26 settembre 2006

Inter ceptor2


SCANDALO CALCIO
IN FEDERCALCIO APERTO UN FASCICOLO SUI NERAZZURRI PER VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI «LEALTÀ SPORTIVA»
Inter sotto inchiesta
Nel mirino i rapporti con Cipriani
«Pedinava Vieri, non De Santis»

ROMA. Spettatrice attenta e, a più riprese, sbigottita nei mesi consacrati alla sfilata dei grandi incolpati di Calciopoli, l’Inter si trova catapultata al centro del nuovo cortocircuito del pallone. In via Po, sede dell’Ufficio Indagini della Federcalcio, è stato aperto un fascicolo che mette la società nerazzurra sotto inchiesta per fare chiarezza sul caso dell’arbitro Massimo De Santis spiato nel 2002.

Gli 007 della Figc si sono messi al lavoro, ma l’indagine sportiva non si annuncia rapida perché molti sono i punti oscuri. La società interista ha fatto sapere che la fattura intestata a Fc International trovata nell’ufficio della Worlwide Consultant, società collegata alla Polis d’Istinto di Emanuele Cipriani (l’agenzia investigativa che ha pedinato De Santis), si riferisce all’attività svolta nei confronti di Christian Vieri e non dell’arbitro romano. Un particolare non di secondo piano perché quella fattura sembrerebbe costituire la prova del pagamento della società nerazzurra per il lavoro di spionaggio ai danni di De Santis.

La giustizia sportiva ha deciso di aprire l’inchiesta anche se non è ancora chiaro chi sarà a guidare l’Ufficio Indagini della Figc perché l’ex capo Francesco Saverio Borrelli solo oggi scioglierà la riserva su un suo possibile ritorno al vertice dell’organo investigativo della Federcalcio. L’invito al grande ripensamento in questo giorni è stato formulato dal presidente del Coni, Gianni Petrucci, dal nuovo Commissario straordinario della Figc, Luca Pancalli, e dal ministro alle Attività Sportive, Giovanna Melandri. Ma non è affatto scontato che Borrelli alla fine accetti.

Il caso-De Santis è finito al centro dell’agenda dell’Ufficio Indagini. L’inchiesta dovrà fare chiarezza sull’esistenza o meno di un atteggiamento antisportivo del club nerazzurro, un capo d’accusa che potrebbe accompagnarsi a sanzioni dalle diverse gravità. Se venisse accertata la violazione della lealtà sportiva da parte del patron interista, Moratti potrebbe essere squalificato e la società andare incontro a pene dall’ammenda, alla multa, alla squalifica del campo fino alla penalizzazione di punti in classifica.

I fatti che hanno trascinato l’Inter al centro del nuovo caos del pallone avvelenato risalgono al 2002 quando l’allora arbitro Danilo Nucini raccontò a Giacinto Facchetti di alcuni strani rapporti tra Luciano Moggi, l’arbitro De Santis e due dirigenti sportivi. Facchetti chiese a Nucini di riferire i fatti alla procura di Milano, ma non fu fatto niente. Allora, l’Inter, secondo quanto emerso dalle indagini, si rivolse alla Polis d’Istinto, l’agenzia investigativa di Cipriani (legato al responsabile della sicurezza Telecom, Giuliano Tavaroli).
Oggi, Moratti si trova costretto a spiegare tanti perché (dovrà farlo proprio davanti agli 007 della Federcalcio), fra i quali, la scelta di affidarsi ad un’agenzia investigativa e non ad un esposto alla magistratura. «Un tizio si offrì di pedinarlo. Risultati zero, ma non eravamo dei visionari», così alla «Stampa» il patron dell’Inter. Dal canto suo, De Santis aspetta di sapere con certezza se oltre al pedinamento ci sia stata ai suoi danni anche la fase delle intercettazioni, aspetto che lo porterebbe al contrattacco per vie legali.

Moratti ha perso l’umore dei giorni migliori, presagendo un danno di immagine per la società: il senatore di Am, Achille Totaro, ha chiesto addirittura la sospensione del campionato mentre più concretamente Buffon, neo opinionista su La7, ieri ha commentato: «Adesso si scoprono gli altarini che fanno pensare male. La Juve è stata un alibi per tutti. Ci hanno fatto un torto gravissimo».

L’ex numero uno di Telecom, Marco Tronchetti Provera, guarda con fiducia all’operato dei magistrati. «I rapporti Telecom-Inter? Ci penserà la magistratura ordinaria a fare chiarezza». Il resto è veleno. Così, i pm di Napoli liquidano come enorme sciocchezza la circostanza che i vertici Telecom, e quindi l'Inter, tramite Tavaroli fossero a conoscenza dell’indagine, anticipando le esternazioni di Luciano Moggi ad Antenna 3: «Tre o quattro mesi prima che scoppiasse lo scandalo, Facchetti e Mancini parlarono con la squadra di queste cose nello spogliatoio. Chi me l’ha detto? L'ho letta sui giornali».

23 settembre 2006

I piangina...

interceptor!!!

Miss i taglia



Nella storia del concorso è la prima ragazza del Trentino Alto Adige a vincerlo
Miss Italia, la più bella è trentina

Claudia Andreatti, 19 anni, capelli corti, alta un metro e 80, occhi azzurri, è stata incoronata da Sylvester Stallone. Seconda Elisa Silvestrin (Veneto), terza Ylenia De Valeri (Lazio)

21 settembre 2006

Giornalisti al rogo...che simpaticoni


Biscardi, Sposini e Melli sospesi

Lo scandalo di Calciopoli miete nuove vittime eccellenti, ma questa volta non direttamente facenti parte dell'ambiente calcistico: si tratta di Aldo Biscardi, Lamberto Sposini e Franco Melli, sospesi dall'Ordine dei giornalisti del Lazio rispettivamente per 6, 3 e 4 mesi.
Le accuse non sono del tutto chiare, ma è certo che siano legate alle intercettazioni che dal maggio scorso hanno scosso il mondo del calcio.

Continuano quindi gli accadimenti negativi per Biscardi e Sposini. Il primo infatti aveva trovato a fatica spazio per il suo Processo su 7 Gold, dopo le dimissioni da La7; il secondo invece era recentemente stato escluso dalla trasmissione a cui avrebbe dovuto partecipare come ospite fisso ogni domenica, Quelli che il calcio... di Simona Ventura.
Biscardi per ora ha assicurato che il Processo non sarà toccato, nonostante il provvedimento nei suoi confronti. Sposini invece vuole chiarezza e terrà domani una conferenza stampa per dire la sua.

Sembra quasi una burla, dato che proprio in questi giorni l'intercettato per antonomasia, Luciano Moggi, ha intrapreso una carriera pseudo-giornalistica come editorialista su Libero.

Sposata con un marocchino...brava la prox volta pensa a quello che stai per fare


Torino: giovane uccisa, forse per motivi passionali

TORINO - Sarebbe stata uccisa per motivi passionali Debora Rossi, la ragazza morta nella sua abitazione di Torino. La giovane, che proprio domani avrebbe compiuto 20 anni, era sposata da un anno con un marocchino, in carcere da due mesi per spaccio di droga. A quanto pare, la giovane era in attesa di un bambino. Secondo alcuni testimoni, Debora frequentava un amico. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire le amicizie e le frequentazioni della vittima.

19 settembre 2006

Colpo di stato in Thai!!!



THAILANDIA: BANGKOK, 50 SOLDATI NEL PALAZZO DEL GOVERNO
THAKSIN NOMINA NUOVO CAPO FORZE ARMATE, PER FRONTEGGIARE STATO EMERGENZA

Bangkok, 19 set. - (Adnkronos) - Una cinquantina di soldati sono penetrati all'interno del palazzo del governo a Bangkok ed hanno intimato alla polizia di deporre le armi e non opporre resistenza. Secondo una televsione locale il premier thailandese Thaksin avrebbe gia' nominato un nuovo capo dell'Esercito. ''E' incaricato di risolvere i problemi finche' il Paese si trova in stato d'emergenza'', ha spiegato il capo del governo, attualmente a New York per l'Assembla Generale dell'Onu, in dichiarazioni riportate dall'emittente thailandese.

Come nel medioevo!!!


Napoli, si ripete il "miracolo" di San Gennaro
L'annuncio è stato accolto da un calorosissimo applauso dalle migliaia di fedeli che gremiscono la cattedrale

NAPOLI. Una folla assiepata nel duomo di Napoli ed un lungo applauso hanno salutato il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. L'ampolla, nelle mani del cardinale Crescenzio Sepe, ha dimostrato che il sangue del martire beneventano si era liquefatto.

Molto poca l'attesa da parte dei fedeli per poter aspettare il miracolo che da secoli si tramanda diverse volte l'anno. Commosso il cardinale Sepe ha mostrato l'ampolla con le sacre reliquie ai presenti. Di buon auspicio per la città di Napoli che il sangue si sia liquefatto dopo poco dall'inizio delle celebrazioni solenni per la festa del santo patrono.

Tanti applausi dei fedeli oltre che dei religiosi hanno salutato l'avvenuto prodigio. Il cardinale Sepe, con l'ampolla tra le mani, ha percorso più volte la navata centrale della cattedrale. Molti i fedeli che hanno potuto baciare l'ampolla. Tanti i fazzoletti bianchi sventolati all'interno della cattedrale e tante le autorità nella cattedrale per assistere alla cerimonia solenne della liquefazione del sangue di San Gennaro. Nei banchi del duomo presenti autorità politiche come il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, il presidente della Provincia di Napoli Dino Di Palma, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, il prefetto di Napoli Renato Profili, il comandante provinciale dei Carabinieri Gaetano Maruccia.

Alle ore 9 le sacre reliquie con le ampolle del sangue del patrono di Napoli sono state portate dalla cappella del Tesoro all'Altare maggiore della Cattedrale. Dopo la liturgia della parola e il saluto rivolto ai fedeli dal cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, la cerimonia proseguirà con la messa. Il miracolo della liquefazione del sangue avviene ogni anno il 19 settembre, giorno dedicato al santo patrono partenopeo, a dicembre e il sabato che precede la prima domenica di maggio. In tutte queste occasioni l'ampolla che contiene il sangue del martire viene esposta per poter assistere al miracolo della liquefazione.

Qual'è il mio nuovo cap?


