio spasmodico è stato prevenuto nel 75% dei casi. (Journal of the American Medical Association, 4 Novembre 1950, come riportato in Rodale, The Encyclopedia of Healthful Living, pag. 956.)

  2. La vitamina C e la miliaria rubra. Trenta bambini sono stati suddivisi in due gruppi. Ad uno di essi è stata somministrata vitamina C in rapporto al peso corporeo; all’altro è stato somministrato un placebo, in questo caso sotto forma di pillole di zucchero. Solo il farmacista sapeva a chi fossero state realmente somministrate. Dopo due settimane il dott. Hindson e il farmacista paragonarono i loro appunti:

    Gruppo vitamina C Gruppo placebo
    1 immutato 9 immutati
    4 migliorati 4 migliorati
    10 guariti dalle lesioni 2 peggiorati

    Ai 15 pazienti a cui fu somministrato il placebo è stata data vitamina C in seguito alla prima comparazione. Nell’arco di due mesi, non sono state riscontrate lesioni in alcuno dei 30 bambini. (Dosaggio: bambino di 17 chilogrammi = 250 milligrammi al dì). (dott. C. Hindson, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Luglio 1972.)

  3. Vitamina C e carenza di ferro. Trenta donne in età tra i 14 e i 40 anni soffrivano di carenza di ferro. Fu loro somministrata una compressa da 200 milligrammi di acido ascorbico al dì.

    Risultati. Dopo 60 giorni di trattamento, la carenza di ferro migliorava. Una carenza cronica di ferro è spesso complicata dall’effetto collaterale dello scorbuto. Per influenzare l’assorbimento del ferro è necessaria un’assunzione di almeno 200-500 milligrammi di vitamina C al giorno. (Enil Margo Schleicher, direttore del reparto di Ematologia dell’Ospedale St. Barnabas, Minneapolis, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Agosto 1970.)

  4. Vitamina C e nicotina. Quattordici fumatori e 14 non fumatori aventi abitudini dietetiche simili sono stati sottoposti a diete carenti di vitamina C. A tutti sono stati presi i campioni di sangue. Quindi sono stati somministrati 1,1 grammi di vitamina C e abbondanti dosi di vitamine idrosolubili per facilitarne l’assorbimento. Questo processo ha avuto la durata di 5 giorni, finché l’organismo dei soggetti non era saturo di vitamina C. Per tre giorni le assunzioni di vitamina C sono state limitate e le urine scrupolosamente analizzate.

    Risultati. Le analisi del sangue hanno dimostrato che i fumatori avevano circa il 30% in meno di vitamina C nel sangue rispetto ai non fumatori. (Omar Pelletier della Divisione Ricerca del Food and Drug Directorate in Ottawa, Canada, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Luglio 1969.)

  5. Vitamina C e infiammazione dell’uretra. Dodici uomini soffrivano di infiammazione dolorosa dell’uretra; dopo un’attenta visita, a ciascuno di loro sono stati somministrati, per quattro giorni, 3 grammi di vitamina C. L’irritazione era provocata da cristalli fosfatici che si erano formati nell’urina a causa di un’insufficiente acidità.

    Risultati. Le alte dosi di vitamina C sono risultate una buona terapia per introdurre sufficiente acidità affinché i cristalli regredissero in soluzione. L’apporto in eccesso di vitamina C ha determinato l’eliminazione dalle urine di quella parte non immagazzinata dall’organismo e la conseguente guarigione dei pazienti. L’eccesso di vitamina C nelle urine si è rivelato efficace al 100% nel curare i sintomi. (Rodale, ed., Prevention, Luglio 1973.)

Ricerche eseguite su animali

  1. La vitamina C e la formazione dei denti. In cavie carenti di vitamina C cessava la formazione della dentina e la polpa era separata dalla dentina da liquidi, oppure la dentina prodotta era di qualità inferiore. La polpa si restringeva e, una volta libera dalla dentina, galleggiava apparentemente in un liquido.

    Risultati. Con la somministrazione di vitamina C si è avuto un rapido miglioramento. (Journal of Dentistry for Children, Third quarter, 1943, come riportato in Rodale, The Encyclopedia for Healthful Living, pagg. 953-954.)

  2. Vitamina C e avvelenamento da mercurio. A 20 cavie sono stati somministrati 200 milligrammi di vitamina C al giorno per sei giorni (l’equivalente di 14 grammi al dì per l’uomo). Al sesto giorno, a ciascuna cavia è stata somministrata una notevole dose di mercurio. Dopo l’avvelenamento sono state riportate alla loro dieta abituale, che consisteva in 200 milligrammi di vitamina C al dì.

