30 marzo 2007

I soliti ladri rubentini...


JUVE DOPATA: COLPEVOLE, MA NON PUNIBILE – LA CASSAZIONE CHIUDE IL CASO: GLI EVENTUALI REATI SONO PRESCRITTI – TRE SCUDETTI, UNA CHAMPIONS, UNA COPPA INTERCONTINENTALE E ALTRE VITTORIE DEVONO ESSERE CONSIDERATE, ADESSO, DELLE VERGOGNOSE PATACCHE?...




1 - JUVE, CASO DOPING CHIUSO PER PRESCRIZIONE…
Fabrizio Turco per “la Repubblica”

La Juve piange, ma Guariniello non può ridere. E´ quanto ha di fatto stabilito ieri la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione, chiamata ad esaminare il ricorso presentato dalla Procura Generale di Torino in merito al processo doping che vedeva alla sbarra la Juve. Ma cos´ha deciso la Suprema Corte? Ha annullato senza rinvio la sentenza di secondo grado della Corte d´Appello di Torino che il 14 dicembre 2005 aveva assolto l´ormai ex amministratore delegato bianconero Antonio Giraudo e il responsabile del settore medico Riccardo Agricola.
(Raffaele Guariniello)

A salvare i due imputati dall´accusa di doping e di frode sportiva interviene però la prescrizione che estingue il reato. Se da una parte hanno di fatto archiviato definitivamente il processo, i giudici della Cassazione, presieduti da Francesco Morelli, hanno dato ragione alle tesi dell´accusa perché "astrattamente condivisibile il ricorso presentato dalla Procura di Torino contro le assoluzioni". In pratica è stata ritenuta provata l´illecita somministrazione di farmaci ai calciatori della Juve, eccetto l´epo, la famigerata eritropoietina.

Cala così un´ombra pesante sui più bei trionfi bianconeri della gestione Moggi-Giraudo: tre scudetti, una Champions League, due Supercoppe italiane, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale. Nella sentenza, che verrà depositata nei prossimi trenta giorni, sarà ripreso l´orientamento espresso dalle sezioni unite della Cassazione, in base al quale c´è continuità normativa tra la disciplina sul calcio scommesse del 1989 e quella antidoping varata nel 2000.

E´ stata accolta, quindi, la tesi dell´accusa "anche se - come dicono dalla Procura di Torino - secondo noi i tempi della prescrizione non erano ancora scaduti". Di segno opposto il commento della difesa: "Siamo contrariati per una soluzione che non è dipesa da noi, visto che fra indagini e preliminari se ne sono andati sei anni. Comunque l´onore è salvo" dice l´avvocato Paolo Trofino.

La lunga storia del processo contro la Juve per somministrazione di medicinali per frode sportiva parte da lontano: fin dal 1998 con le accuse di Zeman che aprono l´inchiesta di Guariniello. Che porta al processo e a due sentenze: entrambe le volte viene assolto Giraudo, il medico Agricola solo alla seconda. Adesso viene messa la parola fine, ma solo alla vicenda strettamente processuale. Il caso comunque resta.
(Riccardo Agricola)

La Juventus ha emesso un comunicato positivo: «Si prende atto con soddisfazione che la battaglia sull´epo è definitivamente conclusa, con successo. L´inammissibilità del ricorso sancisce in via definitiva che non è mai stato fatto uso di epo.... Una notizia importante, che la Juventus accoglie con grande favore... Sulla prescrizione relativa alle altre sostanze bisognerà attendere le motivazioni...». Lo stesso ha fatto il dottor Agricola: «La sentenza della Cassazione in modo definitivo rende giustizia sull´aspetto più infamante che ha colpito la mia persona... Per quanto concerne l´altra parte della sentenza è finalmente terminato il doloroso iter che vedeva imputato solo me per l´utilizzo di farmaci che tutti i medici dello sport, senza eccezioni, hanno usato negli anni».

2 - QUELL’OMBRA SU SOCIETÀ E SCUDETTI…
Maurizio Crosetti per “la Repubblica”
Che brutta storia, e che finale oscuro. Colpevoli ma non più punibili. La Cassazione riavvolge il nastro del processo doping fino alla prima sentenza, quella che condannò il responsabile medico della Juve, Riccardo Agricola, a un anno e dieci mesi e assolse Giraudo perché non c´erano le prove che sapesse: ma poteva non sapere? E allora, dal ‘94 al ‘98 gli juventini erano dopati o no? Prendevano l´Epo? Erano come certi ciclisti col motore truccato? Tre scudetti, una Champions League, una Coppa Intercontinentale e altre svariate vittorie devono essere considerate, adesso, delle vergognose patacche?

Arrivati a questo terzo e ultimo grado di giudizio, la risposta sembrerebbe più sì che no, e comunque restano ombre inquietanti. Se nessuno potrà davvero dire cosa ci fosse nelle pastigliette colorate che i giocatori ingoiavano, e nelle flebo che finivano in vena, qualche punto fermo però rimane. Di sicuro non era un visionario il procuratore Guariniello: la Cassazione gli consegna una vittoria non da poco.
(Antonio Giraudo)

Nessun teorema contro la Juve, nessun accanimento giudiziario: senza la prescrizione, sui tempi della quale già si discute, perché non era poi così evidente, oggi qualcuno andrebbe davvero nelle grane. Non ci andrà, ma neppure potrà dichiararsi innocente perché per la giustizia italiana, quella ordinaria e non quella sportiva che fa sconti a chiunque, non lo è.

Gli anni neri della Juve cominciarono ben prima di Calciopoli, e per questioni se possibile più gravi: non arbitri pilotati, ma cartelle cliniche con troppi misteri. Valori di ematocratico da mandare in tilt gli apparecchi di misurazione, armadietti dello spogliatoio pieni di medicine inspiegabili, gli psicofarmaci specialmente: perché venivano somministrati con regolarità ad atleti giovani e sani? A questa domanda, Agricola non ha mai risposto, in compenso continua ad essere il massimo dirigente medico della nuova Juventus: fino a quando?

L´ombra che la Cassazione non solo non ha disperso, ma se possibile ha reso più spessa e scura, riguarda la prima Juve di Moggi, Giraudo, Bettega, Agricola e Lippi. Pareva invincibile, soprattutto dal punto di vista atletico, e a volte lo era. Tutta bravura dei campioni? Tutta palestra, quei muscolacci? Il dubbio resta, e non è solo di Zeman, un altro che venne bollato come visionario: non lo era, come non lo era Guariniello.

Poi, certo, il processo è stato troppo lungo e ha mostrato conclusioni troppo diverse. Ma chi l´ha seguito non può dimenticare il senso d´inquietudine e imbarazzo: non era più sport, quello di cui si stava parlando, ma uno strano esperimento, una brutta cosa da laboratorio. Nel giorno del verdetto d´appello, avvocati e dirigenti juventini esultarono come per un trionfo in Coppa: scene da cancellare perché non era vero, e non c´era proprio nulla di cui essere orgogliosi.

Ecco perché questo processo resterà il capitolo peggiore in oltre cent´anni di storia bianconera, forse peggio delle griglie arbitrali e dei telefonini di Moggi. Roba brutta, roba vecchia. A parte il dottore degli psicofarmaci, nessuno della Juve delle ombre è rimasto: meglio che niente. E´ rimasto solo il sospetto, ma quello purtroppo non si smaschera con un´intercettazione.


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