Il 10% delle strade avrà un numero diverso rispetto al passato
Rivoluzione Cap, abolito il codice generico
Parte la riorganizzazione dei codici di avviamento postale. Per 27 città sarà abolito l'uso del codice generico

ROMA - Scatta domani (mercoledì) la riorganizzazione dei Codici di avviamento postale. Lo scopo, spiega Poste Italiane, è quello di «ottimizzare la qualità del servizio di recapito in linea con i cambiamenti toponomastici e amministrativi avvenuti negli ultimi anni in Italia». In pratica, il nuovo sistema CAP introduce alcune importanti novità. Per 27 città italiane suddivise in zone postali è stato innanzitutto abolito l'utilizzo del Codice postale generico: dal 20 settembre bisognerà sempre indicare il CAP specifico di zona per gli invii indirizzati ad Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, La Spezia, Livorno, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Pescara, Pisa, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Torino, Trieste, Venezia, Verbania, Verona.

CAMBIAMENTI - In totale circa il 10% delle strade avrà un Codice di Avviamento Postale diverso rispetto al passato: vengono assegnati i CAP alle vie di nuova istituzione, rivisti o eliminati alcuni CAP cittadini (scompaiono i 19138 e 19139 a La Spezia, il 90132 a Palermo, i 65131 e 65132 a Pescara, il 30131 a Venezia), e per Bari, Perugia, Pisa, Reggio Calabria, Roma, Trieste, Venezia e Verona se ne aggiungono di nuovi. Ulteriori modifiche interessano poi altri 79 comuni e circa 2.400 frazioni.

INFORMAZIONI - Poste Italiane fa sapere di aver distribuito a tutti i residenti nelle zone interessate dai cambiamenti un opuscolo che illustra le novità. Anche le amministrazioni locali e centrali, le principali istituzioni e i grandi speditori stanno ricevendo le informazioni necessarie per agevolare il passaggio al nuovo sistema. Per ogni informazione sui nuovi CAP ci si può comunque rivolgere all'ufficio postale, chiamare il call center di Poste Italiane al numero gratuito 803.160 oppure consultare il sito www.poste.it.

Suicidio col botto!!!


4 morti e 21 feriti è il bilancio del crollo di una palazzina dovuto molto probabilmente ad una fuga di gas, avvenuto ieri sera alle 20.00 in via Lomellina a Milano.Intanto il pm ha aperto un fascicolo per crollo colposo.

Il pm di Milano Luigi Orsi ha aperto un fascicolo contro ignoti con l'ipotesi di crollo colposo, in relazione alla vicenda della palazzina sventrata da un'esplosione ieri sera.Intanto le indagini si stanno orientando verso un gesto volontario di Esmeralda Sfolcini, una delle vittime di via Lomellina.I primi rilievi hanno infatti accertato che l'epicentro dello scoppio è stato l'appartamento in cui viveva la donna che, tra le altre cose,aveva anche dei problemi di natura personale.Anche il lasso di tempo in cui è stato avvertito l'odore di gas nell'edificio e il momento dello scoppio,sono ritenuti poco compatibili con un fatto accidentale.Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso il suo cordoglio e la sua partecipazione al dolore dei familiari delle vittime attraverso un messaggio al sindaco di Milano Letizia Moratti.

Big Bamboo???


Cina, si fa rimuovere pene a 2 settimane dal trapianto riuscito

I chirurghi cinesi che avevano annunciato di aver realizzato il primo trapianto di pene mai riuscito sono stati costretti a rimuovere l'organo trapiantato a causa dei gravi problemi psicologici accusati dal paziente e dalla moglie.

Il dottor Weilie Hu e i chirurghi del Guangzhou General Hospital in Cina hanno portato a termine il complesso intervento, durato 15 ore, su un uomo di 44 anni che in seguito ad un traumatico incidente aveva perso parte del suo organo sessuale.

Il micro-intervento per cercare di attaccare il nuovo pene, donato dai genitori di un ragazzo di 22 anni che ha perso le funzioni cerebrali, si era concluso con successo, ma Hu e la sua equipe di medici sono stati obbligati a rimuoverlo due settimane dopo.

"A causa dei gravi problemi psicologici accusati dal paziente e dalla moglie, con grande rammarico, siamo stati costretti a rimuovere l'organo trapiantato", ha reso noto Hu in un rapporto pubblicato in Rete dal giornale online European Urology, senza fornire ulteriori dettagli.

"E' il primo caso di trapianto di pene in un essere umano", ha aggiunto Hu.

Sia l'uomo che la sua compagna hanno chiesto e ottenuto che venisse effettuata l'operazione. L'uomo non era in grado di avere rapporti sessuali e nemmeno di urinare correttamente da quando aveva avuto l'incidente, otto mesi prima di venire sottoposto all'intervento.

Dieci giorni dopo l'operazione, approvata dal comitato etico del personale medico dell'ospedale, il paziente era già in grado di urinare.

Non c'erano stati segnali di un possibile rigetto da parte del corpo del paziente dei 10 centimetri di organo trapiantati, ma Hu ha fatto sapere che solo dopo avere sottoposto l'uomo alle cure necessarie, tenendolo sotto osservazione prolungata, sarebbe stato possibile determinare se la sensibilità e le funzioni sessuali si sarebbero ristabilite completamente.

"Alla fine il paziente ha deciso di rinunciare alle cure a causa della reazione di rigetto psicologico avuta dalla moglie, e della forma rigonfiata del pene trapiantato", ha aggiunto Hu.

18 settembre 2006

Stato Statalista



Il weekend che ribaltò Telecom Italia

Tutto in un weekend: Telecom è pronta ad una rivoluzione, la rivoluzione non piace, scatta una immediata polemica, le istituzioni vengono coinvolte, salta la poltrona del numero uno Tronchetti Provera. Gli succede Guido Rossi. E intanto il gruppo investe in Germania.

Il weekend di Telecom Italia è stato vissuto con una intensità tale da sconvolgere, in pochi giorni, anni di gestione e mesi di trattative sottobanco. Il contesto è quello di una società pronta ad una forte restaurazione con il numero uno Tronchetti Provera incaricato di traghettare l'azienda verso una riorganizzazione avente un obiettivo preciso: annullare il pachidermico debito del gruppo rilanciando l'attività con tanto di cambiamento degli orizzonti coinvolgenti i vari asset.

Il contesto ha iniziato a tremare nel momento in cui si è capito che la faccenda andava ben oltre le semplici trattative finanziarie: dalla Cina Romano Prodi ha iniziato a tuonare contro il marasma esploso ed una prima poltrona è saltata. Angelo Rovati, consigliare del Presidente del Consiglio, si è immolato ed ha lasciato il proprio posto per salvaguardare una situazione che, ora dopo ora, si faceva sempre più tesa. Una poltrona, però, non è bastata ed è così che a saltare è direttamente il protagonista della commedia: Marco Tronchetti Provera ha lasciato la guida del gruppo Telecom defilandosi formalmente dalla restaurazione avviata e chiamandosi fuori dalla battaglia verbale con le istituzioni.

Il terzo colpo clamoroso è immediatamente successivo: la poltrona lasciata libera dal "Tronchetto" viene occupata in pochi istanti da quel Guido Rossi che, a sua volta, è stato invitato a lasciare vacante la guida della Federcalcio. Guido Rossi, infatti, è colui il quale ha domato l'ondata estiva di "calciopoli": dalle prime pagine della Gazzetta dello Sport, il "commissario Rossi" passa ora alle prime pagine dei giornali finanziari e torna soprattutto ad occupare un ruolo già suo prima della dinastia Tronchetti Provera.

Rossi ha promesso continuità, dunque per il prossimo futuro tutto continuerà così come l'ex-numero uno aveva delineato: scorporo della rete mobile dalla rete fissa e mantenimento del totale controllo su entrambi i gruppi. Poi si vedrà. Nel frattempo sono offerte in pasto alla stampa le dichiarazioni di rito: «il gruppo è economicamente e tecnologicamente forte, può affrontare serenamente le sfide attuali ed essere un esempio di capitalismo moderno. I vertici societari si impegneranno nelle riorganizzazione e nella predisposizione del rinnovato piano industriale. A questa sfida sono chiamati azionisti, dipendenti e dirigenti». Gli ingredienti per vedere tutta questa storia continuare ancora per molto tempo ci sono: Rossi, Telecom, Serie A Tim, Murdoch, Sky, diritti televisivi, banda larga, IPTV, si mescoli il tutto e non ci si attenda un cocktail troppo innocuo.

Se tutto questo marasma non bastasse, nel bel mezzo del polverone viene staccato un assegno da 675 milioni di euro con cui Telecom Italia fa propria AOL Germania, una controllata Time Warner da tempo in vendita. L'operazione dovrebbe rappresentare un importante investimento soprattutto sul mercato tedesco, ove il verticale aumento delle connessioni a banda larga ha reso particolarmente appetibile tale mercato. A seguito dell'investimento compiuto, Telecom è fin da subito accreditato come il secondo gruppo più importante per il broadband tedesco.

La parola passa a Piazza Affari, dove gli analisti sono pronti ad aprire una seduta di portata storica: gli analisti dovranno capire fin dalle prime ore cosa significa il cambio alla guida del gruppo, quali siano i segnali provenienti dalle istituzioni, quale sia il futuro del gruppo e come possa essere pesata la nuova acquisizione.

Prima pagina gazzetta

15 settembre 2006

Ciao Oriana



Oriana Fallaci, Writer-Provocateur, Dies at 77

ROME, Sept. 15 — Oriana Fallaci, a dissecting interviewer of the powerful and an iconoclastic journalist turned icon herself, who in recent years wrote angrily about the threat of Islam, died today in her home city of Florence, the hospital reported. She was 77.

14 settembre 2006

13 settembre 2006

Italia in picchiata



ROMA - L'effetto mondiale è svanito. A due mesi dalla vittoria di Berlino, l'Italia perde subito posizioni nella classifica Fifa. Secondi fino al mese scorso, gli azzurri sono scivolati in quinta posizione nella graduatoria stilata mensilmente dalla Fifa.