    Risultati. Dopo due giorni, pur perdendo peso, si comportavano normalmente. Dopo 20 giorni gli animali potevano considerarsi salvi. (Momcilo Mokranjae e Ceda Petrovic, in C. R. Acad. Sc. Paris, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Luglio 1972, pag. 82.)

  3. La vitamina C e la morte per mancanza di ossigeno. Quarantadue ratti furono posti in una camera di decompressione finché la pressione atmosferica fu equivalente ad un’altitudine di 33.000 piedi. Morirono tutti in 13 minuti. Ad un secondo gruppo di ratti fu iniettata vitamina C prima di essere sottoposti alla decompressione. Il dosaggio loro somministrato era equivalente ad un dosaggio umano di 7 grammi.

    Risultati. All’esperimento sopravvissero tre ratti, mentre gli altri rimasero in vita per una media di circa 23,7 minuti.
    Ad un terzo gruppo di 44 ratti furono iniettati dosaggi doppi di vitamina C rispetto al secondo gruppo (equivalente a una dose umana di 14 grammi) e poi sottoposti alla decompressione.
    Risultati. Sopravvissero 21 ratti mentre gli altri rimasero in vita per quasi un ora. Gli studiosi non hanno stabilito la causa di questo effetto della vitamina C. (Kazuo Asahina e Katsumi Asano, Toho University School of Medicine, Tokyo, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Luglio 1972.)

LA VITAMINA C PUO’ ESSERE EFFICACE NELLA CURA DELLE SEGUENTI MALATTIE


Organi Malattie
Apparato intestinale Colite

Diarrea

Emorroidi

Fibrosi cistica

Morbo celiaco

Stitichezza

Vermi
Apparato riproduttivo Prostatite

Contraccezione

Gravidanza

Mestruazioni

Displasia cervicale
Articolazioni Artrite

Borsite

Gotta
Bocca Alitosi

Cancro all’esofago

Cancro alla laringe

Ulcere aftose della bocca
Capelli/cuoio capelluto Calvizie

Problemi dei capelli
Cistifellea Calcoli alla cistifellea
Cuore Angina pectoris

Arteriosclerosi

Attacchi cardiaci

Ipertensione
Cervello/sistema nervoso Affaticamento

Epilessia

Herpes zoster

Ictus

Insonnia

Ipertensione

Ipossia

Malattia mentale

Meningite

Morbo di Parkinson

Psicosi

Schizofrenia

Sclerosi multipla

Vertigini
Denti/gengive Disturbi ai denti e gengive

Gengive sanguinanti

Piorrea
Fegato Cirrosi epatica

Epatite

Itterizia
Gambe Crampi

Flebite

Vene varicose
Ghiandole Esaurimento surrenale

Fibrosi cistica

Gonfiore ghiandolare

Gozzo

Prostatite
Muscoli Distrofia muscolare

Mal di schiena

Reumatismo
Occhio Ambliopia

Astenopia

Cataratta

Congiuntivite

Disordini della vista e della messa a fuoco

Glaucoma
Orecchio Otite
Ossa Fratture

Osteomalacia

Osteoporosi

Rachitismo
Pelle Acne

Ascessi

Carbonchio

Herpes

Eczema

Foruncoli

Herpes zoster

Impetigine

Lividi

Morsi di ragno e di serpente

Piaghe da decubito

Piede d’atleta

Psoriasi

Scorbuto

Scottature
Polmoni/apparato respiratorio Allergie

Bronchiti

Asma

Enfisema

Fumo

Influenza

Pertosse

Polmonite

Raffreddore comune

Rinite allergica

Tubercolosi
Reni Calcoli renali

Nefrite
Sangue/apparato circolatorio Alto livello di colesterolo

Anemia

Anemia perniciosa

Angina pectoris

Arteriosclerosi

Diabete

Emofilia

Emorragie gastrointestinali

Etilismo

Flebite

Ictus

Ipertensione

Ipoglicemia

Itterizia

Leucemia

Lividi

Mononucleosi

Vene varicose
Stomaco Cancro allo stomaco

Gastrite

Gastroenteriti

Ulcera peptica
Testa Cefalea
Vescica Cistite
Generale AIDS

Artrite

Beri-beri

Cancro

Difterite

Dolori alla schiena

Etilismo

Febbre

Febbre reumatica

Ictus

Infezioni

Influenza

Kwashiorkor

Morsi di serpenti e insetti

Poliomielite

Sovrappeso e obesità

Stress

Varicella

Encefalite

Febbre tifoidea

Folgorazione

Infezioni da stafilococco

Morbillo

Raffreddore comune

Shock elettrico

Sistema immunitario

Stanchezza

Tetano

Tossicodipendenza

Vaccinazioni

07 novembre 2007

Vaccini e bugiardini...

