L'inchiesta della GdF riguarda i cosiddetti misuratori venturimetrici
Indagato l'ad del Cane a sei zampe come legale rappresentante della capogruppo
Presunta truffa su misurazione del gas
Perquisizioni a Eni, Snam e Italgas
Il gruppo: gli strumenti sotto indagine sono impiegati nella grande distribuzione
e non influiscono sul calcolo delle bollette dei consumi domestici
L'amministratore delegato dell'Eni Scaroni è tra gli indagati per l'inchiesta condotta dalla Guardia di FinanzaScaroni, è stato indagato nell'inchiesta avviata dai pm milanesi. Lo si legge in una nota del gruppo petrolifero. "Siamo sereni - commenta Scaroni - Le misurazioni oggetto dell'inchiesta sono al centro dell'attenzione di tutte le società operanti nel mercato del gas in Italia e all'estero. Tanto che io stesso, appena giunto in Eni, ho attivato una procedura di verifica sulle misurazioni del gas, avvalendomi di consulenti internazionali specializzati".
Oltre all'ad di Eni, nell'inchiesta sulle misurazioni del gas avviata dai pm milanesi Sandro Raimondi e Letizia Mannell, risultano indagate altre dieci persone e otto società fra cui Eni, Snam Rete Gas e Italgas. Tra gli indagati anche Giuliano Zuccoli, presidente e amministratore delegato dell'Azienda energetica milanese. Secondo l'ipotesi di accusa l'Eni avrebbe usato dei contatori chiamati venturimetrici, che avrebbero conteggiato consumi maggiori rispetto alla realtà, gonfiando di fatto le bollette.
L'Eni sottolinea che i misuratori venturimetrici al centro dell'indagine, da sempre utilizzati in Italia e all'estero, non incidono sulle bollette delle utenze domestiche. Si tratta infatti, spiegano gli addetti ai lavori, di strumenti utilizzati per misurare direttamente dai grandi tubi di trasporto del gas all'interno di apposite cabine, i grossi prelievi destinati alle grandi utenze, rilevandone i parametri relativi alla pressione alla temperatura e alla densità. > Sempre in merito all'indagine, lo stesso Scaroni aggiunge che "si fa riferimento a misurazioni su gas non contabilizzato, che è la differenza tra il gas che Eni compra dai propri fornitori e quello che poi rivende ai distributori. Questa differenza, a oggi, rappresenta per la nostra azienda una perdita secca di alcune centinaia di milioni di metri cubi di gas ogni anno". "Mi preme ricordare - conclude l'ad - che le misurazioni del gas per quanto riguarda la distribuzione cittadina vengono realizzate seguendo rigidamente le indicazioni emanate dall'Authority per l'Energia e il Gas e dai competenti uffici del ministero dello Sviluppo economico".
La Guardia di Finanza di Milano ha effettuato perquisizioni nel capoluogo lombardo, a Roma, Torino e Piacenza negli uffici dell'Eni e di altre società del settore energia. Sequestrate carte, con particolare riguardo a documentazione a partire dal 2003.
Le accuse ipotizzate dai pm Raimondi e Mannella sono a vario titolo truffa, violazione della legge sulle accise, ostacolo all'attività di vigilanza e l'uso o detenzione di misure o pesi con falsa impronta (art 472 cp).
Tutte le società coinvolte nelle indagini sono anche state iscritte nel registro degli indagati per la legge 231 del 2001 relativa alla responsabilità amministrativa delle società.
Immediato il contraccolpo in Borsa: in calo i titoli Eni, Snam Rete Gas e Aem.
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