La nazionale azzurra ha pagato il pessimo avvio nelle qualificazioni per gli Europei del 2008 (un pareggio e una sconfitta). In testa alla classifica c'è sempre il Brasile (1574 punti), seguito da Francia (che guadagna due posizioni, 1534), Argentina (stabile, 1492), Inghilterra (più una, 1477) e Italia (1474 punti). Dietro l'Italia si piazzano Olanda, Repubblica Ceca (più tre), Germania e Portogallo. La Spagna perde tre posti e chiude la lista delle prime 10.

Classifica
1) Brasile punti 1574 (0)
2) Francia 1534 (+2)
3) Argentina 1492 (0)
4) Inghilterra 1477 (+1)
5) Italia 1474 (-3)
6) Olanda 1327 (0)
7) Rep.Ceca 1312 (+3)
8) Germania 1291 (+1)
9) Portogallo 1272 (-1)
10) Spagna 1255 (-3)
11) Nigeria 1166 (0)
12) Camerun 1062 (0)
13) Ukraina 1029 (+2)
14) Svizzera 1016 (-1)
15) Uruguay 960 (-1)
16) Danimarca 940 (+1)
17) Messico 891 (-1)
18) Svezia 888 (+2)
19) Costa d'Avorio 879 (-1)
20) Colombia 867 (+9)

Il Milan non stecca la prima


Milan a pieni giri contro l'Aek
Inzaghi sommerso dall'abbraccio rossonero.

Champions: i rossoneri si impongono 3-0 a San Siro con reti di Inzaghi, Gourcuff e Kakà su rigore. Greci mai pericolosi, buona prova collettiva della squadra di Ancelotti

12 settembre 2006

Itner...la squadra + forte del mondo


L'Inter stecca a Lisbona
Nel debutto in Champions con lo Sporting Mancini punta sul rientro di Adriano e su Figo trequartista, ma i solisti deludono. Decide un gran gol di Caneira, ex Reggina, al 19' s.t. Espulso Vieira

LISBONA (Portogallo), 12 settembre 2006 - Inter in altalena ma felice in campionato, per nulla spensierato il debutto europeo dei nerazzurri: l'1-0 dell'Alvalade di Lisbona contro lo Sporting è insieme risultato inatteso e campanello d'allarme sulla attuale condizione nerazzurra. Perché i solisti hanno steccato, ma l'intera manovra offensiva ha denotato ritardi e grossi limiti. Notizie più rassicuranti dalla difesa, ma la consolazione è assai relativa in un contesto piuttosto deludente.

11 settembre 2006

Di nuovo lucky luciano


Uragano Moggi sulla Ventura

L'ex dg della Juve va a "Quelli che il calcio" e scatena un fiume di polemiche: «Non c'è stato alcun contraddittorio». «La colpa è di chi lo ha lasciato parlare in libertà». Ma che Paese è questo?

La partecipazione di Luciano Moggi a "Quelli che il calcio...", programma di rai due condotto da Simona Ventura, ha lasciato una striscia di polemiche e veleni. Lo aveva detto Moggi, prima di sparire dalla scena, che sarebbe tornato per fare il "rompiscatole", pronto a dire tutte le sue verità e lo ha fatto...

E' tornato Big Luciano. Ed ha provocato un terremoto di polemiche.
"Ho sbagliato nel credere di proteggere la Juventus, una squadra con una facciata di debolezza nonostante tutto: per 9 anni non aveva vinto nulla e ora tornerà a non vincere perché la cupola vera non è quella che si credeva vera, ma quella...".
Non le manda a dire nemmeno alla sua ex squadra, squadra della quale si è dichiarato persino tifoso da bambino, parla del suo legame con l'Avvocato Agnelli, e di tutto quello che nel mondo del calcio non va.
Ospite di Simona Ventura a "Quelli che...", parla a ruota libera, l'ex d.g. della Juventus, ed è subito polemica: nel corso di una intervista quasi senza contradditorio, ha attaccato tutti difendendo il suo operato, operato che alla luce di quanto realmente è venuto fuori su calciopoli può essere definito sicuramente poco etico, ma non certamente illecito: "Io mi sono sempre limitato ad accertare - ha detto Moggi - che ci fossero gli arbitri migliori e non credo che in questo ci sia alcun illecito sportivo. E' vero, ho fatto delle telefonate, come molti altri, ma dove sta il divieto a telefonare?". Se mettiamo in parallelo queste dichiarazioni e quelle di Moratti di qualche giorno fa ("Anche l'Inter, tramite i suoi dirigenti sentiva i designatori e parlava delle designazioni"), ne esce fuori un quadro particolare: che piaccia o no, per stessa ammissione di Palazzi, Borrelli e tutti i giudici sportivi, non è mai stato dimostrato un comportamento illecito da parte di nessuno degli indagati, ma solo comportamenti che, al più, potevano ledere il principio della lealtà sportiva. Piaccia o no le cose stanno così.
A questo punto viene da pensare che "calciopoli" non sia solo un grosso scandalo, perchè la pratica di contattare i designatori era pratica comune: è stato un caso montato molto bene da un certo tipo di informazione, informazione che non è mai imparziale, ma che è sempre e soltanto faziosa (nel significato primitivo della parola).

Ma Moggi ha scatenato un putiferio anche e soprattutto perchè la sua è stata un'intervista quasi senza contraddittorio, col solo Gene Gnocchi pronto e preparato a fare domande tra il serio e il faceto. Secondo Moggi negli anni in cui la Juventus non aveva vinto nulla era perchè non c'era nessuno a guardare le spalle alla squadra. Nessun "Sistema Moggi", ha ripetuto più volte, e nessuna cupola, almeno ascrivibile a lui.

Ma è arrivata pesante anche una "minaccia", velata ma non troppo, di Big Luciano: se in pieno scandalo aveva detto che il calcio non sarebbe più stato il suo mondo, quattro mesi dopo non ne è più tanto convinto: "Ha ragione chi mi ha detto che dal calcio bisogna andare via quando lo dici tu, non quando vogliono gli altri". "Ho scoperto che la gente ha capito quello che è successo, ha capito che non ho fatto nulla di male e mi vuole bene - ha detto Moggi - Quel tipo di intercettazioni bisogna farle con tutti a 360 gradi e non solo per una persona, o comunque non si può rendere note solo quelle fatte a pochi". Su quest'ultimo punto non si può assolutamente dare torto a Moggi: chi pensa che aver cacciato Moggi dal calcio italiano significa averlo ripulito, si sbaglia di grosso. Lucioano Moggi "minaccia" tutti quindi, dicendo, tra le righe, che ha intenzione di tornare nel calcio. Il suo ricorso al TAR è "congelato" in attesa del pronunciamento della CCA del CONI, ma molte sono le possibilità che venga accolto, così come lo sono per Giraudo (a proposito di Giraudo vorrei aprire una breve parentesi: l'ex a.d. della Juventus è stato, ed è da tutti indicato come la persona più competente in Europa, per quanto riguarda gli stadi. Ora la mia domanda è: in Italia ne abbiamo di terribili con scarsissime misura di sicurezza. Perchè non si potrebbe punire Giraudo condannandolo ad attività "socialmente utili" quali quelle di riammodernamento degli impianti sportivi italiani? Sarebbe forse un modo per non perdere un grosso patrimonio di conoscenza che ha il calcio italiano. O vogliamo continuare a mettere nei posti che contanto persone, come Guido Rossi, eccellenti professionisti nel proprio campo, ma che hanno dimostrato la loro incompetenza e faziosità una volta entrati nel calcio?).

Tornando allo scandalo del calcio, una cosa salta agli occhi: l'unica società che ha pagato davvero è stata la Juventus, che si è ritrovata in serie B dopo aver stradominato (non è una mia idea...) lo scorso campionato. Unica società a fare davvero pulizia dei soggetti coinvolti nello scandalo, non è stata apprezzata per questo, bensì punita perchè si è ritrovata senza avvocati avvezzi a muoversi nei meandri della giustizia sportiva (secondo il pensiero di Moggi, l'avvocato della Juventus ha commesso un "infortunio" nel chiedere la B con penalizzazione").

La presenza di Moggi a "Quelli che il calcio..." ha scatenato pesanti polemiche. Il consigliere Sandro Curzi, consigliere RAI, ha dichiarato che quello che è avvenuto "è semplicemente inconcepibile". Gli fa eco l'altro componente del Cda di viale Mazzini Carlo Rognoni: "Discuteremo il caso in Consiglio di amministrazione e il direttore generale prenderà provvedimenti".
E' intervenuta anche il ministro Melandri che ha dichiarato di aver "trovato francamente eccessivo e inopportuno lo spazio concessogli, senza un vero e quantomai necessario contraddittorio".

"Oggi, in occasione della prima giornata di serie A, si confermato in tutta la sua intollerabile evidenza lo stato confusionale in cui si trascina l'informazione sportiva della Rai, insieme all'anarchia e alla mancanza di punti di riferimento editoriali che regnano fra alcuni responsabili di rete e dei singoli programmi. Ciò che e' avvenuto a "Quelli che il calcio", su Rete Due, è semplicemente inconcepibile", ha affermato Sandro Curzi, consigliere Rai, annunciando che porrà il caso la prossimo cda."Una trasmissione del servizio pubblico che dovrebbe essere dedicata allo sport e in particolare al calcio si è prestata anche ad una esibizione innocentistica di Moggi, in assenza di qualsiasi seria capacità giornalistica di contrasto o di approfondimento. Al di là delle responsabilità dell'ex-direttore della Juventus, è assurdo che un tale personaggio, una tale materia e argomenti così delicati vengano trattati più o meno alla stregua di un gossip, col risultato che sono stati messi sotto accusa da un accusato proprio coloro che stanno tentando di risanare il calcio italiano. La colpa non è di Moggi, che ha esercitato il diritto/dovere di dire la sua, ma di chi gli ha consentito di parlare in libertà."

Perdonatemi se mi sono permesso di far risaltare l'utlima frase pronunciata da Sandro Curzi. Ma credo che ce ne fosse davvero bisogno così come non c'è bisogno di fare alcun commento al rigurado.