di Romina Alessandri - tratto da CONSAPEVOLE nr. 11

L’idea di un articolo sui vaccini mi è venuta qualche tempo fa, quando mi sono trovata a cercare più informazioni possibili sull’argomento vista la mia dolce attesa: mi sono resa conto di quanto può essere difficile avere informazioni chiare e disinteressate, soprattutto dalle aziende sanitarie.
Negli ultimi mesi mi è capitato spesso di discutere l’argomento con familiari, amici, ostetriche e medici delle ASL locali. Questo confronto mi ha portato ad una grande confusione mentale: mi sono ritrovata a dover fare i conti con opinioni diverse, spesso frutto di preconcetti o addirittura di totale ignoranza sull’argomento. Dato che la vaccinazione è di routine, sono poche le famiglie che si preoccupano di informarsi sulle reali necessità o controindicazioni del vaccino stesso, e quindi sono ancora di meno quelle che decidono di non vaccinare, operando una scelta consapevole. Sento quindi la necessità di chiarire, con questo articolo, alcuni aspetti importanti relativi a questa scelta, in modo da mettere luce i pro e i contro della pratica vaccinale. Siccome nel mio percorso ho notato che la maggior parte dell’informazione a cui si ha accesso frequentando le strutture sanitarie è pro-vaccino, porterò la testimonianza di associazioni e gruppi di ricerca “contro”.
Credo spetti poi ad ogni genitore la scelta di approfondire l’una o l’altra strada.

La situazione in Italia e nel mondo
Nei paesi “sviluppati” esistono, relativamente alla pratica vaccinale, obblighi assoluti solo in Italia e Francia, molto elasticamente in Grecia ed in tre dei cinquanta stati degli USA. In Belgio vi è quello dell’antipolio, ma non essendovi una vera e propria legge è facilmente “aggirabile”. Solo nei paesi di ex area sovietica tuttora esistono obblighi assoluti. In Italia vi sono quattro vaccinazioni obbligatorie (polio, tetano, difterite, epatite B), sei consigliate ed altre cinque verranno proposte nei prossimi tre anni. Ogni regione ha però caratteristiche particolari, per esempio in Piemonte Toscana e Veneto i vaccini non saranno più obbligatori (ma consigliati) a partire dal 2008, mentre in altre regioni sono state abrogate le multe per mancata vaccinazione. Cosa importantissima che tengo a sottolineare: il presidente della Repubblica, il 26 Gennaio 1999, ha firmato un decreto che regolamenta definitivamente la posizione dei bambini non vaccinati a scuola; il D.P.R. n. 355 recita testualmente: “La mancata certificazione delle vaccinazioni non comporta il rifiuto di ammissione dell’alunno alla scuola dell’obbligo o agli esami”. Quindi se per caso qualche scuola non accettasse i bambini non vaccinati, occorre sporgere denuncia all’autorità giudiziaria per azioni anticostituzionali. Per gli asili la situazione è regolamentata regione per regione.

La sicurezza dei vaccini e la loro composizione
Il problema dell’obiezione consapevole nasce dalla constatazione che oggi i bambini manifestano una elevatissima presenza di malattie “moderne”: uno su 10 è asmatico; complessivamente uno su tre è allergico; ogni anno 1.000-1.500 neonati muoiono nel sonno per lo più tra i due e sei mesi, proprio quando subiscono le prime due dosi vaccinali. Tali nuove malattie, compreso il cancro in età precoce, sono apparse a partire dalla generazione nata attorno al ’60, che corrisponde alla data di inizio delle vaccinazioni attuate in modo massiccio.

