05 settembre 2006
Arrestato l'Ufo albanese
Arrestato 'ufo', l'albanese che ha seminato il panico in Lombardia
Il 33enne In due mesi dalla sua fuga dal carcere di Perugia, ha seminato sangue e terrore. Finalmente è stato catturato a Buscate dalla squadra mobile
CRIMINALITA' Milano, 5 settembre 2006 - Una belva feroce che in due mesi ha seminato sangue e terrore: a giugno è evaso rocambolescamente dal carcere di Perugia; ad agosto, a Cologno Monzese, è sfuggito alla cattura da parte della squadra mobile di Milano rifugiandosi in una scuola e sparando all’impazzata da un’auto sequestrata in strada; sabato scorso, a Bresso, ha ridotto in fin di vita un ecuadoriano che è morto ieri sera e ferito un altro per banali questioni di donne; domenica sera, a Cornaredo, è stato l’obiettivo non dichiarato di una sparatoria che ha visto ferito un suo complice.
E tutto questo grazie a una fitta rete di appoggi e coperture di cui godeva tra la Lombardia e il Piemonte. Ma da ieri pomeriggio Ilir Paja, 33 anni, chiamato Ufo dai suoi amici sanguinario criminale albanese con all’attivo reati che vanno dall’omicidio al traffico di droga, alle rapine in villa e alla violenza sessuale dalla prostituzione al sequestro di persona, ha finito di nuocere.
Agenti della seconda sezione della squadra mobile l’hanno catturato in un’abitazione di Buscate, dopo un’irruzione nella quale sono stati sparati alcuni colpi in aria. Con lui è finito in manette il suo braccio destro Jentiy Makshiman 24 anni che era in casa al momento dell’irruzione. «Un duro», «uno senza mezze misure», «un criminale feroce e deciso».
Così Ilir Paja viene definito dagli investigatori. E quanto sia pericoloso avere a che fare con lui lo capisce per prima la squadra mobile di Perugia, quando il 27 febbraio lo cattura nel capoluogo umbro. Per prenderlo serve uno spiegamento di forze massiccio e numerosi colpi di pistola sparati a scopo intimidatorio. L’albanese è ricercato in tutta Europa per un omicidio commesso nel 2004 fuori da un locale notturno di Duisburg, in Germania.
La vittima è un suo connazionale che si ritrova crivellato di colpi solo perchè osato litigarci. Ilir Paja finisce dritto nel carcere di massima sicurezza di Capanne, a Perugia, in attesa di essere estradato in Germania dove l’attende il processo per omicidio. Ma in cella ci sta solo pochi mesi. L’11 giugno scorso riesce a evadere.
Durante l’ora d’aria, munito di lenzuola e di un gancio, riesce a scavalcare due muri di cinta di nove metri e una rete metallica alta altrettanto. Poi si dilegua. Ad aiutarlo nella latitanza è la sua banda, una decina di fedelissimi con i quali semina violenza e terrore. Ma la polizia non sta con le mani in mano. Soprattutto quella di Milano, che lo segue passo passo grazie alle intercettazioni telefoniche.
Ilir Paja si muove tra Milano e Novara, ma non è mai in un luogo preciso. Finchè, finalmente, il 5 agosto, viene localizzato a Cologno Monzese.
Sembra la volta buona.
Anche stavolta, considerata la sua estrema pericolosità, si interviene in forze. Lui è in un bar, ma come si accorge degli agenti si dà alla fuga seminando il panico. Prima entra in una scuola, poi scavalca il muro di cinta e ferma un’auto in strada. Punta la pistola contro il conducente, che reagisce. Segue una violenta colluttazione, al culmine della quale l’albanese colpisce in testa l’automobilista con il calcio della pistola e poi scappa, sparando dall’auto contro gli agenti.
Ma ormai ha i giorni contati. La polizia milanese lo bracca. Sabato sera Ilir Paja combina l’ultima. A Bresso, insieme agli altri suoi complici, si mette a litigare con alcuni ecuadoriani per questioni di donne.
Spara in testa a un sudamericano, Luis Gonzalos R., di 34 anni, riducendolo in fin di vita e ferisce meno gravemente un altro. Quindi scappa di nuovo. Ma la polizia lo segue come un’ombra.
Domenica sera in via San Marco, a Milnano, vengono fermati 4 albanesi, suoi complici, mentre a Cornaredo un quinto albanese reagisce con violenza al controllo degli agenti, uno dei quali spara un colpo accidentalmente che raggiunge lo slavo al collo. Il giorno dopo, lunedì, tocca finalmente al capo, Ilir Paja. Agenti della mobile lo intercettano in un’abitazione di Buscate e lo arrestano.
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