Ancora stupri, ancora nordafricani


Due polacche stuprate a Foggia in poche ore
Le violenze nel cortile di una scuola e in un vagone ferroviario. Un altro caso a Milano: vittima una rumena

BARI - Due ragazze polacche sono state stuprate a Foggia ieri mattina nel giro di poche ore, in due episodi distinti. Uno dei presunti responsabili è stato arrestato dai carabinieri, mentre un altro viene attivamente ricercato. Le due ragazze erano state invitate da un ivoriano e da un marocchino in una scuola abbandonata della periferia del capoluogo. Dopo aver fatto bere alcolici alle ragazze uno dei due ne avrebbe condotta una ragazza nel cortile dove l'avrebbe violentata. Alla scena hanno però assistono due rumeni che hanno avvertito i carabinieri, che sono intervenuti dovendo anche fare i conti con la resistenza di alcuni amici dei violentatori e hanno arrestato il 32enne Mouhamedi Diabx, e un marocchino di 24 anni per resistenza a pubblico ufficiale.
Nel frattempo l’altra ragazza polacca veniva aiutata a fuggire da altri presenti e raggiungeva la stazione ferroviaria ma solo per finire nelle mani di un altro aggressore, pare sempre di origini nordafricane che ha abusato di lei e che non è ancora stato identificato.
MILANO - Anche a Milano un nuovo caso di violenza sessuale. In questo caso la vittima sarebbe una romena 29enne che lavora come ballerina in un locale di striptease. La donna ha denunciato un connazionale, Cristian B. di 27 anni, anch'egli romeno, che è stato arrestato dalla polizia. La violenza sarebbe avvenuta attorno alle 6.30 nell'androne del palazzo dove abita l'uomo, in via Porpora e dove i due romeni si erano recati dopo una notte passata in discoteca. Lì l'uomo, secondo la denuncia, l'avrebbe picchiata e violentata. La donna, che ha chiamato il 118 e la polizia, è stata trasportata alla clinica Mangiagalli dove gli esami hanno accertato un avvenuto rapporto sessuale con caratteristiche compatibili alla violenza. Secondo quanto si è appreso la giovane, che si trova regolarmente in Italia, lavora come ballerina di striptease in un locale milanese dove l'uomo che l'ha aggredita fa da buttafuori: i due si frequentavano da circa tre mesi. Quando è stato bloccato dagli agenti delle Volanti a casa sua, stamani, l'uomo ha ammesso di avere avuto un rapporto con la donna ma ha negato la violenza.

09 settembre 2006

Grande Rimini - Rubentus pareggio



Ricchiuti rimanda la Juve
I bianconeri fermati sull'1-1 dal Rimini. Paro illude la squadra di Deschamps, poi il fantasista dei romagnoli pareggia i conti approfittando di un erroraccio di Boumsong
Ricchiuti trafigge Buffon per l'1-1. PieranunziRIMINI, 9 settembre 2006 - La Via Crucis della Juventus comincia nel peggiore dei modi. I bianconeri vengono bloccati sull'1-1 a Rimini, dove fino alle sentenze di Calciocaos avrebbero potuto giocare solo in occasione di qualche torneo estivo. Ma la piadina romagnola va di traverso agli uomini di Deschamps, che mostrano la carica agonistica giusta, ma anche una condizione atletica approssimativa, un gioco poco brillante, e una difesa da brividi. E così il pomeriggio al Romeo Neri diventa nero come le facce dei tifosi della Vecchia Signora, inviperiti contro la dirigenza, contestata palesemente. E dire che John e Lapo Elkann, a fianco di Cobolli Gigli, erano venuti a Rimini proprio per dimostrare il massimo attaccamento alla squadra. La serie B sarà un osso duro, il -16 in classifica dopo un turno è una visione da film dell'orrore. Del Piero e compagni dovranno giocare altre 41 finali, perché tutti affronteranno i bianconeri nella partita della vita. Come ha fatto il Rimini, che ha conquistato un punto meritato, mettendo in mostra un Barusso strapotente atleticamente a centrocampo e un Ricchiuti dai piedi di seta in avanti.
LA GARA - Deschamps preferisce Birindelli a Balzaretti e Marchionni a Camoranesi. In attacco il tandem Del Piero-Zalayeta, con Bojinov in panchina. Il Rimini schiera Matri da centravanti, con l'estroso Ricchiuti e il brasiliano Jeda a supporto. La Juve parte bene. Nei primi 15' dimostra di avere voglia di vincere, l'atteggiamento è quello giusto. Marchionni sulla destra fa un po' quel che vuole, mettendo alla frusta Regonesi, che non ha il suo passo. L'esterno destro della Nazionale e Nedved vanno al tiro in un paio di occasioni, ma Handanovic fa buona guardia. Poi il Rimini prende le contromisure, e riesce a imbrigliare il gioco dei bianconeri, orchestrati da Paro, ordinato ma senza lampi. Zalayeta è poco incisivo ed indolente come nelle giornate peggiori, Del Piero brilla solo a tratti, quindi trovare il gol diventa complicato. Il Rimini si difende senza dover fare le barricate e chiude il primo tempo sullo 0-0 dopo 45' più che dignitosi, pur senza sussulti in avanti.
La prima occasione della ripresa capita sulla testa di Matri, che approfitta di un'amnesia grave di Boumsong. Buffon è provvidenziale: respinge da campione. E la Juve risponde trovando subito il gol. Angolo dalla destra conquistato da Del Piero, la palla respinta in area carambola sui piedi di Paro che dal limite dell'area trova il destro vincente. Il Rimini risponde subito: con Ricchiuti (alto) e Jeda (colpo di testa respinto da Buffon). Cristiano sembra rovinare tutto facendosi buttare fuori da Saccani per un intervento scriteriato su Nedved. Secondo giallo inevitabile, e doccia anticipata. Ma ci pensa Boumsong, l'ultimo arrivato, a pareggiare i conti. Degli errori e del punteggio. Clamorosa dabbenaggine difensiva che lancia Ricchiuti, che trafigge Buffon con un diagonale perfetto. E dire che Cobolli Gigli nell'intervallo aveva parlato bene del difensore francese, principale acquisto della sua gestione. Un classico autogol verbale. Il disperato forcing finale della Juve (dentro Camoranesi e Palladino) non produce effetti. La partenza è in salita.

Come aiutare gli immigrati...


Pedofilia, concessi i domiciliari al prete arrestato
Il religioso, trovato nella sua auto con un rom di 13 anni, ha ammesso i fatti, specificando di non aver «consumato»
Ha ottenuto gli arresti domiciliari a casa di un familiare, don Siro, il prete di un paese in provincia di Pavia finito in carcere perché sorpreso in atteggiamenti intimi dentro l'auto insieme a un ragazzino rom di 13 anni vicino al Cimitero Maggiore di Milano. L'istanza di arresti domiciliari è stata presentata dall'avvocato Fabio Santopietro, difensore del sacerdote, durante l'udienza di convalida che si è tenuta davanti al gip Clementina Forleo. Il religioso ha sostanzialmente ammesso i fatti contestati limitandosi a precisare - come ha spiegato il suo legale - che «ci sono alcune contraddizioni tra quanto dichiarato dalla polizia e la versione del mio assistito».
PRESERVATIVI E CASSETTA PORNO - Il parroco avrebbe detto di essere stato in macchina con il ragazzino ma di non aver consumato la prestazione per la quale era stato già pattuito il prezzo. Don Siro ha poi dato una giustificazione a una confezione di gel lubrificante trovato nella sua macchina, preservativi e una videocassetta pornografica trovati nella sua abitazione parrocchiale. «Da quando abita lì, cioè dal '93 - ha sottolineato il legale - non ha mai avuto la tv né un videoregistratore». Il difensore ha anche ricordato che il prete per anni si è occupato di volontariato per aiutare i carcerati e gli immigrati.
TETTAMANZI: «AMAREZZA» - «La giustizia deve fare il suo corso» ha detto il cardinale Dionigi Tettamanzi, esprimendo «grande amarezza» per l'arresto del prete. L'arcivescovo ha quindi sottolineato il problema «culturale ed educativo» che sta dietro ai casi di violenza. Tettamanzi ha ricordato che «la giustizia deve essere giusta, deve avere attenzione alla proporzionalità tra la pena e il disordine morale che si colpisce, ma deve anche saper raggiungere lo scopo vero e proprio della condanna e della pena, che è non solo quello di difendere, ma di aiutare i colpevoli a vivere continuando il cammino che deve essere, come per tutti, verso il bene».

Che gusti, gallina vecchia...


Sola in casa, violentata a 86 anni
Lo stupro compiuto da un uomo, di mezza età, che è entrato di notte nell'appartamento della donna

CAMPOBELLO DI MAZARA (Trapani) - A 86 anni viene violentata in casa da un uomo che è entrato di notte nel suo appartamento. È accaduto a Campobello di Mazara, nel Trapanese. A lanciare l'allarme è stato un giovane vicino di casa che ha avvertito i genitori dopo avere sentito delle lamentele provenire dalla villetta estiva. L'anziana è stata così portata al pronto soccorso con ematomi e varie ferite sul corpo. Secondo quanto raccontato dalla stessa donna ai Carabinieri di Mazara del Vallo, l'uomo, di mezza età, sarebbe entrato nella sua abitazione, introno alle due di notte e dopo averla immobilizzata l'ha violentata per più di un'ora.

Il ritorno di lucky luciano


Luciano Moggi diventa opinionista in tv
L'ex direttore generale della Juventus parteciperà al nuovo programma «Lunedì di Rigore» su Telelombardia

MILANO - Luciano Moggi diventa opinionista televisivo. L'ex direttore generale della Juventus e protagonista dello scandalo di Calciopoli, per la prima volta ha accettato di partecipare a una trasmissione dando la sua totale disponibilità a rispondere a tutte le domande che gli verranno poste. Lo annuncia Telelombardia per il suo nuovo programma «Lunedì di Rigore», condotto da Fabio Ravezzani.
«Gli abbiamo chiesto un'intervista esclusiva - ha raccontato lo stesso conduttore di Antenna 3 Ravezzani - e lui, quando ha saputo il cast della trasmissione e l'elenco delle emittenti collegate in tutta Italia, si è detto disponibile ad affrontare l'uno contro tutti». «Io gli detto che l'idea era ottima - aggiunge Ravezzani - a condizione che non fosse un suo monologo e accettasse di confrontarsi a tutto campo con chi lo ha criticato. Domande libere, anche scomode. E poi le polemiche sulla prima giornata di campionato. Ha detto di non aver paura. Le premesse per un bel momento di televisione insomma ci dovrebbero essere. Soprattutto perché per la prima volta Moggi accetta di confrontarsi in diretta anche con le domande del pubblico. E sarà con noi tutti i lunedì».