Sostanze pericolose e malattie debellate
A partire dai 3 mesi, e nei soli primi 15 mesi di vita, possono essere somministrate al bambino 27 dosi di vaccino che contengono antibiotici, mercurio, alluminio, formaldeide: sostanze tossiche alle quali si può anche essere allergici o che possono scatenare malattie di vario genere. All’interno dei vaccini sono quindi presenti sostanze molto pericolose, soprattutto se pensiamo che le dosi vengono inoculate su bambini con sistema immunitario non ancora formato. Le controindicazioni e gli effetti collaterali sono preoccupanti. Viene da chiedersi perché le vaccinazioni siano così vivamente consigliate dalle Asl locali. Prima di intraprendere questo viaggio nell’informazione mi sono fatta proprio questa domanda: «Perché allora sono obbligatori se così pericolosi?». La mia prima risposta, per logica, è stata: «Forse perché effettivamente i rischi che si corrono sono molto meno gravi rispetto al fatto di contrarre la malattia…». Mi sono data una risposta vera? Proviamo ad indagare.

Il Tetano
La comunità non deve difendersi da questo contagio semplicemente perché non è una malattia contagiosa. Se il tetano non è un virus perché si continua ad usare un vaccino antivirale? Tra l’altro in Europa non è mai stata una malattia dei bambini, e non si può neppure sostenere che, vaccinando tutti, si impedisca la circolazione del bacillo che si riproduce nell’intestino dei ruminanti ed è presente anche nella polvere di casa. La malattia non è dunque sradicabile (non la si può far sparire). Anche prima della vaccinazione i casi erano qualche centinaio all’anno e, allora come oggi, si riferiscono quasi sempre ad anziani.

L'Epatite B
Delle quattro obbligatorie questa gode di molti studi pubblicati relativi alla sua pericolosità e nessun pediatra ha il coraggio di difenderne l'obbligo. Il totale delle epatiti (A,B,C eccetera) è “crollato” prima del vaccino, passando dai 54.000 casi di tutte le epatiti del ’69 ai 2.733 della sola B del ’94, (nel ’97 circa 2.000), benigni al 95%, cronici nel 4% e mortali solo nell'1%.
Sui bambini poi il vaccino è inutile perché gli anticorpi che produce durano due anni nei neonati e quattro negli adulti. Considerato che la malattia è degli adulti e comincia ad apparire timidamente a 15 anni, se ne conclude che farlo a 0 ed 11 anni è matematicamente inutile e può fare solo male.

Difterite
Anche in questo caso vaccinare tutti per una malattia che “non c’è” produce più effetti collaterali che prevenzione. Nei paesi in cui il vaccino viene poco o per niente usato, la malattia non è presente, mentre appare in paesi super vaccinati (come la Russia ) se c’è fame e freddo; inoltre non è sradicabile. Infine, se la vaccinazione di massa aveva un senso teorico nel 1939. Certamente non lo ha oggi, quando, ad esempio, sono disponibili antibiotici che possono agevolmente essere usati per gli sporadici casi che si presentassero.

Poliomielite
Anche qui le centinaia (e probabilmente migliaia) di casi di morte e di invalidità da polio nell’occidente avanzato, almeno negli ultimi 10 anni, sono per lo più dovuti alla vaccinazione. In Italia la malattia (normalmente benigna) stava naturalmente sparendo tra gli anni Venti e gli anni Trenta: i picchi di incidenza sono “stranamente” apparsi in concomitanza con l’introduzione degli obblighi dell’antivaiolosa (1934), dell’antidifterica (1939), con le prime antipolio (1956), e soprattutto con la prima vera campagna vaccinale del 1958. Comunque questo vaccino risulta essere il più pericoloso. Sulla stampa del febbraio ’97 è apparsa la notizia secondo la quale il CDC (equivalente in USA del nostro Istituto Superiore della Sanità), negli scorsi 14 anni ha riscontrato, negli USA, 125 casi di polio da vaccino, che, rapportati alla popolazione italiana, equivarrebbero ad un poliomelitico all’anno circa. Piuttosto giova ricordare che la polio è apparsa nel terzo mondo solo dopo le campagne vaccinali “per salvarli”. Anche la campagna antipolio (italiana) del ’96 in Albania ha prodotto una grave epidemia, (76 casi in perfetta concomitanza di tempo, per lo più fra le persone a contatto dei vaccinati), dimostrando così la sua pericolosità in popolazioni con cattiva nutrizione ed igiene, e la sua inutilità nei paesi “ricchi”. È vero che ci sono stati rari casi di polio invalidante tra non vaccinati (nei paesi “sani”), ma anche tra vaccinati: il problema va valutato comunque, nel suo rischio complessivo per la salute.

Alla luce di queste valutazioni mi sento sicuramente più contro che pro-vaccino. E voi? Ci sono però ancora molte cose da chiarire prima di prendere una decisione definitiva, consapevole e informata. Continueremo quindi il nostro excursus sul prossimo numero, affrontando i possibili danni da vaccino (morti bianche, trasformazioni cellulari maligne, sconvolgimento del sistema immunitario etc.), e le eventuali indicazioni legali per l’obiezione.

Per saperne di più!
Leggere attentamente per scegliere consapevolmente
Credo sia necessario analizzare in modo specifico quali sono i principi attivi dei vaccini obbligatori e quali indicazioni/controindicazioni sono riportate nel bugiardino approvato dal Ministero della Sanità che andrebbe SEMPRE consegnato ai genitori.

*Non potendo inserire tutte le indicazioni di ogni foglietto verrà fatta una scelta delle parti più significative.

Polioral (antipolio SABIN)
Composizione. Sospensione acquosa, in terreno di Earle con lattalbumina 0,5% di virus poliomelitico attenuato dei tipi 1,2,3, coltivato su cellule di rene di Cercopithecus aethiops (un primate ndr) e stabilizzata con cloruso di magnesio 1M.

Controindicazioni. Ipersensibilità accertata verso uno dei componenti della formulazione (vengono fatte analisi di tollerabilità ai bambini di 3 mesi prima di sottoporli a vaccinazione? ndr). La vaccinazione è controindicata nei soggetti con alterazioni dello stato immunitario (agammaglobulinemia, ipogammaglobulinemia, immunodeficienza combinata umorale o cellulo-mediata); nei soggetti affetti da leucemie, linfomi, neoplasie, patologie del sistema nervoso centrale croniche convulsivanti, nei bambini sani conviventi con persone affette da immunodeficienza. La vaccinazione è differita in casi di malattie acute febbrili , diarrea o altri disturbi intestinali; in trattamento con farmaci immunodepressori. Il verificarsi di qualsiasi reazione neurologica successiva alla vaccinazione costituisce controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi di vaccino.

Tra gli effetti indesiderati. Molto raramente sono stati descritti casi di malattia paralitica associati alla vaccinazione, anche in persone a diretto contatto con soggetti vaccinati (meno di un caso ogni tre milioni di dosi somministrate). Raramente possono verificarsi diarrea, esantema allergico e polineuriti.
Fonte: Ministero della Sanità il 12/10/98.

Dif-TET-All (tetano/difterico)
Composizione. Anatossine difterica e tetanica purificate ed adsorbite su idrossido di alluminio. Una dose di 0,5 ml contiene: principi attivi: non meno di 30 U.I. di anatossina difterica purificata (preparata a partire dalla tossina difterica neutralizzata con formolo). Non meno di 40 U.I. di anatossina tetanica purificata.

Controindicazioni. Ipersensibilità accertata verso uno dei componenti della formulazione (come si fa a saperlo? ndr). Evitare la vaccinazione in caso di accertata ipersensibilità ai componenti del vaccino e durante qualsiasi affezione febbrile. Il verificarsi di qualsiasi reazione neurologica successiva alla vaccinazione costituisce controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi di vaccino.

Precauzioni. Come per ogni altro prodotto di natura biologica non può essere esclusa la comparsa di reazioni di ipersensibilità: mantenere disponibili adrenalina 1:1000 e corticosteroidi per trattare eventuali reazioni di tipo immediato.

Tra gli Effetti indesiderati. Disturbi neurologici post-vaccinali e reazioni di ipersensibilità, conseguenti alla somministrazione di tutti i prodotti biologici, sebbene estremamente rari, devono essere sempre valutati. In tal caso si raccomanda di consultare il medico per adottare idonee misure terapeutiche.
Foglietto illustrativo revisionato dal Ministero della Sanità il 5/1995

Recombivax HB (epatite B)
Formulazione. Per neonati, bambini e adolescenti da 0 a 16 anni. Principi attivi: HBs Ag antigeni di superficie epatite B ricombinanti 5,00 mcg. Eccipienti: mercuriotiolato di sodio 25,00 mcg; idrossido di alluminio 0,25.10 mcg; cloruro di sodio 4,5.10 mcg; formaldeide <10,00 mcg; tiocianato di potassio <0,25 mcg; acqua per preparazioni iniettabili q.b.p. 0,5 ml.

Speciali precauzioni per l’uso. Come per tutti i vaccini iniettabili un trattamento appropriato deve essere sempre disponibile in casi se pur rari di reazioni anafilattiche conseguenti alla somministrazione del vaccino. Questo vaccino contiene Mercuriolato di Sodio come conservante. Questo vaccino contiene tracce di Formaldeide e di Potassio tiocionato utilizzati durante il processo di produzione.