Bastardiiiiiii



Usa: «branco» stupra bimba 11 anni
Erano in 19 anni. Anche lo zio, quarantenne, avrebbe partecipato. Una sedicenne stava a guardare e impartiva disposizioni

WASHINGTON - L'hanno assalita e stuprata in branco: 19 ragazzi, sotto gli ordini di una sedicenne che stava a guardare e impartiva disposizioni, hanno abusato di una bambina di 11 anni. La polizia di Milwaukee, nel Wisconsin, dove l'episodio era avvenuto lunedì scorso, ha già arrestato la capo branco e un ragazzo di 15 anni, secondo quanto scrive la stampa locale. Stando alle prime indagini, anche lo zio della bimba, un uomo di quarant'anni, potrebbe avere preso parte all'assalto. Sotto la pressione della cittadinanza, turbata dalla violenza, l'inchiesta prosegue per identificare e catturare gli altri responsabili.

I soliti rumeni



Rapine in villa, arrestati due romeni
accusati dell'omicidio di un imprenditore

TORINO - Una rapina in villa, come le tante portate a termine nel nord Italia, finita però con un morto, l'imprenditore 65enne Giulio Buscaglione. La tragedia si è consumata il 20 luglio scorso a Bibiana, un paese della provincia di Torino. Ora i carabinieri del capoluogo piemontese hanno arrestato i presunti assassini: si tratta di due romeni, che sono stati rintracciati attraverso un passamontagna abbandonato a poca distanza dall'abitazione.

Secondo le ricostruzioni degli investigatori, Buscaglione sarebbe stato ucciso per sbaglio. Gli uomini che si sono introdotti nel cuore della notte nella sua abitazione probabilmente non avevano intenzione di ammazzarlo. Nella concitazione, però, dopo averlo legato e bendato, gli hanno avvolto del nastro intorno al volto e al collo, stringendo troppo. Quando l'uomo è stato soccorso, non c'era ormai più nulla da fare.

I carabinieri sono risaliti ai due romeni grazie ad un passamontagna ritrovato nei pressi della villa dell'imprenditore. Uno di loro lo conosceva: abitava in un alloggio preso in affitto proprio dalla vittima.

07 settembre 2006

Ottimo...giustizia immediata zio lepre


Spara e uccide un ladro albanese
Antonio Monella, 48 anni, è stato svegliato dai rumori provocati dai malviventi. Ha fatto fuoco con un fucile regolarmente detenuto

BERGAMO - È finito nel sangue un assalto in villa, l'ennesimo, avvenuto nella Bassa bergamasca. Non una rapina, ma un tentativo di furto, che è costato la vita a uno dei ladri penetrati nell'abitazione di un imprenditore edile di Arzago d'Adda, ora indagato per omicidio. Intorno alle due del mattino il proprietario dell' abitazione, Antonio Monella di 48 anni, è stato svegliato dai rumori provocati dai malviventi. Quando si è alzato dal letto si è trovato di fronte tre banditi, che a quel punto sono scappati, dirigendosi verso il garage. Non appena si è accorto che i banditi avevano rubato le chiavi della sua auto, un fuoristrada Mercedes, l'imprenditore non ha esitato un secondo: ha imbracciato un fucile che detiene regolarmente in quanto appassionato cacciatore, è uscito sul balcone della sua stanza e ha fatto fuoco.
HA FATTO FUOCO CON IL SUO FUCILE - Il primo colpo ha colpito la sua auto, mentre uno dei malviventi si trovava già all'interno, il secondo ha raggiunto uno dei componenti della banda. Gli spari sono stati uditi anche dai vicini di casa, che si sono affacciati alle finestre, mentre i banditi a quel punto desistevano da ogni proposito di furto. I tre sono scappati di corsa verso l'auto con la quale erano arrivati ad Arzago e sono riusciti a sparire. Ma Antonio Monella, che li aveva visti dirigersi verso Milano, ha lanciato l'allarme ai carabinieri: i militari della Compagnia di Treviglio hanno avviato subito le ricerche dei banditi, pattugliando le strade statali e provinciali della zona. Poco più di un'ora dopo, intorno alle 3.15, un albanese agonizzante, ferito al petto da un colpo d' arma da fuoco, veniva trovato nei pressi di un pub a Truccazzano (Milano), lungo la ex statale Rivoltana, a pochi metri da una strada sterrata che conduce alla vicina Cascina Gozza. Il fatto è stato subito collegato dai carabinieri col precedente assalto alla villa. Verosimilmente l'uomo era stato 'scaricatò dai suoi complici, abbandonato a terra, sotto uno dei tavolini di legno all'esterno del locale. L'albanese è stato portato d'urgenza all'ospedale di Melzo (Milano), dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico, ma la ferita era gravissima ed è morto in mattinata. Le indagini dei carabinieri ora proseguono anche per risalire all'identità dell'uomo. Nel frattempo l'artigiano di Arzago che ha sparato ai malviventi è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio, e sarà interrogato giovedì mattina. In ogni caso le perizie dovranno ora accertare in via definitiva se il colpo d' arma da fuoco che ha ucciso l'albanese sia stato effettivamente quello sparato dal fucile dell' imprenditore.

Il botto colamentos

Niente miracolo di padre pio...komunisti out


Gorino (Fe), chiude la mecelleria "rossa"
Boicottata dai clienti di centrodestra

FERRARA - Chiusa perchè "comunista". La macelleria di Gorino, piccolo centro della Bassa ferrarese, ha dovuto abbassare la saracinesca a causa del boicottaggio delle famiglie del paese in maggioranza elettori di centrodestra. Non è l'Italia di don Camillo e Peppone i cui bisticci politici si svolgevano - e siamo negli anni '50 - a Brescello, guarda caso sempre Bassa padana, ma poco ci manca. Perchè Carla Passarella, storica macellaia di Gorino, ha dovuto rinunciare alla propria attività economica per il fatto di essere segretaria dei Ds. In un paese che, da sempre, è schierato con il centro destra.

La storia è questa. La macelleria di Carla e di suo marico Giuliano Selvatico ha sempre funzionato bene anche perchè era l'unico negozio al dettaglio di carne e salumi, a Gorino. A fine maggio - contestualmente alle elezioni amministrative - inizia però un'opera di boicottaggio da parte di una ventina di famiglie, fino ad allora affezionati clienti, che votano per il centrodestra.

Dopo anni di governo e un'altissima percentuale di votanti della Cdl la tornata elettorale a Goro e Gorino assegna la vittoria al centrosinistra e, evidentemente, qualcuno non la prende bene. I clienti-elettori di quell'area iniziano a snobbare la macelleria - bollata come comunista - fino a costringerla alla serrata.

Una vera e propria ritorsione, racconta con amarezza, ma senza risentimento, la macellaia al quotidiano La Nuova Ferrara. Con un epilogo quasi ovvio: i due esercenti costretti a spostarsi a Goro, pochi chilometri da Gorino, all'interno di un supermercato.

Lei oggi commenta triste di amare il paese in cui è nata e di non volerlo abbandonare nonostante il clima da caccia alle streghe. "Da Gorino non scapperò mai. E' il mio paese", spiega raccontando di una velata disperazione iniziale e di tante lacrime versate. Ma se le si chiede se valga la pena di perdere tutto per la politica, tira fuori l'orgoglio di appartenenza: "Se nella vita tradisci i tuoi ideali cosa resta? Il lavoro è importantissimo, ma non è tutto. Però ammetto di aver pensato a dare le dimissioni da segretaria, ma ci ho ripensato subito, che senso avrebbe avuto?».

Nel negozio di salumi ormai chiuso, appese al muro, restano solo le immagini di Padre Pio e di Papa Wojtyla. Non sono bastate a fare il miracolo, salvando la macellaia comunista.

Brava ragazza te la sei cercata


Concetta Zabatino, 40 anni, trovata accoltellata sul balcone
Ieri sera l'uomo era stato sottoposto a trattamento sanitario
Milano, uccisa dal convivente egiziano
l'uomo la minacciava da tempo

MILANO - Uccisa in casa dal convivente egiziano. Una donna di origine siciliana di 40 anni, Concetta Zabatino, è stata trovata morta sul balcone di casa, in via Riva Trento a Milano. L'uomo, Tamed Agazi, di 25 anni, si è costituito poche ore dopo ed è stato portato in Questura, dove sarà interrogato.

La donna è stata trovata con i piedi sul balcone e il corpo all'interno dell'appartamento, ricoperta dal lenzuolo. Il corpo presentava ferite da arma da taglio.

Da tempo in casa c'erano litigi: proprio ieri sera la donna si era recata nel bar sotto casa per chiedere di fare una telefonata allo zio del convivente, nel tentativo di calmare la situazione. La circostanza è stata confermata dal titolare di un bar che ha raccontato di averla vista in lacrime e di averle servito acqua e zucchero.

Secondo quanto trapelato, inoltre, proprio ieri sera il convivente egiziano sarebbe stato portato via in ambulanza e sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. Nelle stesse ore la donna si sarebbe recata al vicino commissariato e avrebbe denunciato di essere stata minacciata dal compagno. Secondo le prime ipotesi, quindi, l'accoltellamento potrebbe, quindi, essere avvenuto questa mattina.

Peccato...