Effetti indesiderati rari: affaticamento, febbre, senso di malessere, sintomi influenzali, malattia da siero, vertigini, cefalea, parestesia, nausea, vomito, diarrea, dolore addominale, artralgia, mialgia, rash cutaneo, prurito, orticaria, anafilassi, ipotensione, collasso, paralisi (paralisi di Bell), neuropatia, neuriti (compresa la sindrome di Guillain-Barrè, mieliti, incluse le mieliti trasverse), encafaliti, neuriti ottiche, angioedema, eritema multiforme, linfoadenopatia, elevazione degli enzimi epatici, sintomi di tipo broncospasmo, trombocitopenia.
Fonte: Ministero della Sanità il 5/1999

Pentavac: antidifterico, antitetanico, antipertossico acellulare, antipolio inattivato e anti-haemophilus influenzae di tipo b coniugato
Composizione.Tossoide difterico purificato non meno di 30 unità Internazionali (U.I.); tossoide tetanico purificato non meno di 40 U.I.; tossoide pertussico purificato (Ptxd) 25µg; Emoagglutinina filamentosa purificata (FHA) 25 µg; Poliovirus inattivato tipo 1 (Mahoney) 40 U di antigene D; Poliovirus inattivato tipo 2 (MEF-I) 8 U di antigene D; Poliovirus inattivato tipo 3 (Saukett) 32 U di antigene D; Polisaccaride di Haemophilus Influenzae di tipo b coniugato con la proteina del tetano 10 µg.

Precauzioni d'impiego. Poiché ciascuna dose può contenere tracce di glutaraldeide, tiomersale (un composto antimicrobico a base di mercurio organico, ndr), neomicina, streptomicina e polimixina B, il vaccino deve essere somministrato adottando le dovute precauzioni nei bambini con ipersensibilità a questi ultimi antibiotici (come si fa a saperlo per un bambino di 3 mesi? ndr). In caso di reazione anafilattica conseguente alla somministrazione devono essere immediatamente disponibili trattamenti ed assistenza medica adeguati. Il ciclo vaccinale deve essere sospeso nei bambini che hanno in precedenza manifestato una reazione grave nell'arco delle 48 ore successive alla somministrazione di un vaccino che contenga componente pertussica come per esempio: febbre 40°C non connessa ad altre cause identificabili; pianto inconsolabile, persistente, di una durata maggiore di 3 ore; convulsioni associate o meno ad ipertermia; reazioni allergiche; episodi di ipotonia, iporesponsività.
Ultima revisione del testo da parte del Ministero della Sanità: novembre 1998.

Infanrix HepB.: vaccino combinato antidifterico, antitetanico, antipertossico acellulare e antiepatite B
Composizione. Principi attivi: sostanze non infettive provenienti da batteri della difterite (non meno di 30 UI) e del tetano (non meno di 40 UI), tre proteine purificate provenienti dai batteri della pertosse [PT (25 µg), FHA (25 µg) e pertactina (8 µg)] e la proteina di superficie (HbsAg - 10 µg) del virus dell'epatite B. Infanrix HepB contiene come eccipienti: alluminio idrossido, alluminio fosfato, formaledeide, 2-fenossietanolo, polisorbato 20 e 80, sodio cloruro e acqua per preparazioni iniettabili.

Cosa si deve controllare prima che il bambino riceva il vaccino? Il bambino non deve ricevere il vaccino se si ritiene che abbia precedentemente avuto una reazione allergica ad Infanrix HepB o a qualsiasi altro vaccino contro difterite, tetano, pertosse e/o epatite B.

La vaccinazione deve essere rimandata se il bambino ha un'infezione con temperatura più alta di 38°. Avvertire il medico:
- se il bambino ha manifestato problemi di salute dopo la precedente somministrazione del vaccino contro difterite, tetano, pertosse, quali ad esempio: temperatura superiore a 40°C entro 48 ore dalla vaccinazione; pianto persistente per più di 3 ore entro 48 ore dal vaccino; convulsioni verificatesi entro 3 giorni dalla vaccinazione; collasso o uno stato di choc entro 48 ore dalla vaccinazione;

- se il bambino ha in precedenza manifestato disturbi del sistema nervoso entro 7 giorni dalla somministrazione di un vaccino antipertossico;

- se il bambino ha alterazioni della coagulazione;

- se il bambino assume altri farmaci o ha ricevuto recentemente un altro vaccino.

La vaccinazione deve essere preceduta dalla valutazione della storia clinica del soggetto (con particolare riguardo alle precedenti vaccinazioni ed eventuale insorgenza di effetti indesiderati) e da una visita medica. La vaccinazione è controindicata in caso di encefalopatia di eziologia sconosciuta verificatasi entro 7 giorni da una precedente vaccinazione con un vaccino antipertossico.

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22 settembre 2007

06 settembre 2007

25 luglio 2007

Vitamina C a nastro...

La vitamina C ingiustamente bollata come “vitamina più patetica al mondo”. La maggior parte dell’umanità ne è carente, a milioni hanno anche lo scorbuto. Soltanto chi usa integratori di vitamina C ha livelli sufficienti di vitamina C
18 luglio 2007 - di Bill Sardi www.knowledgeofhealth.com Link alla pagina originale
Traduzione per Disinformazione.it a cura di Stefano Pravato

Il mondo oggi si è svegliato sentendo nelle rassegne stampa l’affermazione che la vitamina C sarebbe “la vitamina più patetica al mondo,” e che non sarebbe efficace contro il raffreddore comune. Non andatelo a dire agli animali che si producono naturalmente la propria vitamina C e non prendono influenze e raffreddori stagionali. Gli esseri umani, invece, hanno perso la loro abilità di sintesi della vitamina C generazioni fa, quando una mutazione genetica bloccò la produzione di un enzima epatico necessario alla produzione dell’ascorbato (vitamina C) a partire dallo zucchero presente nel sangue. In effetti, un motivo per cui i patriarchi biblici sarebbero vissuti così a lungo potrebbe essere stato che loro continuavano a prodursi la propria vitamina C.
Dal momento in cui gli esseri umani hanno cessato di prodursi la vitamina C in maniera continua, l’umanità ha dovuto affidarsi unicamente alla dieta. Cacciatori e raccoglitori arrivavano a consumare circa 600 milligrammi di vitamina C al giorno. La razione moderna è di 110, miseri, milligrammi. La riserva corporea totale di vitamina C negli adulti ammonta a circa 1500 milligrammi, ma questa quantità può essere svuotata rapidamente. L’uso di sigarette, l’esposizione al sole, l’uso di medicine, la cicatrizzazione delle ferite, la crescita nei bambini, la gravidanza, le allergie e le infezioni virali accrescono il bisogno di vitamina C ben oltre il possibile apporto dietetico.

Fattori che consumano la vitamina C
I fumatori, per esempio, vuotano di 25 milligrammi di vitamina C il loro corpo per ogni sigaretta fumata. Almeno un terzo degli adulti maturi non produce abbastanza acido nello stomaco per assorbire adeguatamente la vitamina C dai cibi. Quasi 1/3 delle donne fertili sono anemiche in seguito alla perdita mensile di ferro nel ciclo mestruale e necessitano di ulteriore vitamina C per aumentare l’assorbimento di ferro dai cibi. La RDA (Recommended Daily Allowance, dose giornaliera raccomandata) per la vitamina C non prende in considerazione nessuno di questi fattori.
I ricercatori dell’Arizona State University hanno scoperto che 1/16 degli Americani hanno deficienza di vitamina C (mostrano segni biochimici di scorbuto), e un ulteriore 30% è svuotato di vitamina C, intendendo che non raggiungono la RDA degli Stati Uniti per questo nutriente.
Una carenza di vitamina C innalza i livelli di istamina nel sangue di circa il 40%. L’istamina aumenta nelle sindromi allergiche.

Rifornimento di Vitamina C
Le vitamine idrosolubili furono scoperte negli anni ‘30. Sin da allora è stato noto che la vitamina C è facilmente escreta dal corpo e richiede frequente rifornimento. In proporzione, la dieta di un porcellino d’india, una specie che condivide lo stesso fato dell’homo sapiens in quanto non può sintetizzare la propria vitamina C, deve essere integrata con l’equivalente umano di 800 milligrammi di vitamina C per non sviluppare malattie cardiache o vascolari e morire rapidamente.
Le news hanno ampiamente citato un nutrizionista che ha detto: "Le ultime ricerche provano che la Vitamina C è fondamentalmente inutile. Per quello che conta, potreste ingoiare monetine.” Ma lo scorbuto è tuttora dilagante nelle popolazioni umane ben nutrite e la maggior parte degli esseri umani evidenzia livelli di vitamina C sub-ottimali.

Quanta vitamina C?