Una sparatoria per motivi di gelosia sul lungomare
A Rimini uccide l'uomo sbagliato

Una guardia giurata spara contro un albanese che insidiava la sua fidanzata ma ammazza un italiano

RIMINI - Ha ucciso l'uomo sbagliato. Una guardia giurata di 26 anni, G.B., di origine napoletana, ha ucciso a colpi di pistola nella tarda serata di mercoledì a Marina Centro di Rimini un coetaneo, Antonino Geraci, e ha ferito gravemente un albanese, ora ricoverato all' ospedale con prognosi riservata. Nel suo mirino c'era però quest'ultimo; l'italiano sarebbe stato ucciso per errore, forse per uno scambio di persona o perché ritenuto pure lui albanese. La sparatoria - secondo i primi accertamenti delle forze dell'ordine - sarebbe avvenuta per motivi di gelosia: la fidanzata del vigilante gli avrebbe riferito di insistenti attenzioni rivolte nei suoi confronti da parte dell'albanese, soprattutto tramite sms sul cellulare, e G.B. avrebbe deciso di 'regolare i conti' a modo suo.
L'agguato è avvenuto in viale Regina Elena, sul lungomare riminese: la guardia giurata, che si era attrezzata anche con un coltello e un martello, ha raggiunto e affiancato in scooter una Golf, a bordo della quale c'erano l' albanese e l' italiano. Con il martello ha infranto il vetro a lato del guidatore, con il coltello lo ha sfregiato al volto, poi ha fatto ripetutamente fuoco. A cadere mortalmente sotto i suoi colpi non è stato però l'albanese, reo di aver mostrato ripetutamente interesse per la ragazza (le sue condizioni sono state comunque giudicate molto gravi dai sanitari), ma l'amico italiano di quest'ultimo. Dopo l'esecuzione, l'omicida è crollato e ha detto a un passante di chiamare polizia e carabinieri. Un testimone ha riferito agli investigatori di aver udito nove colpi di arma da fuoco. Tra i primi a giungere sul posto anche i genitori e la sorella della guardia giurata. Sarebbe stata quest'ultima ad avvisare telefonicamente la fidanzata di G.B. di quello che era successo, dicendole che la colpa era sua. Il vigilante, dopo l'interrogatorio, è stato trasferito in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio.

Silurato De Biasi - Fuori uno


Torino choc, via De Biasi. Al suo posto arriva Zaccheroni

Il tecnico sconcertato: "Cairo mi ha informato solo ieri sera". Il presidente freddo: "Non era in grado di guidare il mio progetto".
Se non e' un fulmine a ciel sereno, poco ci manca. A tre giorni dall'inizio del campionato, il Torino ha deciso di esonerare il tecnico Gianni De Biasi. Sulla panchina granata e' stato chiamato Alberto Zaccheroni, al rientro in serie A dopo due stagioni.

In realta' i rapporti tra De Biasi e il patron Urbano Cairo si erano deteriorati nel corso della lunga estate pre campionato. Prima una lunga serie di amichevoli non proprio lusinghiere, culminate con la bruciante eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Crotone, infine l'acquisto del giapponese Oguro, che De Biasi ammise, non senza un pizzico di sarcasmo, di non conoscere affatto.

E cosi', proprio alla vigilia di un campionato che vede il Toro partire tra le outsider di lusso, la mossa comunque spiazzante di Cairo di cambiare guida tecnica. Per un De Biasi che va, ecco un Alberto Zaccheroni che torna. Il tecnico romagnolo ricomincia dopo le sfortunate esperienze con Inter e Lazio. Oggi pomerigigo la presentazione alla stampa.

DE BIASI: "MAI LITIGATO CON CAIRO"

E proprio dalle parole dell'ex tecnico arriva tutto il dispiacere per un fulmine a cielo piu' che sereno: "Non ho mai litigato con Urbano Cairo, e' questo che mi dispiace - dice De Biasi -. L'ho saputo ieri sera. Mi trovavo a cena con il mio staff, ho risposto al telefono e il presidente mi ha detto: 'Lo sa che la sua gestione non mi piace?'. E io, di rimando: 'E allora?'. A questo punto Cairo mi ha risposto: 'E allora la esonero'".

CAIRO: "NON ERA IN GRADO DI GUIDARE IL MIO PROGETTO"

Risoluto e deciso, il presidente spiega la sua cervellotica decisione a due giorni dall'inizio del campionato: "Mi e' spiaciuto - ha detto -, ma De Biasi non era in grado di portare avanti il progetto come volevo. Le presunte lamentele di De Biasi per il mercato giuro che non hanno niente a che fare con questa decisione. Mi risulta che lui avesse detto di essere contento degli acquisti". Infine una dichiarazione d'amore che non s'accompagnera' certo a rose rosse: "Sono dispiaciuto, perche' fra me e De Biasi c'e' un rapporto speciale. E' l'uomo che ha cominciato con me al Toro". E che con lui ha finito...

06 settembre 2006

Big Bamboo


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Panama canal


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Lost - ultime scene seconda serie

Lost - in attesa della terza serie su Abc

poki giorni al 4 ottobre, inizio della nuova serie


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Cesko al rifornimento...agh sfigà!!!


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Napoli???

Eccomi a Volano Beach

Ballo per Gemma

Mitico Robot Dance

Tutti al Bagno Kelly per la dance!!!

Bimbo dopato


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Illusion

Shakira Shakira

SHAKIRA SHAKIRA

Tutti su eBay per la Ps3


Delusione per i videogiocatori europei: PS3 solo a marzo 2007

Con un breve comunicato Sony Computer Enterteinment Europe ha annunciato oggi che PS3 sarà in Europa solo nel prossimo mese di marzo: troppo “lenta” la produzione del blu laser.

Breve e conciso il comunicato stampa di SCEE (Sony Computer Enterteinment Europe): la PS3 sarà in Europa, Russia, Africa e Australia solo nel marzo del 2007. Immutate le date dell’11 novembre e 17 novembre per, rispettivamente, Giappone e Nordamerica.

Il problema è dovuto alla scarsa produzione del diodo del blu laser che equipaggia la console nipponica. Siamo certi che i giocatori europei non prenderanno bene la notizia, anche perchè salterà la vendita del (cruciale) periodo natalizio. Affari d’oro per i consumatori nipponici e americani che avranno in eBay un potente alleato per vendere nel vecchio continente, chissà a quale prezzo, la PS3 in anteprima.

Da parte di Sony sarebbe stato meglio provvedere a una più equa distribuzione, con un minor numero di console a parità di standard, per ogni zona del mondo.

Atomic Bomb!!! A presto.


Calderoli scatenato: bomba atomica sull'Iran
«Manderò al presidente Usa una delle mie maglie con vignette»

ROMA. Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli condivide «completamente le valutazioni del presidente Bush su Ahmadinejad, perchè è evidente che il successore, ammesso che l'interessato non sia già morto, di Osama Bin Laden non può che essere lui. Ma comunque, se fossi Bush, tenterei l'ultima azioni diplomatica: non so quando Ahmadinejad compie gli anni ma se è così appassionato del nucleare perchè gli Stati Uniti non gli mandano un'atomica per il suo compleanno? Magari innescata per posta aerea? Allah sarà grande - scrive l'ex ministro - avrà le fatwe a disposizione, ma l'atomica non ce l'ha, mentre Bush l'atomica ce l'ha e ne ha tante...»

«Ho inoltre deciso - aggiunge Calderoli in una nota - di mandare una delle mie meagliette con le vignette a Bush perchè è una delle poche persone serie che esistano al mondo, perchè ha capito il rischio che viene da chi, utilizzando la religione, vuole fare le crociate, anche se in questo caso parliamo di crociate al contrario: per questo gli manderò la mia maglietta, quella oiginale della famigerata trasmissione televisiva, perchè pur considerandomi un granellino di sabbia rispetto al presidente degli Usa ritengo - conclude - di aver cercato di fare la mia parte nella battaglia che lui sta concendo da anni. A Bush va riconosciuto il merito, rispetto a tutti quelli che lo hanno preceduto, di combattere non soltanto per il petrolio o per l'egemonia mondiale, ma anche per gli ideali, anche a costo di mettere in discussione il consenso nei suo confronti persino a casa propria».

Prete spacciatore ed omertoso


Perugia, manette al parroco
In casa mezzo chilo di droga

PERUGIA - Il parroco di Perugia nascondeva in casa mezzo chilo di droga. Il sacerdote è stato arrestato dalla Guardia di Finanza lunedì scorso, nella sua abitazione vicino alla chiesa. Dove c'erano cocaina e marijuana. "La droga era piuttosto pura", ha detto un finanziere. Forse proveniva dall'estero. Mai alcun sospetto era nato intorno al religioso: gli agenti della Guardia di Finanza sono arrivati a lui seguendo un'indagine diversa.

Il suo difensore, l'avvocato Nicola Di Mario, è convinto dell'innocenza del sacerdote: "Si è solo reso disponibile a consentire il recapito presso il suo domicilio di un pacco del quale ignorava il contenuto. Ha fatto un piacere ad un soggetto che stava seguendo nell'ambito di un cammino di natura spirituale. E' del tutto ovvio che queste conoscenze, acquisite nell'ambito del suo mandato sacerdotale, sono coperte dall'ordine del silenzio". Come dire che il parroco collaborerà alle indagini ma non intende fornire il nome della persona alla quale era destinato il pacco. "Per lui è imposto l'ordine del silenzio più rigoroso" ha concluso l'avvocato Di Mario.

05 settembre 2006

E' arrivato il ciccione mexicano


Sarà operato in Italia
l'uomo più grasso del mondo"

MODENA - Sei mesi fa aveva lanciato un disperato appello alla televisione messicana Televisiva: "Peso 500 chili - aveva detto Manuel Uribe - soffro di una rara malattia; rischio di morire. Ho bisogno che qualche medico mi aiuti". E oggi, l'ospedale di Modena annuncia che presto sarà pronto per operare l'uomo più grasso del mondo.

"Avremo a breve una riunione col nuovo direttore del Policlinico di Modena", spiega il professor Giancarlo De Bernardinis, direttore della Chirurgia II, il medico che si è proposto per condurre l'intervento. "Dovremo definire però i particolari del trasporto e della degenza; predisporre un campo operatorio adatto e strumenti adeguati. Ad esempio bisogna preparare un campo operatorio ad hoc e servono strumenti e divaricatori di dimensioni superiori al normale".

Anche il trasporto sarà eccezionale: per un uomo di quella stazza il governo messicano ha già assicurato un volo speciale. Ma dall'aeroporto di Bologna al Policlinico, e poi al reparto, serviranno mezzi particolari. Uribe non è in grado di muoversi e non attraversa porte normali. Già ora la sala operatoria del Policlinico di Modena è dotata di letti, sollevatori, sedie a rotelle di dimensioni adeguate alle persone obese, ma non è pronta per ospitare la mole di Uribe. Serviranno degli interventi strutturali.

Anestesista e chirurgo sono stati in Messico nel marzo scorso per visitare il paziente e un nuovo viaggio è in programma entro fine settembre. "In casi come questo non esistono alternative alla chirurgia. Agiremo sull'intestino tenue creando una serie di cortocircuiti in modo da ridurre l'assorbimento del cibo. Dopo l'operazione solo il 10 per cento dell'intestino sarà abilitato al traffico alimentare e nel giro di un paio di anni Uribe dovrebbe perdere gran parte dei suoi 550 chilogrammi".

L'uomo più grasso del mondo da molti mesi vive bloccato in un letto assistito dalla madre. Il suo rapporto col mondo sta quasi tutto in un computer che tiene sul comodino. "E' un perito tecnico e aveva un negozio - spiega il chirurgo che lo opererà - ma ha dovuto abbandonare il lavoro. Purtroppo non ho alcuna assistenza pubblica e sua moglie Daniela è stata costretta ad organizzare una colletta".

Il pizzaiolo stupratore marocchino


Arrestato un nordafricano
accusato di stupro
E' un pizzaiolo nordafricano 28enne, regolare, l'accusato di violenza sessuale ai danni di una 23enne milanese aggredita alla porta di casa e trascinata nel solaio dello stabile

VIOLENZA Milano, 5 settembre 2006 - Arrestato questa notte a Malpensa un pizzaiolo nordafricano di 28 anni. L'uomo, A.Z., è accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza milanese di 23 anni, aggredita davanti alla porta di casa e trascinata nel solaio dello stabile,dove è avvenuta la violenza vera e propria.

L'episodio è accaduto lo scorso 17 luglio, a Milano, in zona Porta Genova. La ragazza ha denunciato l'aggressore. La squadra mobile lo ha rintracciato e bloccato al rientro da Casablanca. Il nordafricano, che ha un precedente per ricettazione, frequentava dei parenti che abitavano nello stesso palazzo della ragazza. Le sue attenzioni per la donna partivano già dal 2002, quando la giovane presentava una denuncia contro ignoti per molestie. In particolare, la ragazza spiegava di aver ricevuto bigliettini morbosi sotto la porta di casa e di essere sfuggita a un'aggressione, senza però riconoscere con certezza l'uomo.

Una seconda denuncia, sempre contro ignoti, arrivava nel 2004, ma anche in questo caso la ragazza, terrorizzata, non se la sentiva di indicare con certezza il presunto aggressore. Nel 2004 la famiglia nordafricana cambiava casa e il pizzaiolo scompariva.
Per nulla tranquilla, la 23enne continuava però a farsi accompagnare a casa dal fidanzato, particolare che probabilmente era a conoscenza dell'aggressore. Lo scorso 17 luglio, infatti, l'uomo ha atteso nel buio della scala che la ragazza desse via libera al fidanzato, poi l'ha aggredita davanti alla porta di casa, trascinandola nel solaio del palazzo.

Prima della violenza, le ha detto: «Sono tornato». Poi, l'aggressione, che è durata circa mezz'ora. La ragazza, sconvolta, ha avvisato la famiglia, che ha chiamato la polizia. L'indagine, coperta da segreto, si è conclusa con un'ordinanza di custodia cautelare per violenza sessuale, spiccata dal gip Guido Salvini su richiesta dal pm Laura Amato.
Nella notte l'arresto, in collaborazione con la Polaria di Malpensa.

Arrestato l'Ufo albanese


Arrestato 'ufo', l'albanese che ha seminato il panico in Lombardia
Il 33enne In due mesi dalla sua fuga dal carcere di Perugia, ha seminato sangue e terrore. Finalmente è stato catturato a Buscate dalla squadra mobile

CRIMINALITA' Milano, 5 settembre 2006 - Una belva feroce che in due mesi ha seminato sangue e terrore: a giugno è evaso rocambolescamente dal carcere di Perugia; ad agosto, a Cologno Monzese, è sfuggito alla cattura da parte della squadra mobile di Milano rifugiandosi in una scuola e sparando all’impazzata da un’auto sequestrata in strada; sabato scorso, a Bresso, ha ridotto in fin di vita un ecuadoriano che è morto ieri sera e ferito un altro per banali questioni di donne; domenica sera, a Cornaredo, è stato l’obiettivo non dichiarato di una sparatoria che ha visto ferito un suo complice.

E tutto questo grazie a una fitta rete di appoggi e coperture di cui godeva tra la Lombardia e il Piemonte. Ma da ieri pomeriggio Ilir Paja, 33 anni, chiamato Ufo dai suoi amici sanguinario criminale albanese con all’attivo reati che vanno dall’omicidio al traffico di droga, alle rapine in villa e alla violenza sessuale dalla prostituzione al sequestro di persona, ha finito di nuocere.

Agenti della seconda sezione della squadra mobile l’hanno catturato in un’abitazione di Buscate, dopo un’irruzione nella quale sono stati sparati alcuni colpi in aria. Con lui è finito in manette il suo braccio destro Jentiy Makshiman 24 anni che era in casa al momento dell’irruzione. «Un duro», «uno senza mezze misure», «un criminale feroce e deciso».

Così Ilir Paja viene definito dagli investigatori. E quanto sia pericoloso avere a che fare con lui lo capisce per prima la squadra mobile di Perugia, quando il 27 febbraio lo cattura nel capoluogo umbro. Per prenderlo serve uno spiegamento di forze massiccio e numerosi colpi di pistola sparati a scopo intimidatorio. L’albanese è ricercato in tutta Europa per un omicidio commesso nel 2004 fuori da un locale notturno di Duisburg, in Germania.

La vittima è un suo connazionale che si ritrova crivellato di colpi solo perchè osato litigarci. Ilir Paja finisce dritto nel carcere di massima sicurezza di Capanne, a Perugia, in attesa di essere estradato in Germania dove l’attende il processo per omicidio. Ma in cella ci sta solo pochi mesi. L’11 giugno scorso riesce a evadere.

Durante l’ora d’aria, munito di lenzuola e di un gancio, riesce a scavalcare due muri di cinta di nove metri e una rete metallica alta altrettanto. Poi si dilegua. Ad aiutarlo nella latitanza è la sua banda, una decina di fedelissimi con i quali semina violenza e terrore. Ma la polizia non sta con le mani in mano. Soprattutto quella di Milano, che lo segue passo passo grazie alle intercettazioni telefoniche.

Ilir Paja si muove tra Milano e Novara, ma non è mai in un luogo preciso. Finchè, finalmente, il 5 agosto, viene localizzato a Cologno Monzese.
Sembra la volta buona.

Anche stavolta, considerata la sua estrema pericolosità, si interviene in forze. Lui è in un bar, ma come si accorge degli agenti si dà alla fuga seminando il panico. Prima entra in una scuola, poi scavalca il muro di cinta e ferma un’auto in strada. Punta la pistola contro il conducente, che reagisce. Segue una violenta colluttazione, al culmine della quale l’albanese colpisce in testa l’automobilista con il calcio della pistola e poi scappa, sparando dall’auto contro gli agenti.

Ma ormai ha i giorni contati. La polizia milanese lo bracca. Sabato sera Ilir Paja combina l’ultima. A Bresso, insieme agli altri suoi complici, si mette a litigare con alcuni ecuadoriani per questioni di donne.
Spara in testa a un sudamericano, Luis Gonzalos R., di 34 anni, riducendolo in fin di vita e ferisce meno gravemente un altro. Quindi scappa di nuovo. Ma la polizia lo segue come un’ombra.

Domenica sera in via San Marco, a Milnano, vengono fermati 4 albanesi, suoi complici, mentre a Cornaredo un quinto albanese reagisce con violenza al controllo degli agenti, uno dei quali spara un colpo accidentalmente che raggiunge lo slavo al collo. Il giorno dopo, lunedì, tocca finalmente al capo, Ilir Paja. Agenti della mobile lo intercettano in un’abitazione di Buscate e lo arrestano.

04 settembre 2006

Un Brindellone in meno...


Calcio in lutto: è morto Giacinto Facchetti
Aveva 64 anni. Era il presidente dell'Inter. Il tributo sul sito del club neroazzurro: «Ora siedi sul trono dell'eternità»

MILANO - È morto Giacinto Facchetti, bandiera dell'Inter e della Nazionale: aveva 64 anni. Era malato da tempo. A darne notizia è stata la società nerazzurra di cui Facchetti era presidente. Su Inter Channel è apparso un primo piano dell'ex grande terzino con la scritta «Ci manchi» e la data di nascita e di morte. Commovente anche il tributo sul sito: «Siedi sul trono dell'eternità».

LA CARRIERA - Facchetti è scomparso all'Istituto dei Tumori di Milano dove era ricoverato da tempo. Nato a Treviglio il 18 luglio 1942, ha trascorso tutta la carriera (leggi la scheda) da giocatore nell'Inter dal 1961 al 1978, vestendo per 94 volte la maglia della Nazionale italiana. Ha poi iniziato la sua carriera da dirigente nell'Inter, interrotta solo per una parentesi all'Atalanta per ricoprire il ruolo di vice-presidente. Tornato poi nella società di Massimo Moratti, ne è diventato prima vice-presidente e poi presidente. Facchetti lascia la moglie Giovanna e quattro figli: Barbara Vera, Gianfelice e Luca.

Istigazione al suicidio!!!