Quanta vitamina C si deve prendere per avere una salute ottimale? I farmacologi inglesi Steve Hickey e Hilary Roberts indicano che 500 milligrammi presi a intervalli uguali, 5 volte al giorno, produrrebbero livelli sanguigni ottimali, simili a quelli degli animali. Per assumere una tale quantità di vitamina C dai cibi si dovrebbero mangiare 40 arance al giorno, pertanto le integrazioni di vitamina C sono l’unica risposta pratica per far fronte a questa vera e propria deficienza genetica genetica.

Vitamina C per i raffreddori
Lo studio recente, che ha mescolato in un unico grande insieme analitico 11.000 soggetti cui erano somministrati supplementi di vitamina C, è viziato in quanto praticamente ogni soggetto ne assumeva dosi irrisorie e mai più di due volte al giorno, per cui i livelli sanguigni di vitamina C potevano innalzarsi solo momentaneamente.
La vitamina C innalza il numero dei globuli bianchi che combattono i virus del raffreddore. Nei primi tre giorni dall’insorgere di un raffreddore, i virus si replicano più velocemente di quanto il sistema immunitario possa produrre globuli bianchi e il sistema immunitario è messo in inferiorità. E’ per questo che sono necessarie ripetizioni di dosi massicce di vitamina C per reprimere le infezioni virali, altrimenti il virus svuota rapidamente le riserve corporee di vitamina C.

Paura esagerata di effetti collaterali
Le paure di effetti collaterali dovuti ad alte dosi di vitamina C non si sono mai materializzate. Le previsioni che quantità eccessive di vitamina C proveniente dalle integrazioni avrebbero generato calcoli renali non si sono mai verificate. Oggi solo poche pillole di vitamina prodotte negli USA forniscono meno di 500 milligrammi. Insensatamente, le nazioni europee hanno ristretto la quantità di vitamina C negli integratori a circa 60 milligrammi, assicurando così sicuro un persistente livello di malattia nelle popolazioni.
I primati (scimmie, scimpanzé), come gli esseri umani, non producono la propria vitamina C, ma possono assumere da 2000 a 5000 milligrammi di vitamina C al giorno tramite il fogliame di cui si cibano e non soffrono di conseguenze impreviste. Il corredo genetico dei primati è al 99% simile a quello degli esseri umani.
Uno studio di laboratorio, in vitro, tempo fa aveva causato allarme perché proclamava che più di 200 milligrammi di vitamina C poteva portare a mutazioni genetiche che avrebbero potuto generare cancro. Mentre questo esperimento veniva pubblicizzato mondialmente, precedenti studi su esseri umani, utilizzanti dosi elevate fino a 5000 milligrammi al giorno, mostravano che alti dosi di vitamina C non portavano a nessuna anomalia genetica.
Il premio Nobel Linus Pauling ha scritto il libro La Vitamina C e il raffreddore comune” nel 1970. Dopo la pubblicazione del libro, il consumo di vitamina C è cresciuto (solo negli utilizzatori di integratori) e il tasso di mortalità per malattie cardiache ebbe una discesa notevole, fatto questo documentato dal The Linus Pauling Institute.

Comuni segni e sintomi dello scorbuto
I segni di una persona che ha poca vitamina C includono: difficile cicatrizzazione delle ferite, rottura di vasi sanguigni negli occhi e sul dorso delle mani, facilità di ecchimosi con macchie blu e nere, difficoltà a mantenere la gravidanza, arterie periferiche deboli che possono collassare e minare la circolazione nelle gambe e indurre sofferenza quando si cammina, collasso delle arterie coronariche, insulti emorragici, aneurismi (rigonfiamenti di vasi sanguigni deboli, facili alla rottura), affaticamento, gengive sanguinanti, elevata glicemia, emorroidi, dolore articolare (particolarmente nei bambini in crescita), epidermide pallida. I ricercatori dell’Arizona State University hanno scoperto che la scarsità di vitamina C è responsabile anche di un aumento di peso.
La vitamina C è necessaria anche per la conversione dell’acido folico (vitamina B9) nel suo metabolita attivo, acido folinico, e pertanto è di aiuto nella prevenzione dei difetti genetici. L’acido folico serve anche ad abbassare i livelli di un’indesiderabile proteina del sangue, detta omocisteina, che è coinvolta nell’invecchiamento del cervello e altri problemi di salute, pertanto la vitamina C è criticamente necessaria assieme all’acido folico per mantenere sotto controllo i livelli di omocisteina.

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