Polemica per il premio a Pessotto An e Lega: «Scirea amava la vita»

Riescono a litigare anche per un premio di sport. Riescono ad alzare polvere anche per un ragazzo che ha giocato bene a pallone e poi ha giocato male con la vita, la sua. Il Premio Gaetano Scirea, attribuito alla «carriera esemplare» quest'anno è stato aggiudicato a Gianluca Pessotto, 54 voti di preferenza contro i 50 assegnati a Francesco Toldo. Ma a Cinisello Balsamo, terra di origine di Gaetano Scirea, esempio rarissimo nel mare tossico del football, un uomo scomparso tragicamente in un incidente automobilistico accaduto in Polonia,
A Cinisello, dunque, due esponenti politici, il capogruppo della Lega Nord, Simone Boiocchi e il suo collega di Allenza Nazionale Calogero Bongiovanni, hanno preso carta e penna, o computer e tastiera, e hanno deciso di scendere in campo e mettere giù un comunicato ufficiale: «Il premio dovrebbe andare a un calciatore che durante la sua vita, sia in campo sia in ambito privato, sia stato un esempio per i giovani. La Lega Nord e An non hanno nulla nei confronti dell'ex calciatore juventino, un grande giocatore che ha sempre dimostrato senso dell'onore e voglia di sacrificarsi e che è stato lontano dalle luci della ribalta.
Purtroppo però le recenti vicende che l'hanno coinvolto non possono onorare degnamente Gaetano Scirea, un vero amante della vita. A tutti capita di passare dei momenti negativi ma decidere di premiare chi ha tentato di porre fine alla propria esistenza significherebbe comunicare un messaggio sbagliato ai più giovani. È come dire: premiamo chi decide di porre fine alla propria vita».
Boiocchi & Bongiovanni dimostrano una sensibilità raffinata, con una scelta di tempo che pochissimi calciatori al mondo posseggono e che lo stesso Pessotto si è mai sognata.
Gianluca sta uscendo dal buio nel quale si è infilato, la sua carriera è stata, come ribadito dallo stesso logorroico comunicato, esemplare, la sua vita, poi, appartiene a lui in esclusiva e ai suoi cari. Anche in questa svolta della sua drammatica vicenda sono emersi valori e simboli che non tutti sono riusciti a comprendere, credo gli stesso politicanti di Cinisello Balsamo. «Un comunicato vergognoso e inopportuno. Non hanno capito nulla del significato di questo premio. Se c'è stato un calciatore che mi ha ricordato la carriera di mio marito Gaetano questo è stato Gianluca.
E a lui va dato il riconoscimento in memoria di Gay». Parole dure, puntuali di Marella Scirea che ha altro da dire: «Sembra che soltanto lo sport debba dare esempi ai giovani. E i politici? Io ci sono passata e potrei dilungarmi. Invito i due consiglieri al silenzio. Hanno avuto abbastanza pubblicità dal loro intervento». La seduta è tolta e a Cinisello qualcuno avrà bisogno di balsamo.

Che sfiga...


Australia, morto 'Mr. Crocodile hunter'
ucciso dal pungiglione di una razza
Si fece riprendere mentre dava da mangiare ad un rettile
e con l'altra teneva in braccio il figlio Bob di appena un mese

SYDNEY - E' morto a 44 anni Steve Irwin, meglio noto come 'Crocodile Hunter'. Australiano, volto noto della tv per i suoi tanti documentari sui grandi rettili, il più celebre 'Mr. Crocodile' del mondo è stato ucciso dalla puntura di una pastinaca comune, una sorta di razza, mentre girava riprese subacquee per un documentario nella Grande barriera corallina, al largo di Port Douglas, nel nordest dell'Australia. Secondo fonti del servizio ambulanze Irwin è morto per arresto cardiaco quando un barbiglio dell'animale lo ha trafitto nel torace. Un elicottero è accorso sul posto con paramedici a bordo che hanno cercato di rianimarlo, ma era troppo tardi.

La sua serie di quasi 50 documentari 'Crocodile Hunter' era iniziata nel 1992 e da allora è stato mostrata attorno al mondo dalla rete via cavo Discovery. Grazie ai suoi programmi tv, Irwin, era fra gli australiani più conosciuto all'estero, specie negli Stati Uniti, ma anche in Italia. E' stato protagonista di film e gestiva uno zoo privato a nord di Brisbane, divenuto una delle maggiori attrazioni turistiche della regione.

Irwin doveva la sua notorietà al suo sangue freddo, che lo incoraggiava a spingere il limite dell'approccio agli animali feroci e pericolosi nel loro habitat naturale, con i quali arrivava spesso al contatto fisico vero e proprio. La sua fama Irwin se l'era costruita in particolare con la complicità dei temibili coccodrilli d'acqua salata australiani, con i quali ha sempre avuto un rapporto audace, e con famigerati serpenti velenosi australiani, che maneggiava con disinvoltura.

Nel gennaio 2004 aveva suscitato vivaci polemiche quando davanti alle telecamere era entrato nel recinto dei rettili tenendo in braccio il figlioletto di un mese Bob, mentre con l'altra mano gettava ad un coccodrillo di quattro metri la carcassa di un pollo. Alcuni gruppi di difesa dell'infanzia e di animalisti criticarono il suo gesto come irresponsabile ed un abuso all'infanzia. Irwin aveva poi assicurato di essere pienamente in controllo della situazione e che il pericolo al bambino era solo apparente. Pochi mesi dopo fu accusato di essersi avvicinato troppo a pinguini, foche e balenottere in Antartide mentre girava un documentario. Irwin negò di aver violato alcun divieto e fu in seguito scagionato da un'indagine del Dipartimento australiano dell'ambiente.

E' stato anche paladino di molti progetti ambientalisti, come la Steve Irwin Conservation Foundation e la International Crocodile Rescue, per la protezione dei coccodrilli. Era anche molto critico sulla caccia agli animali selvatici in Australia. Il governo di Camberra, di recente, ha rinunciato ad un progetto che avrebbe consentito di organizzare safari dei coccodrilli per ricchi turisti nel Territorio del nord, dopo le sue dure obiezioni. In un programma tv aveva affermato che "uccidere uno di questi magnifici animali nel nome della caccia ad un trofeo avrebbe un impatto molto negativo sul turismo, il che mi spaventa molto".

La moglie Terri, nata negli Stati uniti, era sua socia in affari e spesso collaborava nei documentari. Il ministro degli Esteri australiano Alexander Downer, che ha usato una foto della sua famiglia nello zoo di Irwin come cartolina di Natale lo scorso anno, ha elogiato il suo contributo a progetti di promozione dell'Australia come meta turistica, negli Stati uniti e in Europa.

03 settembre 2006

Treni sicuri!!!


Ferrovie: treno in corsa perde portellone
L' incidente è accaduto in una galleria vicino a Orvieto e non ha causato feriti su un Eurostar diretto a Torino da Roma

FIRENZE - Mentre il treno correva a circa 200 chilometri all'ora un portellone di accesso di una carrozza si è staccato. È accaduto questo pomeriggio sull'Eurostar Roma-Torino delle 15,30 all'interno di una galleria, circa 30 chilometri dopo la stazione di Orvieto. Il portellone, che si è staccato dalla carrozza 5, è andato a schiantarsi contro un finestrino a pochi metri di distanza, crepandolo, senza frantumarlo. Non ci sono feriti. I passeggeri hanno riferito che già alla partenza da Roma il portellone non si apriva, e li aveva costretti a salire da un altro ingresso. Inoltre, pochi minuti prima dello sradicamento e col treno in corsa, la porta si è improvvisamente parzialmente aperta, con gran paura per i viaggiatori presenti. Fermato il treno e riparato il guasto, il viaggio è proseguito fino al momento della perdita del portellone, che ha costretto il treno ad un' ulteriore sosta di venti minuti. Il convoglio è ripartito a velocità ridotta e sprovvisto di porta verso la stazione di Chiusi (Siena) per il trasferimento di 300 passeggeri su un altro convoglio diretto a Firenze e poi a Torino. Trenitalia precisa che sono in corso accertamenti per verificare se il portellone, che era stato bloccato e messo in sicurezza a causa di un guasto, non sia stato oggetto di un atto di manomissione.

Come Pessotto???


Francesco Nuti cade e batte la testa
Operato nella notte: è in coma
Da anni lotta contro alcol, droghe e depressione

ROMA - L'attore e regista Francesco Nuti è stato ricoverato ieri pomeriggio al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma per una ferita alla testa e poi trasportato d'urgenza presso il reparto di neurochirurgia dove è stato operato nel pomeriggio. Nuti è arrivato all'ospedale in coma ed rimasto sotto i ferri per molte ore: l'intervento ha dovuto arginare un ematoma cerebrale. Le sue condizioni sono state definite dai medici "molto critiche". Non è stato ancora accertato in che modo il regista si sia ferito alla testa, ma dai primi accertamenti si pensa ad un incidente domestico, sarebbe cioè caduto in casa e avrebbe sbattuto la testa sul pavimento o contro una superficie dura. Non è la prima volta che Nuti è al centro di drammatiche vicende. Per ben due volte aveva annunciato il suicidio perché nessuno più voleva finanziare i suoi film. Dopo un lungo periodo di successi al botteghino il regista era entrato in un tunnel di depressione. Abuso di alcool e crisi continue l'avevano messo sulla lista nera dei produttori.

Nato a Prato nel 1955 esordisce nello spettacolo con Alessandro Benvenuti e Athina Cenci con cui forma il gruppo comico dei Giancattivi. I primi successi sono legati al mondo della televisione con programmi come "Non Stop" e "Black Out". Nel 1981, il trio approda al cinema con il film "Ad Ovest di Paperino", diretto da Benvenuti. Nuti poi si separa dai due colleghi e, diretto da Maurizio Ponzi, interpreta "Madonna, che silenzio c'è stasera", "Io, Chiara e lo Scuro" e "Sono Contento". Tutti campioni di incassi al botteghino. Prende allora la decisione di dirigere se stesso e nel 1985 firma la regia e produce "Casablanca, Casablanca", seguono "Tutta Colpa del Paradiso" sempre del '85 e "Stregati" nel 1986. Altri successi sono "Willi Signori" e "Donne con le gonne". Ormai si sente un autore a tutti gli effetti e tenta, supportato dai finanziamenti di Cecchi Gori, un'impresa ambiziosissima.

Il suo film del cuore, su cui punta tutto, deve essere la rivisitazione della favola di Pinocchio, un progetto di grande impegno sia creativo che economico. Comincia a girare "Occhiopinocchio" ma molto presto il budget è sforato e la produzione stringe i cordoni della borsa. Proprio da lì, dall'inciampo in una carriera fino allora folgorante, nasce in Nuti quella depressione e quel ricorso all'alcol che non lo ha più abbandonato. Tranne brevi periodi in cui riesce a disintossicarsi per dirigere, sempre con grandi problemi, almeno altri tre film, "Il signor Quindicipalle" del 1998, "Io amo Andrea" del '99, "Caruso, zero in condotta" del 2000, per poi partecipare solo come attore al film di Claudio Fragasso "Concorso di colpa" del 2005.

Uno degli ultimi incontri con la stampa nel 2004 è stato disastroso. Si trattava di un confronto del regista con l'allora presidente dei Verdi Pecoraro Scanio per discutere una nuova possibile legge per il cinema. "Avete in mente Jim Morrison, Jimmy Hendrix e il grande Ray Charles che si facevano di droga. Io invece mi faccio di vino". Era la triste confessione pubblica di un uomo che non riusciva a accettare il declino e che sembrava non potersi più liberare del demone dell'alcol.